Italiano, zio della vittima, accusato di aver ucciso, violentato e nascosto il corpo di Sarah Scazzi

IL CASO
Si cerca il corpo di Sarah Scazzi
lo zio ha confessato: “Sono stato io”
Sarah Scazzi

TARANTO – Febbrili ricerche nella campagna di Avetrana, si cerca il cadavere di Sarah Scazzi: la zona è stata indicata dallo stesso assassino. In un primo tempo l’agenzia Agi aveva parlato di “un corpo ritrovato”. L’indicazione riguarda un casolare nella zona fra Avetrana e Nardò. Dagli investigatori per ora non arrivano conferme nè sulla morte di Sarah nè sul fatto che militari si siano recati a cercare il corpo della ragazzina.

A indicare il corpo sarebbe stato lo zio matermo Michele Misseri, come scrive in tempo reale Repubblica Bari. 1 “Sono stato io” ha detto, ma non si sa ancora se si sia addossato una responsabilità non sua. L’uomo è stato interrogato a lungo insieme alla moglie Cosima Spagnolo, e la loro figlia Valentina, genitori e sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sara il 26 agosto scorso sarebbe dovuta andare al mare.

Sarah è scomparsa alle 14,30 di quel giorno 2. Mille ipotesi sulla sua scomparsa: la fuga dopo un’amicizia nata su Facebook, una lite in famiglia, addiritura l’esistenza di una sorellastra. Fino al misterioso ritrovamento del telefonino di Sarah, lontano da casa sua, proprio ad opera dello zio matermo Michele Misseri.

Secondo quanto trapelato, l’esame dei carabinieri del Ris di Roma sul telefonino, escluderebbe che sia stato per oltre un mese esposto alle intemperie: quel ritrovamento è stato -secondo gli inquirenti – un maldestro tentativo di depistaggio.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/06/news/ritrovato_il_corpo_di_sarah_scazzi-7799074/?ref=HREA-1

IL CASO DELLA RAGAZZA SCOMPARSA IL 26 AGOSTO
Sarah, i carabinieri cercano il cadavere
I militari in azione nelle campagne di Avetrana. Secondo il Quotidiano di Puglia lo zio ha confessato il delitto

MILANO – Il corpo di Sarah Scazzi, la ragazza scomparsa lo scorso 26 agosto ad Avetrana, in Puglia, sarebbe stato ritrovato. La giovane sarebbe stata uccisa e il suo cadavere occultato in un pozzo. E a compiere l’omicidio sarebbe stato lo zio della giovane, Michele Misseri, l’uomo che nei giorni scorsi aveva rivelato di avere trovato casualmente il cellulare della giovane in un uliveto. Secondo indiscrezioni, il corpo della ragazza sarebbe stato rinvenuto in un podere sulla provinciale tra Avetrana e Nardò, in una zona a poca distanza da luogo in cui lo zio disse di avere trovato il telefonino della nipote. Si parla anche di due fermi di polizia giudiziaria.
L’INTERROGATORIO – La svolta nella vicenda è arrivata al termine di un lungo interrogatorio dell’uomo nella caserma dei carabinieri dove sono state sentite anche la moglie dell’uomo e la figlia Valentina. La notizia era stata data in diretta alla famiglia nel corso della trasmissione «Chi l’ha visto», anche se all’inizio non c’era alcuna conferma dell’accaduto da parte degli inquirenti. Anche l’avvocato della famiglia, presente durante il collegamento con gli studi di Raitre, aveva detto di non riuscire ad avere conferme. Il collegamento con la casa di Sarah era stato poi interrotto per tutelare i famigliari della giovane, visibilmente sconcertati per l’evolversi della situazione. I carabinieri avevano iniziato le ricerche del cadavere sulla base delle dichiarazioni fatte dalle persone interrogate oggi.

I volti del giallo

LA CONFESSIONE – Secondo il Quotidiano di Puglia lo zio avrebbe confessato l’omicidio e adesso si cerca di ritrovare il corpo che sarebbe stato occultato in un pozzo o in un casolare. Attraverso la trasmissione di Raitre la famiglia ha esortato alla prudenza e alla cautela e ha parlato di calunnie prima che il collegamento in diretta con Federica Sciarelli fosse interrotto.

IL CELLULARE – Una prima svolta nella vicenda della scomparsa di Sarah è arrivato nei giorni scorsi, il 29 settembre, quando in un uliveto tra Avetrana e Maruggio, al confine con la provincia di Lecce, è stato trovato il cellulare della giovane. L’apparecchio è stato trovato semicarbonizzato, senza scheda e senza batteria, proprio dallo zio Michele Misseri che in quel campo, dove aveva lavorato nei giorni precedenti, era tornato per cercare un cacciavite dimenticato. Una coincidenza che dovrà forse essere analizzata diversamente alla luce delle nuove notizie emerse, qualora vengano confermate.

http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_06/sara-scazzi-cadavere-campagne-avetrana_5653f2c8-d18d-11df-b040-00144f02aabc.shtml

Si cerca il corpo di Sarah Scazzi
Lo zio confessa: “L’ho strangolata”
Avrebbe ucciso la ragazza in cantina. “Poi l’ho seppellita in campagna, fra Avetrana e Nardò”. Proprio dove lui aveva ritrovato il cellulare della nipote. La madre di Sarah in diretta con “Chi l’ha visto” proprio da casa del presunto assassino
di MARIO DILIBERTO
Sarah Scazzi

TARANTO – “L’ho strangolata in un garage vicino a casa, poi l’ho portata in campagna: ho bruciato i vestiti e sotterrato il corpo”. Questa l’agghiacciante confessione resa da Michele Misseri, zio materno di Sarah Scazzi, la quindicenne scomparsa in Puglia il 26 agosto scorso 1. L’uomo ha indicato il luogo in cui avrebbe seppellito la ragazza: in un terreno vicino a un casolare nella zona fra Avetrana e Nardò, proprio dove l’uomo aveva detto di aver ritrovato il cellulare della ragazza. Sara è stata uccisa lo stesso giorno della scomparsa.

Michele Misseri, come ha rivelato Repubblica Bari, 2 ha reso una completa confessione ai carabinieri. “Sono stato io, l’ho strangolata” ha detto, ma non si sa ancora se si sia addossato una responsabilità non sua. L’uomo è stato interrogato a lungo insieme alla moglie Cosima Spagnolo, e la loro figlia Valentina, genitori e sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sarah il 26 agosto scorso sarebbe dovuta andare al mare. Intorno all’una di notte, le due donne hanno lasciato la caserma dove è rimasto solo Misseri.

Sarah è scomparsa alle 14,30 di quel giorno 3. Mille ipotesi sulla sua scomparsa: la fuga dopo un’amicizia nata su Facebook, una lite in famiglia, addirittura l’esistenza di una sorellastra. Fino al misterioso ritrovamento del suo telefonino, proprio ad opera dello zio materno, impegnato nella preparazione della raccolta delle olive. Un ritrovamento casuale che era stato confermato anche da un testimone.

Secondo quanto trapelato, l’esame dei carabinieri del Ris di Roma sul cellulare, escluderebbe che sia stato per oltre un mese esposto alle intemperie: quel ritrovamento è stato -secondo gli inquirenti – un maldestro tentativo di depistaggio. Che però ha dato la svolta decisiva alle indagini.

La mamma di Sarah, Concetta Serrano, ha appreso delle ricerche mentre era in collegamento in diretta con il programma di Rai 3 ‘Chi l’ha visto?’ proprio dall’abitazione di Michele Misseri. Quando le voci si sono fatte insistenti la conduttrice, Federica Sciarelli, ha chiesto alla donna se non preferisse allontanarsi dalla casa. Concetta ha risposto: “E’ meglio”, e accompagnata da uno dei suoi avvocati ha lasciato l’abitazione.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/06/news/ritrovato_il_corpo_di_sarah_scazzi-7799074/

Sarah è stata uccisa, lo zio ha confessato
Il cadavere seppellito nelle campagne
I militari cercano il corpo della 15enne in un podere tra Avetrana e Nardò, nel punto indicato dall’uomo

OTIZIE CORRELATE
LA SCHEDA: Quel giorno in cui Sarah sparì (7 ottobre 2010)
Spunta un nuovo testimone: «Ho visto Sarah salire su un’auto» (dal Corriere del Mezzogiorno)
Esce per andare al mare e scompare. Giallo rapimento di una 15enne pugliese (31 agosto 2010)

Sarah Scazzi (Ansa)MILANO – Sarah Scazzi, la ragazza scomparsa lo scorso 26 agosto ad Avetrana, in Puglia, è stata uccisa. A strangolarla, nel garage di casa, è stato Michele Misseri, lo zio della giovane, che dopo averla ammazzata l’avrebbe trasportata in auto in un podere tra Avetrana e Nardò, dove ne avrebbe occultato il cadavere. E’ stato lui stesso a dirlo ai carabinieri al termine di un lungo interrogatorio nella caserma del comando provinciale di Taranto. I militari e i vigili del fuoco hanno subito avviato le ricerche del corpo della ragazza e le operazioni sono proseguite per tutta la notte alla luce delle fotoelettriche.
I volti del giallo

L’INTERROGATORIO – L’uomo ha riferito di avere sepolto il cadavere in località Tumuni, in un podere di proprietà della sua famiglia, a poca distanza da quello dove il 28 agosto lo stesso Misseri simulò il ritrovamento del telefonino della quindicenne data per scomparsa: aveva detto di averlo trovato casualmente mentre cercava un cacciavite che aveva smarrito il giorno prima, quando con un amico era stato a liberare il campo dalle foglie. L’apparecchio era semicarbonizzato, senza batteria e senza sim card. La circostanza, e in particolare la coincidenza, era apparsa alquanto strana agli inquirenti che per questo avevano iniziato a stringere il cerchio attorno a lui. Nell’interrogatorio-fiume di mercoledì, iniziato prima di pranzo e proseguito sino a notte, pressato dagli inquirenti, che avevano a disposizione anche alcune intercettazioni ambientali che avvaloravano l’ipotesi di un suo contatto con la ragazza il giorno della scomparsa (la figlia Sabrina, secondo quanto riferito dal Tg3, durante un diverbio con la madre avrebbe detto: «Sarah se l’è portata lui», riferendosi al padre), è crollato e infine ha confessato.

