Depresso per la perdita del lavoro
uccide figlia, moglie, suocera e si suicida
Tragedia familiare in una casa in corso Francia nella città della cintura torinese. Il cinquantaseienne ha sparato a moglie e suocera, poi alla figlia, che è morta poche ore più tardi al Cto. Infine si è ucciso. Rappresentante di commercio, sarebbe stato depresso dopo la perdita del lavoro
Daniele Garattini, 56 anni, originario di Ivrea, dopo aver ucciso la moglie Letizia Maggio, 54 anni. nata in Venezuela, e la suocera Daria Maccari, di Bellinzago Novarese, 84 anni, ha sparato anche alla figlia Giulia, 21 anni, poi si è suicidato. Un primo colpo sparato al petto non è stato sufficiente, non aveva altri proiettili nella pistola e si è quindi accoltellato. La figlia, ferita alla testa e in gravissime condizioni, è stata trasferita al Cto, ma poche ore più tardi è morta anche lei.
Prima di uccidersi, Garattini ha chiamato i carabinieri: “Ho ammazzato tutti, venite”, sono
state le uniche parole dette al telefono prima di suicidarsi. Poi ha lasciato la porta socchiusa, si è sparato al cuore e infine si è accoltellato. L’uomo, rappresentante di commercio per la Benetton, da pochi mesi aveva chiuso la sua attività a causa della crisi. Quando i soccorsi sono arrivati hanno provato a rianimarlo per tre volte ma senza riuscirci. Secondo i vicini avrebbe mostrato i segni di una forte depressione. Sul posto i carabinieri, il 118. Le indagini sono affidate al pm Antonio Rinaudo.
http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/12/31/news/torino_due_persone_trovate_morte_omicidio-74854241/
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«Venite, ho ammazzato tutti»
Uccide moglie, suocera e figlia. Poi si suicida
Ignote ancora le cause della tragedia familiare
Tragedia familiare a Collegno, paese della cintura di Torino. Una lite nata in casa, al quinto piano di una palazzina residenziale, nella casa della famiglia Garattini, è degenerata in un quadruplice omicidio.
Daniele Garattini, 57 enne rappresentante di commercio e disoccupato da circa un mese, intorno alle 12. 30 ha impugnato una pistola calibro 7,65 e ha sparato alla suocera. Daria Maccari, 84 anni, è morta sul colpo in soggiorno.
L’uomo poi è andato in cucina e ha quindi fatto fuoco sulla moglie, Letizia Maggio, 54 anni. Anche lei è deceduta. Dopo aver sparato anche sulla figlia Giulia, 21 anni, ha puntato l’arma contro se stesso, al cuore. Ma i sei colpi del caricatore erano finiti. Quindi ha preso un coltello e si è pugnalato al petto, morendo poco dopo. La figlia è stata trasportata in gravissime condizioni all’ospedale Martini di Torino dove è morta poco dopo.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il sostituto procuratore Antonio Rinaudo. «Era una famiglia modello», è la descrizione emersa dalle prime testimonianze. Forse a scatenare la furia dell’uomo è stato il fatto che avesse perso recentemente il lavoro. A dare l’allarme ai carabinieri, è stato proprio l’autore dei delitti. «Venite, ho sparato a mia suocera e a mia moglie, ho fatto una strage» ha detto ai militari al telefono. Quando sono arrivati sul posto, gli inquirenti hanno trovato i corpi a terra in un lago di sangue. Garattini era ancora agonizzante è riuscito a dire: «Sono impazzito, sono impazzito» prima di morire.
Gianni Pesce, amico di famiglia, vicino di casa ed ex assessore ai Trasporti di Collegno, racconta: «Lui era un uomo mite, ci vedevamo ogni tanto. È venuto anche a casa mia. Dieci giorni fa ci ha detto che aveva perso il lavoro ed era molto preoccupato. Faceva il rappresentante con partita Iva per la Benetton ma per via della ristrutturazione dell’azienda era rimasto a casa. La moglie, che conoscevo bene, impiegata alla Lavazza, era molto tesa perché lui si doveva ricostruire una vita. Era una donna che partecipava alla cittadinanza attiva. È lei che ha voluto costruire questo giardinetto di fronte a casa. Faceva parte del comitato di quartiere Santa Maria. La suocera viveva con loro. Erano una famiglia normalissima. Era impossibile immaginarsi una cosa del genere».
