Due casi di stalking: il calvario di una donna dopo la separazione!

Il calvario di una moglie dopo la separazione
Uomini che odiano le donne
Minacce con un fucile, lesioni, offese e niente assegno: condannato l’ex marito

Pesaro, 5 aprile 2012 – Donne vittime, picchiate, offese o molestate. Due storie esemplari che emergono da due sentenze pronunciate ieri nel tribunale di Pesaro. La prima, è la storia di uno stalker. Si tratta di un 47enne di Pioraco, Macerata, O. M., ieri presente in aula.
Il giudice lo ha riconosciuto colpevole del reato di stalking e lo ha condannato a 10 mesi di reclusione, pena non sospesa perché l’imputato risulta aver avuto negli anni scorsi altre tre condanne a Macerata. Il giudice, Marinelli, ha anche disposto a favore della parte civile (rappresentata dall’avvocato Marzio Patrignani) una provvisionale di 6 mila euro, anche se l’intero risarcimento avverrà in sede civile.

L’uomo era accusato di aver tormentato, fino quasi a rovinarle l’esistenza, una donna, di 51 anni, vedova, di Gabicce. Che un giorno del gennaio 2010, iniziò a ricevere telefonate sul telefono fisso, utenza intestata al suo nuovo compagno, e il tormento — con messaggi sempre a sfondo sessuale — era continuato così fino all’agosto dello stesso anno, quindi per 8 mesi circa.

L’avvocato difensore dell’uomo ieri ha provato a suggerire al giudice che la carta telefonica del cellulare del suo cliente poteva essere stata clonata, tanto da chiedere alla fine dell’arringa anche ulteriori accertamenti tecnici, relativi alle celle telefoniche, perchè secondo il legale c’erano anomalie. Dal cellulare dell’uomo sarebbero infatti risultate chiamate indirizzate anche ad altre utenze telefoniche, sempre col prefisso di Gabicce, lo 0541. E non si capisce da dove le avrebbe fatte: lui ha detto di non essere mai stato tra Gabicce o Rimini. Il giudice però ha rigettato la richiesta di questi nuovi accertamenti, anticipando la sentenza di condanna. In aula erano presenti la donna vittima di stalking e il suo compagno.

La seconda storia riguarda una donna marocchina di 42 anni. La donna ha reso una lunga testimonianza, un’ora circa, in cui ha praticamente sempre pianto davanti al giudice Marinelli. Era sposata — ora è in corso una causa di separazione — con un pesarese, G. B., 52 anni. A un certo punto l’unione si rompe, e inizia il calvario per la donna. L’uomo finisce presto sotto indagine per una serie di reati, tutti risalenti al 2010: maltrattamenti in famiglia, minacce, lesioni, e per avere omesso di dare l’assegno alla donna.
Tra le lacrime la donna riferisce anche di più: che l’uomo le aveva tolto luce, gas e acqua dalla casa in cui abitavano prima insieme per alcuni mesi. L’aveva picchiata con il manico di una scopa, in un caso aveva anche minacciata con un fucile, che aveva in casa: “Mi ha detto — ha riferito lei ieri — o trovi un lavoro o ti sparo con il fucile e poi mi uccido anch’io”.
La donna ha anche riferito di essere stata di fatto costretta a dormire in macchina, davanti alla questura, per la paura e il disagio che aveva di dormire in quella casa. E ai poliziotti della questura infatti aveva raccontato questa terribile situazione di maltrattamenti: si era anche rivolta al centro provinciale contro la violenza sulle donne. Tanto che ieri è stata sentita come testimone un’operatrice che ha confermato il drammatico racconto della marocchina. Il giudice ha condannato l’uomo ad un anno di reclusione: anche se l’ha ritenuto colpevole non dei maltrattamenti in famiglia, ma di tutti gli altri reati — lesioni, minacce, e il mancato pagamento dell’assegno famigliare, che secondo il giudice ci sono stati, ma che non avevano configurato il reato di maltrattamenti.

http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2012/04/05/692887-violenza-stalking-donne-separazione.shtml

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