Giallo a Termini, cadavere vicino ai binari
è una trans: sul corpo lividi e ferite
Trovata nei pressi del cantiere. Dovrebbe trattarsi di una brasiliana. Sul posto Polfer, squadra mobile e scientifica
Omicidio sui binari del treno. Una transessuale, non ancora identificata, è stata trovata morta questa mattina poco dopo le 8 lungo il binario 10 alla stazione Termini. Il cadavere ha alcuni lividi e tumefazioni sul viso e sul corpo e delle ferite profonde provocate forse dalla lama di un coltello.
A fare la macabra scoperta alcuni operai addetti alla manutenzione della ferrovia. Le indagini sono affidate alla polizia ferroviaria ed alla sezione omicidi della squadra mobile.
La chiamata sarebbe giunta poco prima delle 9. Oltre alla Polfer, nel cantiere vicino al binario 10 della stazione Termini, dove è stato ritrovato il cadavere, sono intervenuti anche la Squadra mobile e la Scientifica per iniziare i rilievi del caso. Al momento, la cosa più evidente sarebbero una serie di ferite e lividi ritrovati sul corpo della transessuale, indizi che farebbero pensare a un pestaggio.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/07/29/news/giallo_alla_stazione_termini_cadavere_vicino_ai_binari-63908178/
—
Omicidi Trans: le Istituzioni rompano il velo d’indifferenza
L’ennesima morte violenta di una transessuale a Roma, probabimente malmenata e brutalmente uccisa, rischia di passare ancora una volta nel silenzio di qualche trafiletto di cronaca locale. A lei e ai suoi cari tutto va il pensiero e il cordoglio di tutto il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
“L’Italia ha il triste primato europeo delle aggressioni e degli omicidi di persone transessuali e transgender e la situazione è aggravata dalla marginalità e invisibilità sociale e dallo stigma con cui le leggi ormai inadeguate e il pregiudizio le colpiscono.” – ha commentato il presidente del Circolo Mario Mieli Andrea Maccarrone – “Le norme nazionali e i regolamenti comunali che negli anni hanno sempre più criminalizzato la clandestinità e la prosituzione hanno finito, inoltre, per colpire quelle trans che più delle altre sono a rischio e con estrema difficoltà possono chiedere aiuto o rivolgersi alle forze dell’ordine finendo facilmente vittime della criminalità. Una condizione intollerabile di fronte alla quale le isituzioni chiudono gli occhi nell’indiffernza generale.
Il pregiudizio nei confronti delle persone trans è peraltro ulteriormente alimentato dal linguaggio di gran parte della stampa che, nel raccontare questi episodi di cronaca, si dimostra spesso inadeguata persino al semplice rispetto delle vittime e della loro identità di genere con continui riferimenti al maschile e l’uso di termini spregiativi quali “viado” o simili. Un’abitudine incomprensibile e fuori dalla realtà che continueremo a segnalare fino a quando le persone transessuali e transgender non verranno trattate con dignità e rispetto in primo luogo da chi ha l’importante compito di raccontarne le storie.
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
http://www.mariomieli.net/omicidi-trans-le-istituzioni-rompano-il-velo-dindifferenza.html
—
Tra i viaggiatori che ogni giorno correvano a prendere il treno alla stazione pochi facevano caso a lei. Per tutti era la trans di Termini, quella che passava le sue giornate lungo i binari o davanti all’ingresso della stazione a raccogliere le cicche nei portacenere per racimolare un po’ di tabacco. Un’altra disperata senza nome e senza storia che andava a riempire le file del popolo dei senzatetto della stazione. Andrea aveva solo 28 anni ed era colombiana. Aveva una gamba e un braccio paralizzati per un’aggressione subita a Ostia. La notte tra il 28 e il 29 luglio 2013 qualcuno l’ha massacrata di botte; il suo corpo è stato trovato abbandonato al binario 10.
Non parlava con chiunque Andrea, non dava confidenza facilmente. La maggior parte del tempo se ne stava seduta a fissare il vuoto. Oppure si trascinava, un passo alla volta verso la pensilina dell’autobus 714 che l’avrebbe portata alla mensa della Caritas di Colle Oppio. Quando capiva di potersi fidare, però, cambiava espressione, il suo volto bruciato dal sole si illuminava. Così, sei giorni prima di morire ci aveva raccontato la sua storia, i dolori e soprusi subiti, e confidato le sue speranze. Nonostante tutto. Video di Gabriella Lanza.