http://www.corriere.it/cronache/13_dicembre_31/uccide-moglie-suocera-spara-figlia-30enne-8282aa0c-721f-11e3-9570-45a67b1bba62.shtml
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Torino, uomo uccide moglie, suocera e figlia. Poi si toglie la vita
L’autore del triplice omicidio a Collegno (To) è un rappresentante di commercio senza lavoro da alcuni mesi. L’uomo si è sparato ferendosi gravemente e poche ore dopo è morto. Sua la telefonata ai Carabinieri: “Venite ho ammazzato tutti”
Tragedia familiare a Collegno (Torino), dove un uomo di 56 anni, Daniele Garattini, ha sparato e ucciso la moglie (Letizia Maggio) e la suocera (Daria Maccari), ha ferito in modo grave la figlia e poi si è sparato, togliendosi la vita. Poco dopo è morta anche la ragazza di 21 anni, Giulia Garattini. Sul posto sono intervenuti il 118 e i carabinieri, che indagano sulle cause del dramma. L’uomo è deceduto nell’appartamento in cui si è consumata la tragedia. A dare l’allarme ai carabinieri è stato lo stesso uomo, che prima di spararsi ha aperto la porta di casa per farli entrare. Sul posto è stato trovato anche un coltello insanguinato.
La sparatoria è avvenuta in un appartamento del centro del paese, nella prima cintura di Torino. A far fuoco contro i parenti è stato, secondo le prime informazioni raccolte, un commerciante, che si è poi sparato al petto. Non sono ancora noti, al momento, i motivi della tragedia. “Ho ammazzato tutti, venite“. Sono queste le ultime parole che Daniele Garattini ha pronunciato, in una telefonata ai carabinieri, prima di suicidarsi sparandosi al petto. L’uomo, rappresentante di commercio che da pochi mesi aveva chiuso la sua attività a causa della crisi, si è tolto la vita dopo avere ucciso la moglie, impiegata in una azienda torinese, la suocere e la figlia, studentessa. Le indagini dei carabinieri sono coordinate dal sostituto procuratore Antonio Rinaudo. Secondo quanto appreso, per togliersi la vita, dopo aver sterminato la famiglia, l’uomo si è sparato al petto e si è poi accoltellato.
“Daniele era una persona mite, provato dalla perdita del lavoro e dalla presenza in casa dell’anziana suocera, che assiste con la moglie. Nulla lasciava presagire una simile tragedia”. E’ sotto choc Gianni Pesce, ex assessore del Comune di Collegno, amico dell’uomo che oggi ha sterminato la famiglia e si è poi suicidato. “Era una persona per bene, un grande lavoratore”, si limita ad aggiungere l’amico che ricorda anche “l’impegno della moglie nel comitato di quartiere”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/31/torino-uomo-uccide-moglie-suocera-e-figlia-poi-si-toglie-la-vita/828775/
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Collegno, il ritratto di un mite
sconvolto dalla perdita del lavoro
Garattini era stato per trent’anni agente commerciale di Benetton, poi una riorganizzazione aziendale lo aveva lasciato senza occupazione. Impegnato nel sociale, aveva partecipato ad alcune iniziative di “Save the children”. Con la famiglia viveva anche la suocera
“Un duro colpo che però non lo aveva messo in ginocchio anche se lo aveva molto provato – racconta Gianni Pesce, consigliere comunale del Pd e amico di famiglia dell’uomo che ha ucciso moglie, suocera e figlia per poi togliersi la vita subito dopo – Noi lo avevamo saputo appena una decina di giorni fa”. Garattini si racconta su Linkedin, dove aveva un suo profilo professionale, uno dei tanti canali con cui stava cercando di trovare una nuova occupazione. Si dice amante dei viaggi in camper, della lettura. Nel tempo libero era impegnato nel sociale e occasionalmente aveva partecipato alle attività di dell’associazione Save the Children a Torino. “Un uomo mite”, racconta ancora Pesce.Viveva al quinto piano di un condominio in corso Francia con la moglie Letizia Maggio, 54 anni e la loro figlia Giulia, 21 anni. Con loro viveva anche l’anziana suocera di 84 anni, Daria Maccari, malata di Alzheimer. La moglie lavorava come impiegata alla Lavazza. “L’avevano appena trasferita in via Bologna-Racconta una collega accorsa a Collegno- Lavoravamo insieme da tempo. Le nostre figlie andavano a danza insieme”. Letizia era una mamma, una lavoratrice e anche una cittadina attiva.”Aveva partecipato alla creazione del comitato di quartiere Santa Maria. Partecipava a tante iniziative del quartiere”, ricorda Pesce. Da anni si occupava della mamma malata, originaria di Bellinzago, ma ormai residente con loro a Collegno. La figlia Giulia si era diplomata al Romero di Rivoli e poi aveva deciso di continuare a studiare. Amava la danza. Questa sera avrebbe dovuto festeggiare il capodanno con il fidanzato.
