Italiano, accusato di aver tentato di uccidere l’ex moglie

Dalla Sicilia a Settimo
per uccidere l’ex moglie

È venuto appositamente dalla Sicilia, in auto e armato di pistola, per uccidere l’ex moglie, A.P., di 36 anni, madre di due figli, che vive a Settimo. L’ha incontrata e le ha sparato, ma per fortuna nessuno dei tre colpi esplosi è andato a segno. L’aggressore è stato arrestato a Torino, dopo nemmeno un’ora, da una pattuglia dei carabinieri.

Con l’accusa di tentato omicidio e possesso ingiustificato di armi, le manette sono scattate ai polsi di Andrea Mirabile, 44 anni, pregiudicato per detenzione di armi e spaccio di stupefacenti, personaggio ritenuto particolarmente violento, residente a Misilmeri, in provincia di Palermo. In passato la moglie lo aveva denunciato più volte per maltrattamenti in famiglia e stalking.

La coppia ha convissuto per una ventina di anni in Sicilia e dal matrimonio sono nati i due figli: uno di 22 anni, che vive con il padre, l’altro di 13 anni che ha seguito la madre. Infatti negli ultimi anni Mirabile era diventato particolarmente violento, spesso litigava con la moglie e la picchiava. Così nel 2010 la donna, stanca di subire, lo ha lasciato, ha avviato le pratiche per la separazione e per motivi di lavoro si è trasferita a Settimo Torinese, dove vivono dei parenti.

L’abbandono e la richiesta di separazione a Mirabile non è mai andata giù. Così ha maturato la decisione di uccidere la moglie. Nei giorni scorsi si è messo in viaggio dalla Sicilia con la sua Citroën C 3 nera ed è arrivato a Settimo Torinese. L’uomo era a conoscenza del tragitto che ogni mattina la moglie percorre a piedi per recarsi al lavoro. Alle 5,50 ha parcheggiato l’auto in corso Agnelli, al Villaggio Fiat, ha impugnato la pistola e si è nascosto in attesa della donna.

Era ancora buio e ai bordi della strada c’era parecchia neve. «Subito l’ho scambiato per un ladruncolo e mi sono messa a correre, ma poi l’ho riconosciuto», ha raccontato A.P. ai carabinieri. Mirabile ha esploso tre colpi con la pistola, ma nessuno dei proiettili è andato a segno. La donna ha invocato aiuto e si è rifugiata nell’androne di un condominio al numero civico 38, mentre l’aggressore è scappato in auto. A.P., sotto choc, ha subito chiamato i carabinieri.

Una pattuglia della Tenenza di Settimo, con il capitano Roberto Ghiorzi, in pochi minuti giunge sul posto. Scattano le ricerche, coordinate dal tenente colonnello Emanuele Caminada, comandante del nucleo radiomobile di Torino, e dal capitano Dario Ferrara, comandante della Compagnia di Chivasso. Dal nominativo i carabinieri risalgono all’auto di Mirabile e al numero del cellulare. E proprio grazie al telefonino l’uomo viene localizzato in corso Vittorio Emanuele II a Torino, davanti al Tribunale. Sta tornando in Sicilia. Una pattuglia in pochi istanti lo raggiunge e arresta. Mirabile non oppone resistenza e ammette le sue responsabilità. Della pistola, un revolver, nessuna traccia.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/440580/

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