Uomo ucciso da due donne

Borgotaro, pensionato ucciso
con una dose letale di farmaci
Giuseppe Berni era stato trovato cadavere l’11 gennaio. Il delitto opera di Giuseppina Lugari che assieme alla figlia derubava da tempo il pensionato

Borgotaro, pensionato ucciso con una dose letale di farmaci
Ucciso da una dose letale di farmaci. Per due giorni rimasto steso sul pavimento, in biancheria intima. Con lui solo il cane, che ha inutilmente abbaiato all’indirizzo del padrone, oramai cadavere. Una morte, quella di Giuseppe Berni, pensionato di 72 anni di Borgotaro rivenuto nella sua abitazione lo scorso 11 gennaio, che poteva apparire come naturale, o peggio rimanere senza risposta, un “cold case”, come quelli che si vedono nei film.

Una morte che invece ha scritto un’altra storia che turba questo piccolo comune della provincia del parmense. A uccidere Berni è stata una dose di farmaci, degli ansiolitici, somministratigli secondo l’accusa da Giuseppina Lugari, anche lei di Borgotaro, che l’uomo in passato aveva pagato per ottenere delle prestazioni sessuali. Ma la donna, insieme alla figlia Sonia Barbieri, avevano iniziato a derubarlo, a usarlo come se fosse un bancomat.

Gli avrebbero portato via circa 10mila euro. Poi lo scorso 8 gennaio – secondo la ricostruzione dei carabinieri – l’ultimo atto di una vicenda che si è trasformata in tragedia. Lugari gli somministra un flacone di benzodiazepina.
L’uomo ha probabilmente un malore, si accascia a terra, rimane in maglietta e mutande, per 48 ore, nel freddo di gennaio.

ARRESTATE L’8 MARZO – Giuseppina Lugari è stata arrestata il giorno della Festa della donna, insieme alla figlia. Sessantatre anni, senza un vero lavoro, vive da tempo a Borgotaro, dove è un volto conosciuto. Sonia Barbieri, 45 anni, abita a Sala Baganza, lavora a Fidenza. Entrambe in carcere, in esecuzione della custodia cautelare. L’accusa più pesante pende su Giuseppina: omicidio preterintenzionale. La figlia, al pari della madre, è accusata di diversi furti e rapine, perpetrate ai danni di Berni.

La storia di questa vicenda inizia dalla sua fine, l’11 gennaio 2013, quando viene scoperto il corpo di Berni. Una morte che appare sospetta, avvolta nel mistero. I carabinieri lo trovano disteso sul pavimento di casa, solo con una canottiera e un paio di mutande. In casa il cane, che abbaia all’arrivo dei militari. Sul corpo non ci sono segni di violenze, ma la casa è a soqquadro, sedie rovesciate, oggetti in disordine. Berni godeva di ottima salute. Dall’autopsia non emerge alcuna patologia. Il suo medico di famiglia non lo vedeva da anni. Nessuna terapia, nessun farmaco, nessuna prescrizione. Un particolare quest’ultimo che subito indirizza le indagini.

All’esterno, nel giardino, il Ris trova un flacone di “Rivoltril”. Come è arrivato in quella casa di uomo sano e senza problemi di salute? Chi l’ha abbandonato nel giardino? Che non si tratti di una morte per cause naturali lo rivela il tossicologico: nel corpo di Berni ci sono tracce massicce del farmaco. L’ipotesi che si possa essere di fronte a un omicidio si fa strada nelle menti degli inquirenti. A coordinare le indagini il pm Giuseppe Amara.

Emerge la relazione tra Berni e le due donne, pagate per fornirgli prestazioni sessuali. Gli incontri avvengono in modo regolare, ma presto Berni si accorge che qualcosa non va. Dalla sua abitazione spariscono contanti. In genere era solito tenere cifre cospicue in casa, nell’ordine di quattro o cinque mila euro. Soldi che svaniscono sotto i suoi occhi. A marzo l’uomo denuncia il furto di 2.100 euro. A maggio scompaiono altre 4.300 euro. I misteriosi ammanchi avvengono sempre in occasione della visita delle due donne, Sonia e Giuseppina. E’ quanto si ricava dai tabulati telefonici, che registrano puntuali, tutti i contatti tra le donne e il pensionato, e anche da alcune testimonianze.

Il cinque agosto sembra l’antefatto di quanto poi accadrà a gennaio. Berni accusa un malore, viene trovato svenuto in casa. Le analisi al Maggiore evidenziano che ha ingerito una dose ingente di ansiolitici. Viene archiviato come un un incidente. Il pensionato del resto non sporge alcuna denuncia. Eppure in quella circostanza spariscono altri soldi, 1.200 euro. Le intercettazioni telefoniche collocano in quel giorno madre e figlia nell’abitazione del 72enne. Ma l’anziano ha probabilmente capito. Rompe i contatti con le donne, fa cambiare la serratura di casa. In autunno si verifica anche un acceso litigio con la figlia di Giuseppina, Sonia. Entrambi all’ospedale. La donna si era presentata lì per consegnargli le vecchie chiavi di case e chiedergli le nuove. Ma il pensionato rifiuta.

UN OMICIDIO RACCONTATO AL TELEFONO – Sfortunatamente per Berni non è questo l’epilogo della vicenda. L’otto gennaio Lugari si presenta a casa di Berni. Lo conferma un’intercettazione del sette e un testimone. E poi c’è quella chiamata alla figlia nei giorni successivi alla scoperta del cadavere. Giuseppina rivela alcuni particolari del delitto, mai resi pubblici, come il flacone. La donna al telefono mostra incredibile freddezza: si preoccupa di aver coperto le tracce, dice che ha lasciato il flacone all’esterno sulla neve, così che il Ris non potrà rilevare le impronte, discute di aspetti tecnici e legali. La cronaca di un delitto.

Questa volte la dose, unita probabilmente al clima rigido, non lascia scampo a Berni. E’ probabile che l’uomo una volta ingeriti gli ansiolitici accusi un malore e cada al suolo, impossibilitato a chiamare aiuto, privo di conoscenza. Passerà così 48 ore, prima di essere ritrovato cadavere. Le ultime pagine di questo giallo, che sembra ancora una volta mostrare il cuore di tenebra che si nasconde nelle nostre province, sono scritte nei giorni scorsi. L’arresto della due donne, ora in carcere. Un’esigenza cautelare motivata dal rischio di ripetere il reato. Madre e figlia da un po’ erano già in contattato con un altro anziano.

Alcuni aspetti che restano da approfondire, come per esempio le modalità con cui le donne si siano procurati i farmaci, ottenuti non sempre con ricetta. E poi c’è la soddisfazione degli inquirenti per aver risolto in breve tempo un difficile rompicapo. Un’indagine complessa ha detto il procuratore Gerardo Laguardia, elogiando il pm Amara e gli investigatori dell’Arma. Indagine portata avanti con strumenti tradizionali e tecnologia. Rimane però un’amarezza: non aver potuto agire prima, per salvare la vita di Pietro Berni. (raffaele castagno)

http://parma.repubblica.it/cronaca/2013/03/09/news/borgotaro_pensionato_ucciso_con_dose_letale_di_farmaci-54182132/

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