#1 (Uomo) – Ragazzo ucciso a Roma

Roma, gay sequestrato, seviziato e ucciso
Si indaga per omicidio volontario

Gli inquirenti ipotizzano che il giovane sia stato ucciso con un punteruolo in un altro luogo e solo dopo il decesso sia stato trasportato in via Pescaglia. In corso gli interrogatori anche per chiarire la relazione tra Fulli e il suicida vittima di omofobia della Pantanella. Marrazzo (Gay Center): “Delitto ricorda 35 omicidi insoluti degli anni ’90 e 2000”

Roma, gay sequestrato, seviziato e ucciso Si indaga per omicidio volontario (ansa)
Omicidio volontario. E’ questo il reato ipotizzato dalla procura di Roma nell’inchiesta sulla morte di Daniele Fulli, il 28enne scomparso il 4 gennaio scorso e trovato privo di vita martedì sera nei pressi di via Pescaglia. Per gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal sostituto Caterina Sgrò, infatti, si tratta di delitto. Il sospetto di chi indaga è che l’omicidio però sia avvenuto in un luogo diverso da quello del ritrovamento del cadavere. Intanto la polizia sta ascoltando parenti ed amici di Fulli, che in passato sembra aver avuto una relazione con Simone, il giovane che si suicidò il 29 ottobre scorso alla Pantanella perché vittima di omofobia.

Le indagini. Si indaga anche sull’arma del delitto. Sul corpo di Daniele infatti le prime analisi hanno riscontrato due ferite sospette. Potrebbe non esser stata però un’arma da fuoco ad ucciderlo. Secondo gli inquirenti il ragazzo, che lavorava come parrucchiere, potrebbe essere stato ferito da un’arma bianca, probabilmente un punteruolo o comunque un oggetto appuntito. Ed è proprio su questo particolare che gli inquirenti della Procura di Roma e gli uomini della Squadra mobile stanno puntando la loro attenzione. Soltanto successivi esami e verifiche renderanno il dato certo. Al momento chi indaga ha delegato una serie di controlli strumentali, radiografie e tac, per stabilire l’origine dei fori trovati sul collo ed all’altezza dell’inguine. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani non ha dubbi: Daniele è stato ammazzato forse dopo essere stato anche seviziato.

L’attività di indagine punta in questa prima fase a ricostruire, anche grazie ai tabulati telefonici e alle celle che hanno agganciato il cellulare del giovane parrucchiere, cosa sia accaduto tra l’ultimo contatto avuto da Daniele con la madre e l’ora del ritrovamento del cadavere. Gli inquirenti, inoltre, sospettano che la vittima possa essere stata uccisa in un luogo diverso rispetto alla boscaglia di via Pescaglia, a pochi metri dal greto del Tevere, dove è stato ritrovato.

In queste ore, quindi, si scava nella vita privata di Daniele cercando elementi che possano portare all’autore dell’omicidio. Di certo, elemento confermato anche dalla madre del giovane, che da anni viveva a Gesualdo, piccolo centro dell’Irpinia, il giovane in passato è stato legato sentimentalmente con Simone, il ragazzo di 21 anni che si suicidò il 29 ottobre scorso alla Pantanella a Roma. Si trattò di un gesto di protesta “contro l’omofobia”, come scrisse in una lettera-testamento. Una drammatica vicenda che, sempre in base a quanto riferito agli inquirenti, ha scosso fortemente la vita di Fulli. Per chi indaga, comunque, non ci sarebbe alcun legame tra quella storia e la morte violenta di Daniele. Restano aperte, quindi, tutte le ipotesi investigative anche se l’omicidio passionale, al momento, non convince del tutto i pm di piazzale Clodio.

Il luogo del ritrovamento del corpo. Quella maledetta via Pescaglia in cui nel 2007 fu scoperto uno scheletro ricomposto con le ossa di cinque persone, non convince gli investigatori che ritengono che Fulli sia stato portato lì dopo il decesso.