IL FERMO – Dopo avere raccolto la sua confessione, i carabinieri hanno subito avviato le ricerche. Hanno transennato tutta l’area indicata e bloccato le vie di accesso, tenendo a distanza anche i giornalisti. L’uomo è già stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario. Nulla è però ancora emerso sulle possibili motivazioni alla base del gesto.

Michele Misseri, lo zio di Sarah (Ansa)LA SVOLTA – La svolta nella vicenda è arrivata al termine di una giornata concitata. Nella caserma di Taranto sono state sentite anche la moglie dell’uomo, Cosima Spagnolo, e la figlia maggiore Valentina, sorella di Sabrina, la cugina con cui Sarah avrebbe dovuto incontrarsi il giorno della scomparsa. La notizia dei nuovi sviluppi è stata data in diretta alla famiglia nel corso della trasmissione «Chi l’ha visto». Anche se inizialmente non ci sono state conferme da parte degli inquirenti, la madre di Sarah ha accolto con sgomento la notizia e ha chiesto di interrompere il collegamento, che avveniva proprio dalla casa di Michele Messori.

http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_06/sara-scazzi-cadavere-campagne-avetrana_5653f2c8-d18d-11df-b040-00144f02aabc.shtml

IL CASO
Trovato in una fossa il corpo di Sarah
Lo zio confessa: “L’ho strangolata”
Ha ucciso la ragazza in cantina lo stesso giorno della scomparsa. “Poi l’ho seppellita in campagna, fra Avetrana e Nardò”. Il cadavere in una buca piena d’acqua. Proprio dove lui aveva ritrovato il cellulare della nipote. La madre di Sarah in diretta con “Chi l’ha visto” proprio da casa del presunto assassino
di MARIO DILIBERTO

Trovato in una fossa il corpo di Sarah Lo zio confessa: “L’ho strangolata” Sarah Scazzi

TARANTO – “L’ho strangolata in un garage vicino a casa, poi l’ho portata in campagna: ho bruciato i vestiti e sotterrato il corpo”. Questa l’agghiacciante confessione resa da Michele Misseri, zio materno di Sarah Scazzi, la quindicenne sparita in Puglia il 26 agosto scorso 1. L’uomo, fermato con l’accusa di omicidio volontario, ha indicato il luogo in cui ha seppellito la ragazza uccisa lo stesso giorno della scomparsa: in un terreno vicino a un casolare in un terreno di proprietà della stessa famiglia a un paio di chilometri circa da Avetrana in località Mutunato, proprio dove Misseri aveva detto di aver ritrovato il cellulare della ragazza. Carabinieri e vigili del fuoco hanno scavato a lungo alla luce delle fotoelettriche. A un certo punto sono dovuti intervenire dei sommozzatori perché la fossa, profonda circa 80 centimetri, era piena d’acqua. Verso l’una e 30 è affiorato il corpo saponificato di Sarah.

Michele Misseri, come ha rivelato Repubblica Bari, 2 ha reso una completa confessione ai carabinieri. “Sono stato io, l’ho strangolata” ha detto. Il motivo non è ancora chiaro, ma non si esclude quello sessulae. L’uomo è stato interrogato a lungo insieme alla moglie Cosima Spagnolo, e la loro figlia Valentina, genitori e sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sarah il 26 agosto scorso sarebbe dovuta andare al mare. Intorno all’una di notte, le due donne hanno lasciato la caserma dove è rimasto solo Misseri.

Le tracce di Sarah si sono perse alle 14,30 di quel giorno 3. Mille ipotesi sulla sua scomparsa: la fuga dopo un’amicizia nata su Facebook, una lite in famiglia, addirittura l’esistenza di una sorellastra. Fino al misterioso ritrovamento del suo telefonino, proprio ad opera dello zio materno, impegnato nella preparazione della raccolta delle olive. Un ritrovamento casuale che era stato confermato anche da un testimone.

Secondo quanto trapelato, l’esame dei carabinieri del Ris di Roma sul cellulare, escluderebbe che sia stato per oltre un mese esposto alle intemperie: quel ritrovamento è stato -secondo gli inquirenti – un maldestro tentativo di depistaggio. Che però ha dato la svolta decisiva alle indagini.

La mamma di Sarah, Concetta Serrano, ha appreso delle ricerche mentre era in collegamento in diretta con il programma di Rai 3 ‘Chi l’ha visto?’ proprio dall’abitazione di Michele Misseri. Quando le voci si sono fatte insistenti la conduttrice, Federica Sciarelli, ha chiesto alla donna se non preferisse allontanarsi dalla casa. Concetta ha risposto: “E’ meglio”, e accompagnata da uno dei suoi avvocati ha lasciato l’abitazione.

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LA CONFESSIONE
Sarah strangolata dallo zio
perché non cedeva alle sue avance
Michele Messeri, l’uomo che ha ucciso la 15enne di Avetrana, la molestava da tempo. Lei ne aveva parlato anche con sua cugina, figlia dell’assassino. Una confessione raccapricciante: “L’ho strangolata, poi ho abusato di lei quando era già morta”
La cugina di Sarah, Sabrina
durante le ricerche del cadavere
ROMA – L’ha strangolata perché lei, per l’ennesima volta, aveva rifiutato le sue avances. Per questo Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni scomparsa da Avetrana 1 lo scorso 26 agosto, è stata assassinata da Michele Misseri 2, lo zio reo confesso crollato dopo un interrogatorio notturno durato oltre dieci ore. Uccisa, poi denudata, poi violentata: questi alcuni dei dettagli raccapriccianti che emergono dalla confessione. Il corpo della ragazza è stato recuperato in mattinata.

VIDEO La madre apprende la notizia in diretta tv 3

La lite con la cugina. Di quelle molestie, Sarah aveva parlato anche con sua cugina Sabrina, figlia dell’uomo, con la quale il giorno prima, proprio per questo motivo, aveva avuto una violenta lite. Quel 26 agosto, Misseri l’aveva avvicinata ancora ma questa volta per redarguirla e costringerla a non rivelare a nessuno le sue “attenzioni”. E invece l’ha uccisa.

Il luogo, il cadavere. E’ stato lo stesso Misseri a indicare il luogo in cui ha nascosto il cadavere della giovane, una cisterna presso un casolare vicino ad Avetrana. E ha raccontato che intorno alle 15 del 26 agosto, dopo aver ucciso la nipote nel garage di casa, ha messo il corpo nel portabagagli della sua auto e lo ha trasportato nel suo terreno alla periferia di Taranto, ai confini con la periferia di Lecce. Qui, lo ha gettato nella cisterna sotterranea. E lì, intorno alle 2 della scorsa notte, i carabinieri del Comando provinciale di Taranto lo hanno rinvenuto, “nudo e in posizione fetale”.