Trent’anni passati a lavorare come agente commerciale per conto della Benetton di cui era diventato anche coordinatore dell’ufficio vendite per la linea bambino e consulente come libero professionista. Poi un mese fa, Daniele Garattini, 56 anni, a causa di una riorganizzazione aziendale, aveva perso il suo unico committente
“Un duro colpo che però non lo aveva messo in ginocchio anche se lo aveva molto provato – racconta Gianni Pesce, consigliere comunale del Pd e amico di famiglia – Noi lo avevamo saputo appena una decina di giorni fa”. Garattini si racconta su Linkedin, dove aveva un suo profilo professionale, uno dei tanti canali con cui stava cercando di trovare una nuova occupazione. Si dice amante dei viaggi in camper, della lettura. Nel tempo libero era volontario per l’associazione Save the Children a Torino. “Un uomo mite”, racconta ancora Pesce.Viveva al quinto piano di un condominio in corso Francia con la moglie Letizia Maggio, 54 anni e la loro figlia Giulia, 21 anni. Con loro viveva anche l’anziana suocera di 84 anni, Daria Maccari, malata di Alzheimer.
La moglie lavorava come impiegata alla Lavazza. “L’avevano appena trasferita in via Bologna-Racconta una collega accorsa a Collegno- Lavoravamo insieme da tempo. Le nostre figlie andavano a danza insieme”. Letizia era una mamma, una lavoratrice e anche una cittadina attiva.”Aveva partecipato alla creazione del comitato di quartiere Santa Maria. Partecipava a tante iniziative del quartiere”, ricorda Pesce.
Da anni si occupava della mamma malata, originaria di Bellinzago, ma ormai residente con loro a Collegno.
La figlia Giulia si era diplomata al Romero di Rivoli e poi aveva deciso di continuare a studiare. Amava la danza. Questa sera avrebbe dovuto festeggiare il capodanno con il fidanzato.
http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/12/31/news/il_ritratto_di_un_uomo_impegnato_che_all_improvviso_perde_la_testa-74871018/?ref=HREA-1
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«Venite, ho ammazzato tutti»
Uccide moglie, suocera e figlia. Poi si suicida
Ignote ancora le cause della tragedia familiare
La perdita del lavoro. L’epatite. Una depressione incombente. Potrebbero essere tra i motivi che hanno spinto Daniele Garattini, 57 enne, rappresentante di commercio e disoccupato da ottobre, ad uccidere la suocera, la moglie e la figlia, per poi spararsi. La tragedia familiare si è consumata alle 12.30 a Collegno, paese della cintura di Torino, al quinto piano di una palazzina residenziale, in corso Francia 216, nella casa della famiglia Garattini. L’uomo ha sparato alle tre donne con una pistola calibro 7,65. Poi si è ucciso accoltellandosi al cuore. Dall’analisi dei cadaveri e dai rilievi dei carabinieri che sono intervenuti, è emerso che non ci sarebbe stata nessuna lite prima dell’esplosione di violenza.