Le reazioni. “Considero a questo punto che il movente omofobo prenda corpo o comunque sia uno degli elementi rilevanti del caso di Daniele” afferma Fabrizio Marrazzo, portavoce dell’associazione romana Gay Center, in cui anche Fulli avrebbe fatto il volontario, e che domani affiggerà nella Gay Street di via di San Giovanni in Laterano, uno striscione “Ciao Daniele, Vogliamo la verità. I tuoi amici”, dove chiunque potrà portare un fiore o una lettera. “E’ il nostro primo e immediato modo di ricordare tutti insieme Daniele – dice Fabrizio Marrazzo – e chiedere che sul suo caso si faccia estrema chiarezza affinché la sua morte non rimanga senza verità e giustizia. Confidiamo nel lavoro di chi sta conducendo le indagini, supportate in queste ore anche l’Oscad, osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni istituito nel 2010. Siamo vicini alla famiglia di Daniele e a tutti coloro che gli volevano bene, noi eravamo tra quelli”.

“La dinamica del delitto di Fulli – ha aggiunto Marrazzo – risulta simile a quella degli altri 35 omicidi rimasti insoluti tra gli anni ’90 e i primi anni 2000”. Per il portavoce dell’associazione, il ritrovamento del corpo di Daniele Fulli ricorda quello di Paolo Seganti, ucciso l’11 luglio 2005, trovato nel parco delle Valli a Roma la mattina dopo. “Il suo cadavere – racconta – è stato oggetto di una ferocia inaudita come, mi sembra, sia accaduto adesso a Daniele”. In Marrazzo si rafforza la convinzione che il giovane parrucchiere sia stato sequestrato 24 ore prima di essere assassinato.

Il ragazzo, secondo quanto si legge sul ‘gruppo’ aperto su un noto social network era nato a Roma il 21 ottobre 1985. Biondo, occhi azzurri,
alto 1,70 cm circa, di costituzione robusta e del peso circa 90 chili, portava un orecchino al lobo sinistro. L’ultima volta che è stato visto, si legge sul web, portava un pantalone nero, maglione scuro, un piumino marrone, e aveva una borsa a tracolla grigia. L’ultimo avvistamento risale a sabato 4 gennaio alle ore 22 in zona Magliana. Un’amica ha spiegato: “Forse è stato un incontro sbagliato. Daniele era un ragazzo semplice, buono”.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/01/08/news/magliana-75400060/

Gay ucciso a Roma
«Daniele colpito con punteruolo»

Potrebbe non esser stata un’arma da fuoco ad uccidere Daniele Fulli, il giovane gay trovato cadavere ieri pomeriggio alla Magliana, nei pressi del greto del fiume Tevere. Secondo gli inquirenti il ragazzo, che lavorava come parrucchiere, potrebbe stato «passato» da un’arma bianca, un punteruolo. Soltanto successivi esami e verifiche renderanno il dato certo.

Le indagini sul caso, dirette dal pm Sgrò e dall’aggiunto Pierfilippo Laviani, partono anche da questo elemento. I due, che procedono per omicidio volontario, ritengono che Fulli sia stato ucciso altrove e poi abbandonato nel canneto. Al momento chi indaga ha delegato una serie di controlli strumentali, radiografie e tac, per stabilire l’origine dei fori trovati sul collo ed all’altezza dell’inguine. Gli investigatori ritengono poi che Fulli sia stato portato nel luogo dove è stato trovato dopo il decesso.

La pista di un incontro a luci rosse finito male non sembra convincere più di tanto gli inquirenti che attendono risposte utili dall’esame dei tabulati telefonici per ricostruire le ultime ore del ragazzo. La madre avrebbe effettuato una chiamata sul cellulare del figlio la notte tra il 4 e il 5 gennaio scorso: ma si è trattato di una chiamata senza risposta. Forse a quell’ora, Fulli era già morto.

Altro dato «indiretto» ora all’attenzione dei magistrati è il fatto che Daniele conoscesse Simone, il giovanissimo omosessuale che alla fine di ottobre scorso si tolse la vita gettandosi dal terrazzo del complesso residenziale dell’ex pastificio della Pantanella, vicino la basilica di Santa Croce.

Gli investigatori della polizia, diretti da Filiberto Mastrapasqua, stanno sentendo i familiari e gli amici di Fulli. Il ragazzo secondo quanto si legge sul ‘gruppò aperto su un noto social network era nato a Roma il 21 ottobre 1985. Biondo, occhi azzurri, alto 1,70 cm circa, di costituzione robusta e del peso circa 90 chili, portava un orecchino al lobo sinistro.