Strangolata e poi violentata. Dalla confessione dell’uomo, e dalle notizie diffuse dagli inquirenti emergono dettagli raccapriccianti. L’uomo ha detto di aver strangolato la ragazza con una cordicella “mentre era di spalle”, poi afferma: “Ho abusato di lei dopo che era già morta”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/07/news/sarah_movente-7805147/?ref=HREA-1

LA CONFESSIONE DELLO ZIO. L’AVVOCATO: «VOLEVA FARSI SCOPRIRE: NON CE LA FACEVA PIÙ»
«Ho violentato Sarah dopo averla uccisa»
Strangolata nel garage per aver rifiutato le sue attenzioni Il corpo in un pozzo in avanzato stato di decomposizione

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I depistaggi e l’inchiesta: «Cercate all’interno della nostra famiglia» di G. Buccini (7 ottobre 2010)

Sarah Scazzi, uccisa dallo zio a soli 15 anniAVETRANA (Taranto) – «L’ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta». È la confessione di Michele Misseri, che ha ammesso di avere ucciso la nipote Sarah Scazzi. L’omicidio è avvenuto il 26 agosto nel garage della casa dell’uomo. Prima di occultare il cadavere gettandolo in un pozzo, l’assassino ha denudato e successivamente bruciato i vestiti della quindicenne. Misseri, 54 anni, ha confessato l’omicidio della nipote mercoledì sera, dopo un interrogatorio durato ore nella caserma dei carabinieri del comando provinciale di Taranto. Lo zio l’ha strangolata dopo aver perso la testa forse per il rifiuto opposto dalla ragazza alle sue ripetute attenzioni morbose. Il corpo di Sarah è stato poi gettato in una sorta di pozzo pieno d’acqua in un podere tra Avetrana e Nardò, di proprietà della famiglia Misseri, dove è stato trovato in avanzato stato di decomposizione.
I volti del giallo

POZZO – Il cadavere della ragazza è stato recuperato intorno alle 11 e portato via da un carro funebre. È stato lo stesso Misseri verso le 2 di notte a portare carabinieri sul posto esatto. Il corpo di Sarah è stato subito individuato, ma ci sono volute ore per il recupero. La cavità nella quale è stato gettato è un inghiottitoio non profondo ma stretto, che porta a un pozzetto di raccolta di acqua piovana. L’apertura è un buco con un diametro di poche decine di centimetri. Per consentire il recupero del cadavere è stato necessario lo sbancamento di terreno circostante, in gran parte roccioso. Più facile è stato per lo zio gettare il cadavere di Sarah, data l’esilità del corpo della ragazza. Il luogo in cui è stato trovato il corpo «è una sorta di covo interrato all’interno del suolo con un foro d’ingresso di poche decine di centimetri coperti da rami, foglie e pietre», ha spiegato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. «Era praticamente impossibile accorgersene, forse anche passandoci sopra. Il buco è stato scoperchiato ed è stata accertata la presenza di un cadavere» di sesso femminile «con i capelli biondi» che sarà identificato «anche attraverso l’esame del Dna».

INTERROGATORIO – Misseri era stato convocato dai carabinieri mercoledì mattina con la moglie e Valentina, la figlia maggiore, sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sarah aveva appuntamento il giorno della sua scomparsa per andare al mare. Madre e figlia sono poi tornate a casa, mentre lo zio è crollato sotto le domande degli inquirenti. Era stato lui stesso il 29 settembre a consegnare ai carabinieri il cellulare di Sarah, privo di batteria e di scheda sim, dicendo di averlo trovato vicino alle stoppie bruciate il giorno prima in un podere nel quale aveva svolto alcuni lavori. Un probabile tentativo di depistaggio che gli si è rivolto contro. La svolta sarebbe giunta con un’intercettazione ambientale della cugina Sabrina, mentre parlava con la madre e diceva piangendo «Tanto lo so che l’ha presa lui». L’intercettazione sarebbe stata cruciale per confermare ai carabinieri che erano sulla pista giusta e poi per far crollare Misseri. L’interrogatorio dello zio di Sara «è stato secretato», ha detto il procuratore.

LITE – La ragazzina avrebbe cercato aiuto dalla cugina Sabrina, con la quale il 25 agosto per questo motivo avrebbe avuto un violento litigio. Misseri il giorno dopo avrebbe avvicinato ancora Sarah, forse per costringerla a non rivelare le sue richieste. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, intorno alle 15 del 26 agosto, dopo avere ucciso la nipote nel garage di casa, Misseri ha trasportato il cadavere nel portabagagli della sua auto nel terreno ai confini con la provincia di Lecce e l’ha buttato nel pozzo. A quanto si apprende da fonti investigative, si sarebbe trattato di un delitto non pianificato, ma maturato e portato a termine davanti al rifiuto della nipote.

«VOLEVA FARSI SCOPRIRE» – Secondo l’avvocato Walter Biscotti, uno dei due legali della famiglia Scazzi, il ritrovamento del telefonino «è stato quasi un modo per dire “venitemi a prendere”, una sorta di messaggio per farsi scoprire perché non ce la fa più a mantenere un segreto. È la mia opinione da avvocato, ma di casi simili ne sono successi altri. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui ha tirato fuori il telefonino, peraltro gettato lì poco prima del ritrovamento».

LE ACCUSE DELLA MADRE – Alcuni episodi rivelano che all’interno della famiglia in molti erano a conoscenza delle morbose attenzioni dello zio nei confronti di Sarah, ma finora non avevano parlato. Infatti la madre della vittima accusa anche sua sorella, moglie dello zio assassino, e sua figlia: «Mia sorella Cosima e mia nipote Valentina lo sapevano». Ma forse anche la cugina Sabrina, che Sarah considerava una sorella maggiore, sapeva qualcosa se, come sembra, avevano litigato il giorno prima della scomparsa di Sarah non per gelosia per un ragazzo, ma per le attenzioni che lo zio aveva nei confronti della nipote, la quale aveva chiesto aiuto o un chiarimento proprio alla cugina.

http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_07/sarah-avances-zio_b43681d6-d1d2-11df-93c4-00144f02aabc.shtml

La mamma di Sara: «Mia sorella
e mia nipote sapevano tutto»
Lo sfogo di Concetta Serrano Spagnolo: «Su quell’uomo ho avuto sempre sospetti, ho detto ai pm di interrogarlo»

Concetta Serrano Spagnolo

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AVETRANA – Concetta Serrano Spagnolo, la mamma di Sara, da ieri sera non si è mossa dalla sua abitazione. È stata continuamente davanti al televisore per seguire i collegamenti della tragica notizia: il corpo della figlia è stato trovato in un podere di proprietà dello zio Michele Misseri. È proprio lo zio l’omicida reo confesso della 15enne di Avetrana. Mamma Concetta guardando in tv uno dei tanti servizi si lascia sfuggire: «Mia sorella Cosima e mia nipote Valentina lo sapevano. Io su quell’uomo ho avuto sospetti sin dal giorno in cui ha trovato il telefonino di mia figlia in quel terreno». Poi il chiarimento sull’andamento delle indagini. Con un ulteriore sfogo: «Avevo ragione a dire ai magistrati di interrogarlo a lungo. Perché prima o poi avrebbe confessato. Così è stato».

IL CORPO – Intanto il corpo di Sara non è stato ancora estratto a causa delle difficoltà di accesso alla bocca del pozzo. Il cadavere, secondo gli inquirenti, è nudo e in posizione fetale. Le operazioni potrebbero concludersi a breve

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2010/7-ottobre-2010/mamma-sara-mia-sorella-sapevaho-detto-inquirenti-interrogarlo-1703900462229.shtml

LA CONFESSIONE DELLO ZIO. L’AVVOCATO: «VOLEVA FARSI SCOPRIRE: NON CE LA FACEVA PIÙ»
«Ho violentato Sarah dopo averla uccisa»
Strangolata in garage per aver rifiutato i suoi approcci. Il corpo in un pozzo in avanzato stato di decomposizione. La figlia di Messeri: «Mio padre ora deve pagare»

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La madre scopre l’omicidio in diretta tv di A. Mangiarotti (7 ottobre 2010)
I depistaggi e l’inchiesta: «Cercate all’interno della nostra famiglia» di G. Buccini (7 ottobre 2010)

AVETRANA (Taranto) – «L’ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta». È la confessione di Michele Misseri, che ha ammesso di avere ucciso la nipote quindicenne Sarah Scazzi. L’omicidio è avvenuto il 26 agosto nel garage della casa dell’uomo. Prima di occultare il cadavere gettandolo in un pozzo, l’assassino lo ha denudato e successivamente ha bruciato i vestiti. Misseri, 54 anni, ha confessato l’omicidio della nipote mercoledì sera, dopo un interrogatorio durato ore nella caserma dei carabinieri del comando provinciale di Taranto. Ha strangolato la nipote adolescente dopo aver perso la testa per il rifiuto opposto dalla ragazza alle sue ripetute attenzioni morbose. Il corpo di Sarah è stato poi gettato in una sorta di pozzo pieno d’acqua in un podere tra Avetrana e San Pancrazio Salentino, di proprietà della famiglia Misseri, dove è stato trovato in stato molto avanzato di decomposizione.

La morte di Sarah

POZZO – Il cadavere della ragazza è stato recuperato intorno alle 11 di giovedì mattina e trasportato in obitorio con un carro funebre. È stato lo stesso Misseri, verso le 2 di notte, a portare i carabinieri sul luogo esatto. Il corpo di Sarah è stato subito individuato, ma ci sono volute ore per il recupero. La cavità nella quale era stato gettato è un inghiottitoio non profondo ma stretto, che porta a un pozzetto di raccolta di acqua piovana. L’apertura è un buco con un diametro di poche decine di centimetri. Per consentire il recupero del cadavere è stato necessario lo sbancamento di terreno circostante, in gran parte roccioso. Più facile è stato per lo zio gettare il cadavere di Sarah, data l’esilità del corpo della ragazza. «E’ una sorta di covo interrato all’interno del suolo con un foro d’ingresso di poche decine di centimetri coperto da rami, foglie e pietre», ha spiegato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. «Era praticamente impossibile accorgersene, forse anche passandoci sopra. Il buco è stato scoperchiato ed è stata accertata la presenza di un cadavere» di sesso femminile «con i capelli biondi» che sarà identificato «anche attraverso l’esame del Dna: il corpo infatti si stava disfacendo, era in stato colliquativo».