L’uomo avrebbe agito all’improvviso, senza motivo, sorprendendo le sue familiari in due stanze diverse. La prima a morire è stata la suocera, Daria Maccari, 84 anni. Dormiva in soggiorno, supina, sul divano. Garattini ha preso la pistola e l’ha centrata in fronte. E’ morta sul colpo. Dopo, Garattini è andato in cucina e ha fatto fuoco sulla moglie, Letizia Maggio, 54 anni. Anche lei è deceduta subito. E ha infierito quasi contemporaneamente sulla figlia Giulia, 21 anni. La consorte è stata colpita da un solo proiettile, nella parte posteriore del collo. La figlia invece da due o tre colpi, sulla base laterale destra del collo. L’uomo ha quindi preso un coltello da cucina lungo 17 centimetri e si è inflitto sette colpi al torace. Seguiti da altri tre, più profondi, al cuore. Mortali.
Né padre né figlia sono deceduti immediatamente. I sanitari del 118 sono riusciti a portare la ragazzina all’ospedale Martini di Torino. I soccorsi non sono serviti. E’ deceduta quasi subito dopo il ricovero. L’uomo invece è riuscito ancora, prima di spirare, i casa, a dire ai carabinieri: “Li ho uccisi io, perchè sono pazzo”. Era stato proprio lui a dare l’allarme telefonando al 112: “Venite, ho ucciso tre persone, ho fatto una strage”. Oltre ai carabinieri e al medico legale, è arrivato sul posto il sostituto procuratore Antonio Rinaudo, che ha aperto un’inchiesta. «Era una famiglia modello», è la descrizione emersa dalle prime testimonianze.
Gianni Pesce, amico di famiglia, vicino di casa ed ex assessore ai Trasporti di Collegno, racconta: «Lui era un uomo mite, ci vedevamo ogni tanto. È venuto anche a casa mia. Dieci giorni fa ci ha detto che aveva perso il lavoro ed era molto preoccupato. Faceva il rappresentante con partita Iva per la Benetton ma per via della ristrutturazione dell’azienda era rimasto a casa. La moglie, che conoscevo bene, impiegata alla Lavazza, era molto tesa perché lui si doveva ricostruire una vita. Era una donna che partecipava alla cittadinanza attiva. È lei che ha voluto costruire questo giardinetto di fronte a casa. Faceva parte del comitato di quartiere Santa Maria. La suocera viveva con loro. Erano una famiglia normalissima. Era impossibile immaginarsi una cosa del genere». Anche perché, nonostante la perdita del lavoro da parte di Garattini, la famiglia non aveva particolari problemi economici. Il padre di famiglia era però recentemente tormentato da problemi di salute. L’epatite non gli dava tregua. Aveva cambiato cura da poco.
Il padre ha riferito agli inquirenti che era cambiato, dall’inizio della nuova terapia. “Era depresso” ha detto. Anche il portiere dello stabile e il vicino di casa di sopra confermano un lieve cambiamento d’umore. L’uomo era diventato anche più ansioso nei confronti della figlia Giulia. Non gradiva che uscisse con il fidanzatino, voleva che rientrasse a casa prima di mezzanotte e che limitasse di molto le uscite serali. La madre, conscia del disagio della figlia, le aveva scritto un biglietto proprio per Natale: “Scusa per papà”. Si rendeva conto che il malumore del marito stava incidendo sul benessere della ragazza. I carabinieri continuano a sentire testimoni.Tra i primi a essere ascoltati, il fidanzatino della figlia Giulia. Dopo averla chiamata più volte sul cellulare perché voleva organizzare con lei la serata di festa del Capodanno, il ragazzo si è rivolto ai carabinieri che gli hanno spiegato l’accaduto.
Molti vicini di casa non si spiegano come sia potuto accadere un fatto del genere. «Daniele era una bravissima persona, un uomo buono che non ha mai litigato con nessuno» spiega un pensionato. E ancora una signora: «Non abbiamo mai sentito grida da quella casa. Ho incontrato Daniele al supermercato. Stava comperando delle cose per la cena di Capodanno, l’avrebbe festeggiato in casa. Mai avrei pensato che sarebbe finita così».
http://www.corriere.it/cronache/13_dicembre_31/uccide-moglie-suocera-spara-figlia-30enne-8282aa0c-721f-11e3-9570-45a67b1bba62.shtml
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