#12 (Uomo) – Ucciso dalla ex amante

Imprenditore ucciso con 87 coltellate
fermata l’amante: “Lite finita male”
Il cadavere di Angelo Radatti fu ritrovato nelle campagne di Poggio Imperiale. La donna è stata incastrata da un paio di guanti in lattice di cui si era liberata e sui quali sono state trovate tracce biologiche della vittima

Svolta nelle indagini dell’omicidio di Angelo Radatti, il 57enne di Apricena assassinato con 87 coltellate lo scorso 6 dicembre, il cui cadavere venne ritrovato la sera del giorno successivo nelle campagne dell’alto Tavoliere.

I carabinieri del comando provinciale di Foggia hanno eseguito un decreto di fermoemesso dalla Procura di Foggia, nei confronti di Anna Lombardi, 42enne di Apricena gravemente indiziata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

Ad incastrare la donna è stato, di fatto, un gesto di inciviltà: un paio di guanti in lattice sfilati dalle mani e gettati nell’erba, elementi che hanno costituito il reperto-principe sul quale i militari del nucleo investigativo, insieme a quelli della compagnia di San Severo, hanno ricostruito quanto accaduto.

Un gesto di rabbia e di sdegno immortalato dalle telecamere di un sistema di videosorveglia posto su via San Severo (verso il centro abitato di Poggio Imperiale, ovvero a circa 400 metri dal luogo dell’omicidio), il cui filmato mostra la donna – che da oltre 10 anni aveva una relazione extraconiugale con la vittima – disfarsi nervosamente di un paio di guanti in lattice bianchi, reperti puntualmente recuperati dai militari ed analizzati dagli esperti del Ris di Roma che hanno accertato che il sangue presente esternamente è compatibile con il dna della vittima, mentre l’essudato interno è compatibile con il profilo dell’indagata.

I due avevano avuto una lunga relazione, interrotta bruscamente prima della passata estate perché la donna – vedova e madre di due figli – pretendeva che l’uomo lasciasse la propria famiglia ed andasse a vivere con lei. Richiesta non accolta dal Radatti. Si sarebbe trattato, quindi, di un delitto d’impeto – come classificato dagli inquirenti nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del cadavere – ma figlio di una vendetta voluta e cercata, come dimostrato dall’uso dei guanti in lattice e dal maldestro tentativo di dare fuoco all’auto, per cancellare ogni traccia, con del liquore per torte.

A ritrovare il corpo ormai senza vita dell’uomo, nel pomeriggio del 7 dicembre, fu un pastore in transito sulla provinciale 39, quella che collega Poggio Imperiale ad Apricena. La vittima, però, è stata uccisa, verosimilmente, tra le 19 e le 20.45 del giorno precedente. Ottantasette le coltellate inferte sul suo corpo, soprattutto nella zona del tronco e del basso ventre; quattro quelle mortali, al polmone destro e nelle vicinanze del cuore. Tutte le altre, invece, sono ferite superficiali inferte per rabbia, “come a voler infierire su un corpo quasi inerte”, spiegano gli inquirenti. Non è escluso, infatti, che l’uomo possa essere stato avvelenato o stordito nelle ore precedenti l’omicidio, così da impedirne qualsiasi tentativo di reazione. Per acclarare questa ipotesi, però, si attendono gli esiti dei risultati tossicologici. L’arma del delitto, invece, è stata trovata poggiata sul cruscotto dell’auto: si tratta di un coltello da campeggio, con lama lunga circa 10 cm, che la vittima aveva sempre con sé in auto, nel vano portaoggetti accanto alla leva del cambio.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/12/27/news/uomo_ucciso_con_decine_coltellate_fermata_amante-74593467/

Non lascia la moglie, l’amante lo uccide

Foggia – Avevano una relazione “clandestina” da 13 anni, ma lui non voleva lasciare la moglie e ufficializzare la loro unione: per questo, dopo l’ennesima lite, Anna Maria Lombardi, una vedova 42enne di Apricena (in provincia di Foggia), si sarebbe scagliata contro Angelo Radatti, un imprenditore di 57 anni, colpendolo con rabbia 87 volte con un coltello e uccidendolo; la donna, che era stata tra i primi sospettati dopo il ritrovamento del corpo il 7 dicembre scorso, è stata fermata oggi dai carabinieri sulla base di un provvedimento emesso dalla Procura di Foggia.

A incastrarla ci sono le tracce biologiche riscontrate dai carabinieri del Ris su un paio di guanti di lattice di cui la donna si era liberata subito dopo l’omicidio: sull’esterno dei guanti sono state individuate tracce del sangue dell’imprenditore assassinato, all’interno il Dna della donna.

Secondo la Procura, quindi, la Lombardi avrebbe agito con premeditazione, e per questo è accusata di omicidio volontario aggravato: a incastrarla, consentendo ai carabinieri di recuperare i guanti, ci sono le immagini di una telecamera di sicurezza di un’abitazione privata che la ritraggono a poca distanza dal luogo dell’omicidio mentre butta i guanti sul ciglio della strada.

Il corpo dell’uomo, che era titolare di una ditta di autospurgo proprio ad Apricena, era stato trovato lungo un tratto delle campagne della vicina Poggio Imperiale, all’interno della sua Fiat Punto, parzialmente data alle fiamme dall’omicida probabilmente nel tentativo di cancellare prove. A bordo gli investigatori avevano anche recuperato l’arma, un coltello con una lama lunga 10 centimetri.

Le modalità dell’omicidio, l’arma bianca usata e il rabbioso accanimento con cui erano stati inferti i numerosi colpi avevano fatto subito indirizzare gli investigatori sul movente passionale, malgrado la vittima avesse qualche vecchio precedente: come detto, Anna Maria Lombardi era stata tra le persone sentite dagli investigatori ed era stata subito sospettata, perché erano emerse incongruenze nella sua testimonianza. Secondo gli investigatori, la donna, madre di due figli, avrebbe reagito con furia all’ennesimo rifiuto dell’uomo di separarsi dalla moglie. Nel corso delle indagini è emerso anche che Radatti alla fine dello scorso novembre aveva temuto di essere stato avvelenato con un cappuccino che la donna gli aveva offerto durante uno dei loro incontri.

«Si tratta di un’indagine ottimamente condotta dai carabinieri – ha dichiarato il pubblico ministero inquirente, Sofia Anfossi – che sin dal primo momento hanno individuato la pista corretta da seguire, e quelli che erano indizi sono diventati prove certe grazie anche agli strumenti di indagine più innovativi: in questa circostanza, i riscontri del Ris sui reperti di natura biologica che abbiamo rinvenuto sono stati determinanti».

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/12/27/AQbbyANB-amante_lascia_moglie.shtml

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