AUDIO 1 – Il sindaco di Avetrana: «Stiamo pensando al lutto cittadino»

AUDIO 2 – L’avvocato della famiglia Scazzi: «Ci aspettavamo questo epilogo»

SABRINA – «Mio padre deve pagare per quello che ha fatto». Sabrina Misseri, figlia di Michele, cugina della ragazza, ha risposto al citofono di casa ai giornalisti che volevano parlare con lei. «Non abbiamo nulla da dire – ha risposto Sabrina – mio padre deve pagare per quello che ha fatto».

I volti del giallo

INTERROGATORIO – Ma facciamo un passo indietro. Misseri era stato convocato dai carabinieri mercoledì mattina con la moglie e Valentina, la figlia maggiore, sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sarah aveva appuntamento il giorno della sua scomparsa per andare al mare. Madre e figlia sono poi tornate a casa, mentre lo zio è crollato sotto le domande degli inquirenti. Era stato lui stesso il 29 settembre a consegnare ai carabinieri il cellulare di Sarah, privo di batteria e di scheda sim, dicendo di averlo trovato vicino alle stoppie bruciate il giorno prima in un podere nel quale aveva svolto alcuni lavori. Un probabile tentativo di depistaggio che gli si è rivolto contro. La svolta sarebbe giunta con un’intercettazione ambientale della cugina Sabrina, mentre parlava con la madre e diceva piangendo «Tanto lo so che l’ha presa lui». L’intercettazione sarebbe stata cruciale per confermare ai carabinieri che erano sulla pista giusta e poi per far crollare Misseri. L’interrogatorio dello zio di Sara «è stato secretato», ha detto il procuratore. A Misseri sono stati contestati i reati di sequestro di persona, omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere. Al momento non è accusato di violenza sessuale: «Stiamo alle circostanze oggettive emerse dai fatti»», ha aggiunto il magistrato.

Michele Misseri, lo zio di Sarah (Ansa)«VOLEVA FARSI SCOPRIRE» – Secondo l’avvocato Walter Biscotti, uno dei due legali della famiglia Scazzi, il ritrovamento del telefonino «è stato quasi un modo per dire “venitemi a prendere”, una sorta di messaggio per farsi scoprire perché non ce la fa più a mantenere un segreto. È la mia opinione da avvocato, ma di casi simili ne sono successi altri. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui ha tirato fuori il telefonino, peraltro gettato lì poco prima del ritrovamento».
LE ACCUSE DELLA MADRE – Certi episodi rivelano che all’interno della famiglia probabilmente alcuni erano a conoscenza delle morbose attenzioni dello zio nei confronti di Sarah, ma finora non avevano parlato. Infatti la madre della vittima accusa anche sua sorella, moglie dello zio assassino, e sua figlia: «Mia sorella Cosima e mia nipote Valentina sapevano». Ma forse anche la cugina Sabrina, che Sarah considerava una sorella maggiore, sapeva qualcosa se, come sembra, le due giovani avevano litigato il giorno prima della scomparsa di Sarah non per gelosia per un ragazzo, come finora dichiarato, ma per le attenzioni che lo zio aveva nei confronti della nipote, la quale aveva chiesto aiuto o un chiarimento proprio alla cugina.

LITE – Sarah dunque potrebbe aver cercato aiuto dalla cugina Sabrina con la quale il 25 agosto per questo motivo avrebbe avuto un violento litigio. Misseri il giorno dopo avrebbe avvicinato ancora Sarah, forse per costringerla a non rivelare le sue richieste. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, intorno alle 15 del 26 agosto, dopo avere ucciso la nipote nel garage di casa, Misseri ha trasportato il cadavere nel portabagagli della sua auto nel terreno ai confini con la provincia di Lecce e l’ha buttato nel pozzo. A quanto si apprende da fonti investigative, si sarebbe trattato di un delitto non pianificato, ma maturato e portato a termine davanti al rifiuto della nipote.

«EVENTUALI COMPLICI» – Infatti la procura di Taranto ha «attività in corso su eventuali complici», ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, colonnello Giovanni Di Blasio, anche se al momento c’è un solo indagato (lo zio di Sarah, ndr). «Sono necessarie per chiarire aspetti che sono da prendere ancora in considerazione». Secondo l’ufficiale, «il profilo psicologico di chi compie un delitto d’impeto è compatibile con quello di un soggetto che poi simula il ritrovamento casuale del cellulare della vittima e che sa gestire lo stress».

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“L’ho uccisa e violentata da morta”
Confessione-choc dello zio di Sarah
La folla attorno al bosco in cui è stato trovato il corpo di Sarah
+ Lo zio di Sarah incastrato dal cellulare
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Dalla scomparsa
alla confessione:
due mesi di ansia

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Sabrina, Sarah, Concetta e lo zio: le facce del giallo

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Il luogo del ritrovamento
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Lo choc in diretta
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Sarah Scazzi, 15 anni, violentata e uccisa dallo zio

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Lo zio confessa:
“Ho ucciso io Sarah Scazzi”
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Il corpo della ragazza in un pozzo
Inquirenti al lavoro, non escluse
complicità da parte dei familiari.
La cugina Sabrina: “Mio padre
deve pagare, ci ha presi in giro”
TARANTO
Quarantadue giorni per sperare anche in un miracolo, pur sapendo – come ha sottolineato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio – che più passava il tempo e meno possibilità restavano di trovar viva Sarah Scazzi. La speranza si è dissolta in una notte intera, quella necessaria per recuperare il corpo senza vita della quindicenne Sarah, scomparsa il 26 agosto.

La confessione
E mentre i sommozzatori iniziavano il recupero in un budello pieno d’acqua in piena campagna, lo zio di Sara, Michele Misseri, snocciolava dinanzi a magistrati e carabinieri la sua confessione di morte: «Sara l’ho uccisa io, l’ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta». Frasi agghiaccianti, pronunciate da una persona che appariva molto diversa da quella quasi impaurita, con le lacrime agli occhi, che qualche giorno prima aveva detto di aver trovato casualmente in campagna il telefonino della nipote.

Inquirenti al lavoro
Michele Misseri, 57 anni, contadino, ora in carcere in stato di fermo di polizia giudiziaria per sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere, ha confessato e indicato agli inquirenti il luogo in cui aveva gettato il corpo seminudo di Sara – un corpo che dopo così tanti giorni in acqua non è stato fatto vedere neanche alla madre della ragazza – nel suo podere a due chilometri dal paese. Ma questo non vuol dire che la dinamica del delitto sia completamente chiarita. Il verbale dell’interrogatorio di Misseri è stato secretato, e sull’eventualità che l’uomo possa aver ricevuto aiuti gli inquirenti hanno riferito che «sono in corso indagini».

La ricostruzione del delitto
Lo zio-omicida deve aver compiuto tutto in pochi minuti, alla base dovrebbero esserci state le sue avances sessuali nei confronti della nipote, che le avrebbe rifiutate nettamente pagando questo con la vita. Misseri deve aver “agganciato” Sara poco prima che la quindicenne entrasse in casa per vedersi con Sabrina e andare al mare. L’uomo stava lavorando in garage, forse ha tentato l’ennesimo approccio e, al rifiuto di lei, è scattato il raptus omicida. Sara è stata strangolata con un cordicella, poi l’uomo l’ha spogliata e caricata presumibilmente a bordo di un’auto, portandola nel podere dove si è liberato del corpo bruciando i vestiti.

La lite con la cugina sugli abusi pasati
Il 29 settembre, 33 giorni dopo la scomparsa di Sara, ecco la messinscena del ritrovamento del telefonino mezzo bruciacchiato, privo di batteria e scheda Sim. Ma nel frattempo, secondo gli investigatori, qualcosa dev’essersi incrinato nella capacità di Misseri di apparire un familiare in pena per nascondere il volto da assassino. Perchè «è possibile che in famiglia cominciassero a sospettare» ha detto un investigatore stamani parlando con i giornalisti, e riferendosi probabilmente ad un intercettazione ambientale che sarebbe in mano agli inquirenti e nella quale Sabrina, riferendosi al padre, avrebbe pronunciato la frase «allora se l’è portata lui…». Non solo. Misseri non ha precedenti specifici per reati sessuali, ma le avances nei confronti della nipote non erano nuove. Lo ha confermato il fratello di Sara, Claudio, parlando alla trasmissione “La vita in diretta” e raccontando che la sera prima del delitto Sara si era lamentata con Sabrina per il comportamento dello zio. Ne era nato un litigio tra le due cugine, che poi si era ricomposto, tanto che avevano preso appuntamento per il giorno dopo per recarsi al mare.