L’ultima volta che è stato visto, si legge sul web, portava un pantalone nero, maglione scuro, un piumino marrone, e aveva una borsa a tracolla grigia. L’ultimo avvistamento risale a sabato 4 gennaio alle ore 22 in zona Magliana. Un’amica ha spiegato: «Forse è stato un incontro sbagliato. Daniele era un ragazzo semplice, buono».

http://www.unita.it/italia/daniele-frulli-gay-omosessuale-luci-rosse-porno-incontri-web-ucciso-punteruolo-simone-pantanella-mag-1.543642

Magliana, gay seviziato e ucciso
Il corpo di Daniele Fulli scoperto su un argine del Tevere con due fori, uno all’inguine e l’altro al collo. Era scomparso sabato scorso
PER APPROFONDIRE tagdaniele fulli, gay, tevere, roma, magliana, facebook
Il luogo dove è stato ritrovato il corpo

«Biondo, occhi azzurri, alto 1,70, costituzione robusta, un orecchino al lobo sinistro». Una pagina su Facebook per cercare Daniele Fulli, 28 anni, l’ultima volta è stato visto sabato scorso alla Magliana.

L’hanno trovato ieri pomeriggio in fondo a una scarpata lungo gli argini del Tevere, due piccoli fori – uno all’inguine e l’altro al collo – fanno della fine del giovane parrucchiere gay un giallo. Daniele è stato probabilmente ucciso e poi abbandonato lì, nel canneto sul fiume. Si pensa all’omicidio senza ancora escludere altre ipotesi. Daniele aveva i pantaloni abbassati, lividi sul volto e sul corpo, accanto a lui non c’era la borsa grigia con cui era uscito da casa e che conteneva i documenti e il cellulare. C’è chi lo ricorda accanto a Simone, lo studente di 21 anni gay che si è suicidato lanciandosi fa dal terrazzo dell’ex Pantanella, tra i due c’era stata una storia.

Ieri pomeriggio, alle 15,30, un romeno che sta andando lì a pescare vede il corpo coperto tra rovi e canne. Via Pescaglia, una traversa di via della Magliana, in quel tratto si lascia alle spalle i palazzi e costeggia il fiume. Dall’asfalto al dirupo c’è un dislivello di cinque. Viene allertato il 113, intervengono i vigili del fuoco per tirare su il cadavere e portarlo sull’erba, arrivano gli agenti del commissariato San Paolo e gli investigatori della squadra mobile diretti da Renato Cortese.

Una prima visita del medico legale non basta a chiarire le cause della morte: ci sono quei piccoli fori che fanno pensare ai colpi di una pistola di piccolo calibro. La posizione del corpo è compatibile con una caduta, Daniele potrebbe essere stato ucciso altrove e poi scaricato in fondo al dirupo. Quando? La sera stessa della scomparsa o nei giorni successivi? Si cerca di capire dove è stato e chi ha visto dopo che aver lasciato casa. «Forse è morto per un incontro sbagliato», dice la sua amica Barbara.

LA DENUNCIA
Viveva in via Pieve Fosciana (Magliana) con la madre, una donna delle pulizie originaria di Gesualdo, provincia di Avellino. È uscito sabato pomeriggio e non è più tornato, il 5 alle 18 la madre denuncia la scomparsa ai carabinieri di Villa Bonelli. Racconta che negli ultimi tempi il figlio è cambiato, tende ad isolarsi, non lavora più. Gli amici aprono una pagina Fb cercarlo. «Ultimo avvistamento – scrivono – alle 22 di sabato». Indossa pantaloni, maglione e scarpe nere, un piumino marrore Moncler, ha una borsa grigia a tracollo.

Daniele scherzava sulla sua omosessualità, faceva il parrucchiere a domicilio, aveva anche lavorato come volontario al centralino per l’assistenza alle vittime dell’omofobia del Gay center che organizzerà per lui una mobilitazione. Sabato alle 16 le associazioni glbt faranno una marcia sul luogo di «questo efferato omicidio gay».

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/magliana_giallo_gay_morto/notizie/431884.shtml

Roma, confessa l’omicida
del ragazzo gay ucciso
Fulli è stato ucciso il 4 gennaio con un punteruolo. Due le ipotesi sul movente: il parrucchiere potrebbe aver rifiutato un rapporto sessuale con l’omicida oppure era in cerca di una relazione più stabile che l’assassino non gradiva

Un ragazzo è stato fermato dalla Squadra Mobile di Roma nelle indagini sulla morte di Daniele Fulli, il parrucchiere gay di 28 anni il cui cadavere è stato trovato due giorni fa sul greto del fiume Tevere a Roma, con due ferite al collo e all’inguine provocate da un punteruolo che però non è ancora stato trovato.

