Uccise con 15 coltellate Teresa Valsecchi. Assolto!

Uccise donna con 15 coltellate, è “incapace di intendere”
Passerà 5 anni in un ospedale psichiatrico Commenti
Con questa motivazione la Corte d’Assise di Como ha assolto Mohamed Elbouardy dalla doppia accusa di omicidio e lesioni gravissime

Lecco, 8 febbraio 2012 – Quando infierì con quindici coltellate su Teresa Valsecchi, 50 anni di Suello, era incapace di intendere e volere. Per questo motivo la Corte d’Assise di Como ha assolto Mohamed Elbouardy dalla doppia accusa di omicidio e lesioni gravissime. Il collegio presieduto dal giudice Vittorio Anghileri (a latere Valeria Costi) ha quindi disposto, come misura cautelare, che il marocchino venga detenuto per un minimo di cinque anni nell’ospedale psichiatrico di Castiglione delle Stiviere.

Trascorso questo tempo, una speciale commissione ne valuterà lo stato psichico: potrà rimanere in carcere oppure uscire, dipenderà dalla sua pericolosità sociale. Il 17 agosto 2010 l’immigrato marocchino aveva fatto irruzione nella villetta della famiglia Dell’Oro, in via Mauri 4, nel centro storico di Suello. In un raptus di follia aveva accoltellato Teresa Valsecchi e la figlia, Giovanna Dell’Oro (allora 19 anni). La donna era stata trasportata in condizioni disperate all’ospedale Manzoni e sottoposta a un delicato e complesso intervento chirurgico: le sue condizioni erano subito parse gravi e la prognosi, come accade in questi casi, era rimasta rigorosamente riservata.
La signora Teresa era arrivata al «Manzoni» in fin di vita ma i medici si erano superati tanto che il giorno successivo si erano detti fiduciosi. Sembrava una favola destinata a un lieto fine ma invece poco meno di un mese dopo la donna morì stroncata da una crisi respiratoria nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale cittadino.
La tragica vicenda si è chiusa nella giornata di ieri con la sentenza della Corte d’Appello che di fatto ha accolto gli esiti della perizia della dottoressa Mara Bertini, i cui esiti erano stati esposti un anno fa dalla stessa psichiatra davanti al Gup di Lecco, Gianmarco De Vincenzi. L’incidente probatorio era stato chiesto dalla difesa (avvocato Marco Rigamonti), il quale già aveva intuito il profilo border-line del proprio assistito. In sede di interrogatorio Mohamed Elbouardy aveva raccontato di essere vittima di una fattura da parte del parroco di Suello e che l’unico modo per salvarsi sarebbe stato quello di sacrificare quella donna a Satana e di rapire la figlia.
Una mente, quella di Elbauardy, che aveva già dato segni di squilibrio quando ancora risiedeva in Marocco e che – si scoprì durante le indagini – qualche giorno prima della tragedia aveva malmenato la sorella, la quale aveva sporto denuncia ai carabinieri di Valmadrera. «Forse questa tragedia poteva essere evitata, ma si ragiona sempre con il senno di poi». Così l’avvocato Sonia Bova, che ha difeso le in aula i congiunti di Teresa Valsecchi: Giovanna Dell’Oro (che se non fossero arrivati i vicini, forse avrebbe fatto la fine della madre), l’altra figlia Simona, il marito Giancarlo Dell’Oro e Rosalinda Valsecchi, la madre settantenne che non resse alla perdita della figlia e morì di crepacuore pochi giorni dopo di lei.

http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/02/08/665080-uccise_donna_coltellate.shtml

Questa voce è stata pubblicata in Femminicidio, Sentenze, Violenza maschile. Contrassegna il permalink.