Sabrina: “Mio padre deve pagare per quello che ha fatto”
Sabrina Misseri è sotto choc: «Non ho mai avuto sospetti su mio padre non ho mai avuto dubbi. Per 42 giorni ci ha preso in giro». «Sentiva le cose che stavano succedendo che agitavano i miei amici, che agitavano me ma non ha mai detto niente», ha detto la cugina di Sarah. «Ho detto a mio padre – “non hai mai fatto niente di male in tanti anni, non hai mai avuto vizi, voglio capire perchè hai fatto una cosa del genere”. Lui mi ha risposto: “Non lo so nemmeno io”». Come già raccontato da una amica, Sabrina è convinta che suo padre «deve pagare per quello che ha fatto». «A Concetta, la madre di Sara, non si può dire niente. Sara non c’è più – ha aggiunto – Io voglio parlare con mio padre, voglio vedere se, guardandomi in faccia, ha il coraggio di dirmi tutto quello che ha fatto».
Le parole di Claudio Scazzi, fratello di Sarah, sono piene di rabbia: «Se lo conoscevi avresti scommesso un milione di euro che non poteva essere stato lui». «L’unica cosa che dovrebbe fare quell’uomo – ha detto – è suicidarsi. In qualunque modo, basta che la faccia finita».

Il lutto cittadino
«È una vicenda che ha segnato l’animo di noi tutti che abbiamo lavorato sperando sino all’ultimo in un esito positivo» ha detto il procuratore Sebastio. È la tragedia di un piccolo paese perchè colpisce direttamente più di un famiglia: quella di Sara Scazzi, innanzitutto, ma anche quella dei Misseri, che scoprono di avere in casa un papà forse mai conosciuto a fondo. Il lutto cittadino per il giorno dei funerali, il rito funebre che probabilmente sarà celebrato al palazzetto dello sport o al campo sportivo per accogliere più gente possibile, forse unirà la gente per qualche ora nel dolore. Ma le ferite aperte in questi 42 giorni di ansie, ricerche, sospetti, accuse e lacrime sono troppo grandi per pensare che tutte si potranno rimarginare.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201010articoli/59195girata.asp

SARAH SCAZZI, FACEBOOK
CHOC: GRUPPI A FAVORE ZIO
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«Uccidiamo Sarah Scazzi…Ops!Già fatto?». Questo il titolo di un gruppo creato questo pomeriggio sul social network Facebook che mostrava la fotografia della ragazza di di Avetrana scomparsa lo scorso 26 agosto e uccisa dallo zio. Al gruppo sono iscritti un centinaio di persone, la maggior parte dei quali ha lasciato sulla bacheca insulti e invettive nei confronti del creatore della pagina. In uno dei commenti un iscritta ha detto che «la polizia postale sta esaminando questo gruppo, il fondatore e tutti gli iscritti, indipendentemente da quello che hanno scritto». La pagina ora non è più visibile, probabilmente perchè stata rimossa dal social network

Su Facebook è stato creato un altro gruppo a favore di Michele Misseri, lo zio di Sara Scazzi che ha confessato l’omicidio della ragazza, a cui hanno già aderito oltre 400 persone. L’Osservatorio Antiplagio, comitato di vigilanza sulla tv e sui media, e European Consumers, consorzio di associazioni di consumatori, hanno segnalato al ministro dell’Interno e alla Polizia delle Comunicazioni che sul social network è stato creato il gruppo «Se Sarah fosse stata più disponibile con lo zio, forse sarebbe ancora viva!» e ne ha chiesto l’immediata cancellazione e sollecitando l’individuazione dei responsabili.

La polizia postale di Catania ha contattato i responsabili del server statunitense di Facebook per fare rimuovere i due gruppi nati a sostegno di Michele Misseri, l’uomo arrestato per avere violentato e ucciso sua nipote Sara Scazzi, di 15 anni, ad Avetrana. Dal social network, su richiesta del vice questore Marcello La Bella, è stata già avviata la cancellazione dei gruppi «Michele Misseri è un eroe» e «Fans di Michele Messeri».

I GUPPI PRO MISSERI A poche del suo arresto per l’uccisione di sua nipote Sara, Michele Misseri ha su facebook due gruppi di suo sostenitori. I gruppi si firmano ‘Satanà e chiedono «giustizia per questo povero uomo…» invitando a «non difendere la mocciosa», perchè, sostengono, Michele Misseri «ha fatto la cosa giusta». La scoperta è da Meter durante un monitoraggio di Internet contro la pedofilia e gli abusi sessuali all’infanzia. L’associazione onlus ha immediatamente segnalato la vicenda alla polizia postale di Catania. I due gruppi si chiamano «Michele Misseri è un eroe» e «Fans di Michele Messeri» «È veramente una vergogna – afferma don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore di Meter – e questi fatti la dicono lunga su questi tristi fenomeni che sono solo ed esclusivamente da condannare! Ringraziamo coloro che invece hanno fatto pagine su facebook di solidarietà».

LA RABBIA Ci sono parole di conforto per la madre Concetta e l’accanimento verso lo zio, reo confesso, per il quale si invoca «una morte più atroce di quella della nipote». La pietà per il corpicino di Sara Scazzi trovato nel pozzo e la rabbia verso chi ha abusato di lei dopo averla uccisa: i sentimenti di chi si era mobilitato per cercare la quindicenne di Avetrana trovano spazio anche sulle bacheche di Facebook. Che ospita anche un appello alle donne, «denunciate, ragazze, denunciate», mentre allo stesso tempo ospita pagine pro Misseri, di cui è subito stata chiesta la rimozione. «Vogliamo la pena di morte per Michele Misseri», è il nome di un gruppo creato questa mattina: «Anche se in Italia non esiste la pena di morte io voglio gridare al mondo la solidariet… per una ragazza che viene prima uccisa e poi violentata per poi avere bruciati i vestiti e buttata in un pozzo tutto questo da un mostro chiamato zio…Nessuno pu• decidere della vita altrui e nessuno ha il diritto di spezzarla» è l’intestazione. «Ma ke cavolo hanno nel cervello…questa gente va eliminata subito…» scrive un utente. È c’è chi ragiona: «la cosa più brutta è che anche pensando a tutte le pene, le più brutali, nessuno riporterà in vita la piccola!! »Addio Piccola, mi ricorder• dei momenti passanti insieme«, scrive chi ha creato una delle tante pagine che portano il nome di Sara. »Addio piccola stella.. Resterai sempre nel cuore di tutti noi! :'( sono rimasta scioccata dalla bruttissima notizia… Un caloroso abbraccio alla mamma« Ancora: »Lasciamo in pace questa povera ragazza non uccidiamola ancora con le nostre parole«. Non manca chi ha un pensiero per la mamma di sarah, Concetta, mentre c’è chi fa un appello alle donne: »Denunciate ragazze, denunciate….Non aspettate che gli eventi evolvano in tragedie«, come quella di Sara, che ha avuto »un epilogo triste…. i sogni spezzati di una ragazza, che era nel fiore della vita…. una storia orribile..e pensare che quel bastardo si presentava piangendo alle interviste..che squallido«. Suscita, invece, ira la pagine »Se Sarah fosse stata pi— disponibile con lo zio, forse sarebbe ancora viva!« per il quale molti utenti hanno chiesto a Facebook la rimozione. Anche l’associazione Meter ha denunciato due gruppi a sostegno dello zio.

http://www.leggo.it/articolo.php?id=83730

Dubbi su famiglia Misseri: qualcuno taceva?

La svolta nelle indagini sul caso di Sarah Scazzi sarebbe giunta con una intercettazione ambientale della cugina Sabrina, mentre parlava con la madre e diceva piangendo «Tanto lo so che l’ha presa lui…» E Federica Sciarelli, del programma “Chi l’ha visto?” durante il quale ieri è arrivata la notizia del possibile ritrovamento del cadavere, a Raiuno oggi pomeriggio, da Costanzo, lancia un appello che fa pensare: quando c’è un caso di pedofilia, anche se in famiglia, va denunciato. Perché iniziamo questo articolo dicendo questo? Perché è forte il sospetto di una famiglia dove qualcuno sapeva che Misseri molestava la nipotina. E avrebbe taciuto con gli inquirenti. Sia la cugina si Sarah, Sabrina, sia la moglie di Michele Misseri, riferisce Cosima, un’amica di famiglia, stanno molto male. Ed entrambe. riferisce la signora, dicono che l’uomo deve pagare. Ma il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, vuole capire se Sabrina, la cugina di Sarah Scazzi, e sua madre Cosima sospettassero qualcosa dell’omicidio.