Si tratta di Andrea Troisio, 32 anni: fermato nella notte, ha confessato il delitto durante il primo interrogatorio. L’uomo vive da tempo nella comunità di recupero per tossicodipendenti. Ha precedenti per rapina, guida in stato di ebrezza e possesso di sostanze stupefacenti. Renato Cortese, capo della squadra mobile di Roma, in una conferenza stampa tenutasi oggi in questura, ha spiegato che grazie alle testimonianze di parenti e amici della vittima e all’analisi dei tabulati dei cellulari si è risaliti a Troisio.

I due, Andrea e Daniele, si erano conosciuti probabilmente nel quartiere, da pochi giorni. Insieme si sarebbero recati insieme, il 4 gennaio, giorno della scomparsa di Fulli, sulle sponde del Tevere, sempre in zona Magliana, dove poi è stato ritrovato il corpo della vittima.

Due secondo gli inquirenti le ipotesi sul movente e la dinamica dell’omicidio: la vittima potrebbe aver rifiutato un rapporto sessuale e per questo sarebbe stato ucciso. Una seconda ipotesi racconta invece che forse Fulli cercava una relazione più stabile mentre Troisio voleva rapporti più occasionali. Al termine di una lite, dopo un rapporto sessuale, Troisio si sarebbe dunque lanciato su Fulli e lo avrebbe colpito più volte fino ad ucciderlo. Sarebbe quindi in ogni caso esclusa la premeditazione.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/01/09/news/roma_gay_ucciso_fermata_una_persona-75464351/?ref=HREC1-2

«Voleva un rapporto stabile»
Confessa l’omicida di Daniele

Gay ucciso a Roma. «Colpito con punteruolo» Tutti gli articoli della sezione 9 gennaio 2014 A – A Ha ammesso le proprie responsabilità nel corso di un interrogatorio davanti al pubblico ministero, Andrea Troisio, 32 anni, l’uomo fermato questa notte dagli agenti della Squadra Mobile di Roma con l’accusa di aver ucciso Daniele Fulli, 28 anni, parrucchiere omosessuale, trovato cadavere sul greto del fiume Tevere.

Daniele Fulli cercava un rapporto più stabile e questo sarebbe il movente del suo omicidio. È quanto hanno spiegato gli investigatori della Squadra mobile di Roma diretti da Renato Cortese, e del Commissariato San Paolo che la scorsa notte hanno fermato per omicidio Andrea Troisio, un tossicodipendente che viveva in una comunità di recupero nel quartiere della Magliana. I due si frequentavano da poco tempo e avevano avuto alcuni rapporti. Il legame più stabile che pretendeva la vittima era però respinto da Troisio che, invece, come hanno riferito gli investigatori, cercava solo rapporti occasionali.

La sera del 4 gennaio, i due hanno raggiunto a piedi il greto del Tevere, all’altezza di via della Pescaglia, dove hanno consumato un rapporto sessuale. Forse c’è stato un ennesimo litigio e Troisio ha reagito con violenza colpendo la vittima con un punteruolo al collo e all’inguine.

Il corpo di Daniele Fulli è stato trovato solo due giorni fa dopo che i familiari ne avevano denunciato la scomparsa. Nel corso dell’interrogatorio, Troisio ha ammesso le proprie responsabilità e il fermo dovrà ora essere convalidato nelle prossime ore dal gip. Per arrivare a lui gli inquirenti si sono avvalsi anche dell’analisi dei tabulati telefonici che hanno confermato i contatti che i due hanno avuto negli ultimi giorni. Altri testimoni hanno, inoltre, riferito che si frequentavano da poco tempo e che certamente si erano visti la sera del 4 gennaio.

http://www.unita.it/italia/daniele-fulli-parrucchiere-gay-rapporto-stabile-roma-confessa-omicida-omosessuale-tevere-rapporti–1.543920

Questa voce è stata pubblicata in Omofobia, Violenza commessa da uomini, Violenza di genere - Vittime Maschili, Violenza di genere - vittime omo/lesbo/trans. Contrassegna il permalink.