Una domanda, difficile e ineludibile, appunto è: la famiglia Misseri: quanto e cosa sapeva? Hanno intuito ma non hanno detto nulla agli investigatori? La frase della cugina Sabrina, detta piangendo, ha convinto i carabinieri di essere sulla pista giusta puntando sullo zio omicida. E che rafforza quanto riferiscono fonti investigative alle agenzie di stampa: cioè che nella famiglia di Michele Misseri, la moglie e una o le due figlie, avessero dei sospetti. La frase di Sabrina potrebbe significare non che necessariamente sapeva del delitto ma che intuiva qualcosa. Pubblicamente però, fino a ieri, definiva “calunnie” qualunque sospetto sul padre. E anche la madre di Sarah dichiarava di fidarsi “ciecamente” del cognato sul quale, da quando aveva trovato il cellulare della ragazza ammazzata, molti avevano avanzato dubbi. Ma lei, la mamma, lo aveva difeso con forza e convinzione. Magari indirizzano sospetti su accampamenti di persone nei dintorni. Come sempre più spesso accade, l’orrore era tra le mura familiari, ma riconoscerlo deve essere difficile: meglio guardare fuori

Adesso si dovrà scavare anche nel passato dell’uomo, cognato della madre di Sarah, Concetta Serena Spagnolo, e marito di Cosima Spagnolo. Le sorelle hanno cognomi diversi perché Concetta fu adottata da un parente. Ma la famiglia sembra avere connotati foschi e tragici. Misseri avrebbe ucciso Sarah dopo che lei, per l’ennesima volta, aveva rifiutato le sue avances. S sarà confermato non era la prima volta. E la vittima alla vigilia della scomparsa aveva anche cercato aiuto dalla cugina Sabrina, figlia dell’uomo: la confidenza provocò un litigio fra le due ragazze. E non avrebbero litigato, come si disse inizialmente, per la passione comune per un ragazzo. Il giorno della scomparsa le due ragazze sarebbero dovute andare al mare insieme. Non ci sono mai andate.

Sarà da capire, ed è compito degli inquirenti e anche degli psicologi, se la madre di Sabrina e moglie di Misseri ignorava o sapeva e ha taciuto. E le loro due figlie. Al momento non risulta indagato nessuno al di là del reo confesso. Ma certo acquista nuova luce la voglia disperata di fuggire della quindicenne uccisa perché non accettava le avances dello zio.

http://www.unita.it/news/italia/104348/ombre_sulla_famiglia_dellomicida_tutti_sapevano

Sarah Scazzi -Il Centro antiviolenza Renata Fonte di Lecce: “abbiamo l’obbligo di costituirci parte civile”
By radio popolare salento • ott 7th, 2010 • Category: IN PRIMA

Sulla tragica vicenda di Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni di Avetrana, uccisa brutalmente da suo zio, parla Maria Teresa Toto, Presidente dell’associazione Donne Insieme Centro antiviolenza Renata Fonte di Lecce. (al minuto 2.33)

Siamo di fronte ad un caso di pedofilia, di violenza e omicidio che si sono consumati “in famiglia” – siamo davanti ad uno dei tanti casi di silenzio – un silenzio che ha taciuto l’atto barbaro finale di un assassino. Quello stesso assassino le cui mani hanno messo a tacere per sempre il segreto di Sara.

Allora per combattere ogni forma di violenza sulle donne, sulle nostre figlie, dichiara Maria Luisa Toto è necessario fare ” prevenzione nelle scuole – a tappeto – affinchè le vittime, i nostri figli e le nostre figlie, i giovani riescano ad essere raggiunti da quegli stimoli giusti che li metta nelle condizioni di pretendere di essere ascoltati, di gridare la denuncia e di dire loro “non vergognatevi.

Sarah – probabilmente – non ha avuto nessuno che abbia voluto ascoltarla, e quindi ha portato via, ha portato con se questo segreto.Perchè sono convinta che non sia stato un raptus, ne siamo convinti noi del centro antiviolenza“.

Ed ancora dihiara Maria Luisa Toto parlando dell’assassino di Sarah: “quest’uomo è un mostro, è un pedofilo, un violentatore, un assassino: è tutto ciò che di più spregevole esista. Quest’uomo deve essere condannato fino all’ultimo dei suoi giorni, deve restare in carcere. I centri antiviolenza devono costituirsi parte civile in questo procedimento. Tutti dobbiamo far sentire la nostra voce di sdegno. Io lo farò. Tutti i centri antiviolenza dovrebbero costituirsi parte civile quanto meno tutti i centri del nostro territorio, della Puglia. Abbiamo quest’obbligo – abbiamo questo dovere morale.”

http://www.radiopopolaresalento.it/2010/10/07/sulla-vicenda-sara-scazzi-il-centro-antiviolenza-renata-fonte-di-lecce-abbiamo-lobbligo-di-costituirci-parte-civile/

L’assassino dall’orrore ai rimorsi
“Dovevo far ritrovare quel telefonino”
Michele Misseri racconta come ha ucciso la nipote Sarah Scazzi: “Quel pomeriggio nel garage non so che cosa mi è scattato, lei mi intrigava. L’ho toccata, ha reagito e io ho perso la testa. A un certo punto si è affacciata Sabrina, ma non ha visto il cadavere. Poi l’ho caricata nel bagagliaio della mia Panda rossa”
dal nostro inviato GIULIANO FOSCHINI

AVETRANA – “L’ho sognata queste sere Sarah, due, tre volte di seguito: mi diceva zio coprimi, ho tanto freddo. L’ho sognata così tante volte che ora vorrei morire: non ce la faccio più, basta”. È cominciata così alle otto della sera di mercoledì, la confessione fiume di Michele Misseri, 57 anni, lo zio, l’assassino di Sarah Scazzi.

Da quasi due ore i carabinieri del comando provinciale di Taranto lo stavano ascoltando su quel 26 agosto, inchiodandolo davanti a una serie di contraddizioni e omissioni. Misseri ha prima negato anche l’evidenza, cercato di sminuire le intercettazioni ambientali (tre) nelle quali persino le sue figlie adombravano sospetti su di lui. Poi, anche per evitare ingiusti sospetti sulle sua famiglia, è crollato e ha raccontato tutta la verità.

“Quel giorno – ha spiegato in sintesi, il verbale è stato secretato – ero nel mio garage, come sempre. Aggiustavo il trattore che aveva avuto un problema. Ero molto arrabbiato, nervoso perché non riuscivo a metterlo in moto. Saranno state le 14,30 e ho visto Sarah che si è affacciata alla porta del garage”. L’ingresso è venti passi dalla porta di casa: si può accedere o dalla strada oppure direttamente dall’appartamento. Sarah si era affacciata dall’alto, il pantaloncino e la maglietta rosa, l’infradito, l’asciugamano. “Mi ha detto che aspettava Sabrina, era leggermente in anticipo. Mia figlia era ancora in casa, l’amica Mariangela non era ancora arrivata in macchina. Le ho fatto segno di scendere. Non so che cosa mi è scattato, all’improvviso Sarah mi intrigava, è successo tutto in un momento”.

Ha provato a toccarla, da dietro, probabilmente le ha sfiorato un seno. Sarah ha reagito immediatamente. Forse lo ha colpito, tanto che oggi il medico legale ha visitato anche Misseri riscontrandogli un ematoma sul braccio che potrebbe essere frutto di quella colluttazione. “A quel punto ho perso la testa”. Ha afferrato una corda che era lì in quella cantina maledetta, dove lui passava le intere giornate tanto che le ragazzine della strada la chiamano la casa dei fantasmi, “perché è sempre buio e lui è sempre lì sotto, fa una paura”. “Ho preso quella corda e ho stretto. Sarah è morta”.

“Non ha sofferto” spiega il procuratore capo Franco Sebastio. Non è una consolazione. Misseri ha giurato che era la prima volta, che mai in precedenza aveva provato ad abusare della nipote. Il fratello Claudio ieri ha raccontato in televisione che sapeva di precedenti molestie. Ai carabinieri non lo ha mai detto. Così come non ci sono segnali in questo senso sui diari di Sarah, dove invece la ragazza appuntava tutto. C’è però un particolare che aveva messo in allarme gli investigatori. Lo aveva raccontato mamma Concetta il 29 settembre scorso: “Sarah mi ha raccontato che lo zio le aveva regalato cinque euro in due occasioni, non chiedendole nulla in cambio ma facendole promettere che non avrebbe raccontato nulla né a me né alla zia”. Gli investigatori hanno immediatamente obbligato Concetta a non raccontare a nessuno questo elemento, soprattutto con sua sorella, perché avrebbe potuto compromettere le indagini. Concetta ha tenuto il segreto.

“Poco dopo – ha ricostruito ancora l’assassino – questione di minuti, si è affacciata mia figlia Sabrina. Lei era in casa, non ha visto niente. Mi ha chiesto di Sarah, mi ha detto se la vedi dille che la stiamo cercando. È andata via. Sarah era accanto a me, morta. Poco dopo l’ho caricata in macchina, l’ho messa dietro, con una coperta e sono andato verso i terreni a San Pancrazio”. In questo passaggio ci sono due degli elementi che lo hanno inchiodato: ai carabinieri aveva raccontato di essere rimasto tutto il giorno ad aggiustare il trattore. E invece un testimone, un suo parente, ha raccontato di averlo visto in auto intorno alle 17 e soprattutto i tabulati telefonici hanno dimostrato che era nella zona di Nardò alle 16,45. “È vero. Con la macchina sono andato nel campo verso San Pancrazio. Sono arrivato, non mi ha visto nessuno. Ho tirato fuori Sarah, l’ho spogliata: ho abusato di lei, è stato un attimo era nuda e l’ho presa. Soltanto in quel momento mi sono accorto di cosa avevo fatto”.

Ha bruciato i vestiti, buttato il corpo nella fossa-cisterna da una fessura strettissima. “L’ho coperto con i filari del vigneto e sono andato via”. Misseri l’aveva fatta liscia. Aveva lasciato poche tracce, difficilmente gli investigatori sarebbero arrivati a lui. Poi, il ritrovamento del telefonino. “In quel periodo l’avevo portato sempre con me. Tre giorni prima del 29, se non sbaglio, lo avevo messo in una campagna nella speranza che lo trovaste voi. Niente. Allora ho pensato di darvelo io”.

Perché? La risposta è arrivata dalla relazione del Rac, il Reparto analisi criminologiche dei carabinieri: i tecnici dell’Arma hanno delineato già nel pomeriggio di martedì, quando Misseri era solo un sospettato, il profilo di chi avrebbe potuto far ritrovare il cellulare, parlando di un assassino pentito, non di un criminale che si era macchiato di un delitto in prenda a un raptus e che inconscia mente voleva essere scoperto. “Vi ho detto tutta la verità, ve lo giuro. Se volete vi porto anche in quel posto”. Sono le 10 e cinque della sera. Il procuratore e il comandante Giovanni Di Blasio saltano su un auto in borghese. Davanti c’è Misseri. Arrivano in campagna, la pozza, “scoprite, scoprite lì”, insiste lo zio. Basta accendere una luce e chinare la testa per vedere un pezzo di una vita, quel che resta di Sarah.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/08/news/racconto_misseri-7838806/?ref=HRER1-1

IL DELITTO DI AVETRANA – LO ZIO DELLA RAGAZZA HA CONFESSATO IL DELITTO
L’autopsia su Sarah: è stata strangolata
Il sindaco: «Sarà lutto cittadino»
I medici devono ancora accertare la violenza sessuale
La cugina: «Non ho mai dubitato di papà»

NOTIZIE CORRELATE
«Ho ucciso Sarah e poi l’ho violentata» (7 ottobre 2010)
Sarah e quella lite con la cugina: «Tuo padre con me è diventato strano» di Giusi Fasano (8 ottobre 2010)
La vita e gli orrori dell’orco di Avetrana (8 ottobre 2010) di G. Buccini

AVETRANA (Taranto) – La conferma arriva dall’autopsia: Sarah Scazzi, la giovane uccisa dallo zio lo scorso 26 agosto, è stata strangolata. Resta da chiarire se – come confessato dall’omicida, Michele Misseri – sia stata anche violentata dopo la morte. «È trascorso troppo tempo da quando Sarah è stata uccisa e gettata nel pozzo – spiega il professor Luigi Strada, direttore dell’istituto di medicina legale dell’Università degli Studi di Bari. – Per questo motivo ho fatto dei prelievi e dei tamponi per chiarire l’aspetto della violenza sessuale. Per quanto riguarda il resto, confermo quanto uscito dagli investigatori, ovvero che sul collo della ragazza abbiamo trovato dei segni di strangolamento». A una precisa domanda sull’aspetto del corpo della ragazza, il medico aggiunge: «Il volto è sfigurato, sul corpo ci sono segni di putrefazione avanzata. La permanenza nell’acqua ha danneggiato i tessuti, Sarah è irriconoscibile. Per questo ho consigliato, anzi quasi obbligato, la madre a non vederla. Le ho spiegato che la cosa migliore è mantenere il ricordo, l’immagine di sua figlia com’era in vita».

La morte di Sarah

LA RABBIA – Il paese di Avetrana, che ha appreso la verità sulla sorte di Sarah 42 giorni dopo la notizia della scomparsa, si è stretto intanto intorno alla famiglia della vittima, con in testa i compagni di scuola della studentessa quindicenne. I ragazzi si sono radunati giovedì davanti all’abitazione di Sarah, si sono abbracciati, hanno pianto e hanno scritto su tre cartelloni l’addio «a un piccolo angelo». Poi, all’improvviso, hanno cambiato destinazione e sono andati a casa di Michele Misseri, «lo zio assassino, la bestia, che ci fa schifo e che deve avere l’ergastolo» (ma un coro chiedeva la pena di morte). Davanti a casa Misseri, c’è stato anche qualche momento di tensione con alcuni amici che sono andati a visitare la moglie Cosima e le figlie Sabrina e Valentina: pochi attimi e poi i ragazzi sono andati via. Il dolore di Avetrana però non finisce e il sindaco, Mario De Marco, ha annunciato il lutto cittadino in occasione dei funerali. L’amministrazione comunale ha già chiesto al parroco, don Dario De Stefano, che gli stessi funerali si svolgano «in uno spazio più grande», al campo sportivo o al palazzetto dello sport.

SMS – Sabrina, la figlia di Misseri, torna intanto a dire la sua. E lo fa tramite un sms inviato a un giornalista della trasmissione di Rai 1, «La Vita in diretta»: «Mio padre è stato un padre esemplare e non ha mai abusato di noi». In un altro messaggio, Sabrina aggiunge: «Non ho mai detto che mio padre l’ha portata via (come risulterebbe, secondo quanto trapelato in precedenza, da un’intercettazione ambientale fatta ascoltare anche all’omicida) perché, in 42 giorni, non ho mai dubitato di lui. Ho cominciato a farlo da stanotte». La giovane ha anche precisato che la madre «non ha mai detto che Michele deve morire, ma che deve pagare».

«NON DEVE PIU’ ESISTERE» – «L’unica cosa che dovrebbe fare – commenta invece Claudio Scazzi, fratello di Sarah – è suicidarsi. In qualunque modo, basta che la faccia finita». «Se si suicida fa l’unica cosa giusta della sua vita – dice il giovane nel corso della trasmissione “La vita in diretta” – si mette a pari col disastro che ha combinato». «Non deve più esistere» conclude.

http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_08/sarah-scazzi-avetrana-autopsia-delitto_70f4bd5c-d29a-11df-8b7c-00144f02aabc.shtml

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3 risposte a Italiano, zio della vittima, accusato di aver ucciso, violentato e nascosto il corpo di Sarah Scazzi

  1. Pingback: Un elenco per Saviano: donne uccise dagli uomini alle quali nessuno mai dedicherà un encomio! | Bollettino di Guerra

  2. maralibera scrive:

    Domani pomeriggio i funerali di Sarah
    Lo zio: “L’avevo già toccata un’altra volta”
    Le esequie si svolgeranno al campo sportivo comunale. Oggi la camera ardente nell’auditorium. La madre, testimone di Geova, ha acconsentito al rito cattolico. Messeri accusato anche di vilipendio di cadavere. Il padre: “Mai sospettato di mio cognato”
    Sarah Scazzi
    TARANTO – Si terranno domani alle 15.30 al campo sportivo comunale di Avetrana i funerali di Sarah Scazzi, 1 la 15enne uccisa dallo zio Michele Misseri. La camera ardente è stata allestita nell’auditorium ‘Caduti di Nassiriya’. In serata la bara bianca è arrivata in paese, accolta da un lunghissimo applauso. L’avvocato della famiglia, Walter Biscotti, ha annunciato che “la madre, che è testimone di Geova, ha acconsentito al rito cattolico”. Il sindaco della cittadina pugliese proclamerà il lutto cittadino.

    “L’avevo già toccata”. “L’avevo già toccata un’altra volta”, ha detto Michele Misseri al giudice per le indagini preliminari nelle dichiarazioni durante l’udienza di convalida del fermo che si è svolta nel pomeriggio. L’ammissione, riferita dal suo avvocato, Daniele Galoppa, conferma l’ipotesi che Sarah avesse raccontato a qualcuno delle molestie subite. Ipotesi sostenuta dal fratello, Claudio, secondo il quale la quindicenne, il giorno prima di scomparire, si era lamentata con Sabrina dell’atteggiamento dello zio Michele. Ma la cugina ha sempre negato.

    Misseri in isolamento. Misseri intanto è rinchiuso in una cella del carcere di Taranto, in isolamento. Nel corso dell’udienza di convalida la procura gli ha contestato, oltre a quelli di omicidio volontario, sequestro di persona e occultamento di cadavere, anche il reato di vilipendio di cadavere, in relazione allo stupro che l’uomo ha raccontato agli inquirenti di aver compiuto dopo che aveva già ucciso la nipote strangolandola. Il medico legale eseguirà ulteriori accertamenti per capire se la ragazza sia stata violentata. Lo zio di Sarah, secondo l’avvocato, avrebbe anche manifestato intenzioni suicide. Per questo viene guardato a vista in carcere a Taranto.

    Il dolore dei familiari. Enorme il dolore dei familiari, ancora increduli davanti all’esito delle indagini. “Quello deve pagare e basta. Non ho mai avuto il sospetto di mio cognato Michele e non ho mai parlato con lui in questi giorni, ora sto male e basta…”, dice il padre della ragazza. Mentre cresce la rabbia in paese. “Pena di morte per lo zio animale” c’è scritto su uno striscione esposto stamani davanti alla casa di Sarah Scazzi: lo striscione è stato portato dalla madre di uno dei compagni di scuola di Sara. “E’ una mia iniziativa personale perché sono mamma di due figli della stessa età di Sarah”.

    Le indagini. Sul fronte delle indagini emergono nuovi particolari. A partire dal cellulare della 15enne fatto ritrovare il 29 settembre proprio dallo zio 2. Il telefonino era privo di batteria ma aveva all’interno la scheda Sim, contrariamente a quanto si era saputo nei giorni scorsi. La presenza della scheda Sim ha consentito agli investigatori di controllare sino all’ultimo il traffico telefonico in entrata e in uscita. L’uomo lo aveva tenuto nascosto nel suo podere vicino al luogo in cui aveva gettato il corpo della ragazza. Successivamente lo aveva abbandonato per circa un’ora vicino a un supermercato con l’intento di farlo ritrovare. Poco dopo Misseri ha deciso di riprenderlo nascondendolo nuovamente nel suo podere. Poi il 29 settembre la messinscena del ritrovamento.

    http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/08/news/cellulare_scheda-7849122/?ref=HRER2-1

  3. maralibera scrive:

    I carabinieri per farlo cadere: «vuoi dare una sepoltura a Sarah?»
    Lavoro nei campi e molestie alle donne Vita e orrori dell’orco di Avetrana
    Zio Miche’, 57 anni, un «ciuccio di fatica». Le voci del paese: abusi in casa

    I carabinieri per farlo cadere: «vuoi dare una sepoltura a Sarah?»

    Lavoro nei campi e molestie alle donne Vita e orrori dell’orco di Avetrana

    Zio Miche’, 57 anni, un «ciuccio di fatica». Le voci del paese: abusi in casa

    AVETRANA (Taranto) – L’orco era un tipo pio. Dopo dodici ore di tormenti, i carabinieri l’hanno fatto crollare con uno scrupolo di coscienza da chierichetto, che suonerebbe inverosimile se l’inverosimiglianza non fosse ormai la regola nel reality horror di Avetrana: «Forza, Miche’, gliela vuoi dare o no una sepoltura cristiana a quella povera bambina di tua nipote?». Un minuto di silenzio, poi: «E va bene, vi porto da Sarah, prendiamo la macchina».
    L’orco aveva il pollice verde. «Ha curato il giardino qui da noi per tanto tempo, e tanti giardini attorno, niente da dire, era bravissimo», raccontano alla Grottella, la masseria appena dietro casa Misseri che è diventata la base delle troupe tv dal 26 agosto, da quando Sarah è sparita nel nulla. Gli attrezzi da provetto giardiniere dormono adesso sul pianale della sua Astra blu davanti alla villetta di famiglia dai mattoncini marroni, assieme a una robusta corda di canapa, e forse quelli sono gli stessi attrezzi che gli sono serviti a sprofondare Sarah Scazzi, la nipote, nella sua tomba in fondo al pozzetto dove infine l’ha fatta scoprire ieri mattina nella zona di Mosca, otto-nove chilometri da qui, dopo 42 giorni di buio e di nulla.

    L’orco sgobbava come una bestia, certi orchi sono così, si capisce: aveva sgobbato in Germania abbastanza da mettere via i soldi per diventare un padroncino di terre a casa sua; e tuttavia continuava a sgobbare anche nelle terre degli altri, non è suo il fondo della zona Mosca, la tomba di Sarah. Un «ciuccio di fatica» dice Alberto, il vicino all’angolo di via Deledda, tra curiosi, lampeggianti, faretti, in un brandello di notorietà riflessa: «Faceva due giornate di lavoro in un giorno solo, usciva per campi alle tre, prima dell’alba, e tornava a casa alle dieci di sera». Quelle terre erano la mappa geografica della sua anima accidentata, solo lui avrebbe potuto trovare un buco infernale simile dove nascondere un cadavere: due metri per cinquanta centimetri, l’acqua a macerare il corpo, poi terra, sassi e foglie a nasconderlo.

    Naturalmente, adesso che Michele Misseri, zio Miche’ – questo cinquantasettenne dall’aria assieme furba e tonta, col suo inverosimile cappelletto da pescatore sempre calzato in testa, la camicia jeans impastata di terra e sudore sempre addosso – è ufficialmente il mostro del paese, a qualcuno viene in mente che il «ciuccio di fatica» era anche «un poco rattuso», sì, insomma, era uno che sbavava appresso alle femmine, «uno che molestava pure le figlie». Vero o falso, le voci corrono, come le calunnie, perché un mostro è facile da calunniare, s’intende. Corrono così in fretta, queste voci, che bussano alle finestre serrate della villetta di via Deledda, dove le figlie di Michele, Sabrina e Valentina, se ne stanno barricate con mamma Cosima, inarrivabili per chiunque tranne che per un’intervista del Tg5, una chiacchierata a ruota libera di venti minuti, in cui Sabrina, felpa grigia e capelli per una volta sfatti, piange sul divano e dice: «Papà mi ha preso in giro per 42 giorni, mai un sospetto, mai un dubbio, mi sono bevuta tutto quello che ha detto! Adesso lui è vivo mentre Sarah è morta, lui deve pagare!».

    La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah

    Corrono e insistono le voci di questo paese che s’è tramutato in villaggio globale attorno al suo mostriciattolo contadino, tra queste due famiglie – gli Scazzi e i Misseri – che dall’inizio si sono consegnate ai fili e ai transistor delle tv come se da quel groviglio potesse tornare indietro Sarah e con lei una dimensione più alta e gloriosa della vita, non la routine fetente di Avetrana, e che invece hanno visto uscirne il profilo familiare di un assassino, lo zio satiro. Eppure, siccome nel reality horror tutto succede sempre in tempo reale, Sabrina sbuca da Canale 5 per infiltrarsi nella Vita in diretta della Rai con un sms al giovane cronista Giacinto Pinto che suona così: «E’ vero, mio padre deve pagare, ma non ha mai abusato di noi figlie». Dicono che fosse freddo come il ghiaccio, zio Miche’ – incastrato da un’intercettazione ambientale proprio di Sabrina («ma papà dove stava quand’è sparita Sarah? Non è che se l’è portata lui?») – mentre portava i carabinieri del maresciallo Viva fino alla tomba della nipote. Dicono che non fosse l’omino gioviale e inoffensivo che pareva, quando parlava dei sospetti su di lui e bestemmiava: «Che c… vogliono questi da me?». Uno dei fratelli della moglie, Giuseppe Serrano, ha finito di rovinarlo facendogli saltare l’alibi, «no, quando Sarah è sparita lui non stava lavorando nell’orto dietro casa», vatti a fidare dei parenti…

    Però i misteri che restano, le domande senza risposta, sbattono contro la porta di metallo chiusa della cantina-garage di via Deledda, dove tutto s’è consumato alle due e mezzo di quel 26 agosto e dove, qualche sera prima di crollare, zio Miche’ era disposto a fare entrare pure taccuini e telecamere, tanto per cambiare, forse in uno slancio di verità prossimo alla confessione: «Mi pare di vederla Sarah quando veniva quaggiù da me, a chiamarmi per il pranzo: “Zio, è pronto, vieni”…», raccontava davanti all’antro della morte, senza rabbrividire, con la lacrimuccia pronta a comando.

    Ma perché diavolo zio Miche’ ha bruciato i vestitini di Sarah e s’è tenuto per oltre un mese il suo cellulare? Perché l’ha fatto ritrovare in modo così grottesco? «Sensi di colpa, stava crollando, si sognava Sarah pure la notte», sussurra chi indaga. «Incredibile, impensabile, come se un carabiniere rapinasse una banca e ammazzasse tutti», sbuffa Claudio, il fratello maggiore di Sarah, che se ne sta a Roma alla Vita in diretta. Aveva già molestato Sarah? Sabrina lo sapeva? Claudio si tira sulla fronte la visiera dell’inseparabile berretto da baseball, fa la faccia da duro: «L’avessi saputo io anziché Sabrina, mica finiva così…». Il problema è che forse nemmeno questo è vero, il mostro di Avetrana è buono come puntaspilli ormai, sempre che sia proprio il vero mostro, sempre che non abbia coperto qualcuno, sempre che non si sia sacrificato per la famiglia, vai a sapere («noi non siamo complici!», strillano le figlie previdenti, nelle telecamere prima che nei verbali). Dicono che la moglie, Cosima, ancora lo difenda: gli anni all’estero, durissimi, con Sabrina e Valentina che crescevano dai nonni e badavano a loro stesse come grandi, hanno cementato la coppia. Dicono che poi Sabrina uscisse pazza per il papà: «È bello, il più bello della famiglia», diceva alle amichette. E doveva amarlo davvero molto, perché Miche’, bello, non lo è stato mai. Nemmeno prima di diventare orco.

    http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_08/buccini-lavoro-nei-campi-molestie_27943e10-d2a1-11df-8b7c-00144f02aabc.shtml

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