Italiano, accusato di minacce e stalking nei confronti della ex moglie

Lotzorai, minaccia la moglie:
disoccupato in cella per stalking

Nei giorni scorsi, attraverso il suo legale, Cannas aveva chiesto alla moglie di arrivare ad un accordo per una separazione consensuale.

La minacciava da mesi, la insultava, prometteva di uccideva. Ieri lui ha provato ad entrare in casa e lei terrorizzata ha chiamato i carabinieri. G. C., disoccupato di Lotzorai, è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di San Daniele. È accusato aver perseguitato e minacciato la moglie, 50 anni, casalinga. In una parola stalking.

DENUNCE E MINACCE Separati in casa, da quattro anni. Letteralmente. Lei al piano di sopra, lui a quello di sotto della stessa abitazione. Divisi da un muro invalicabile dopo una vita trascorsa insieme. Eppure G. C. voleva il divorzio. Nei giorni scorsi, attraverso il suo legale, aveva chiesto in una lettera alla moglie di arrivare ad un accordo per una separazione consensuale. I rapporti tra i due non erano certo idilliaci, e neppure di sana e civile convivenza. Lei qualche tempo fa lo aveva denunciato per maltrattamenti e trascinato in Tribunale, un procedimento tutt’ora in corso a Lanusei.

Lei ha raccontato agli inquirenti che il marito da mesi, (la prima segnalazione risale al luglio scorso) la importunava. Insulti e minacce, anche di morte, una violenza quotidiana fatta di tormenti e paura, mai culminate in nessuna violenza fisica. Tra i due un rapporto finito nel peggiore dei modi, annegato nel rancore, acuito dalla vicinanza. Ieri mattina i carabinieri di Santa Maria Navarrese hanno ricevuto la telefonata di una donna scossa. «Mio marito tenta di entrare in casa mia». Arrivati sul posto i militari hanno colto l’uomo sul fatto e gli hanno stretto le manette ai polsi. Oggi G. C., assistito dall’avvocato Daniele Murru, comparirà di fronte al giudice per l’udienza di convalida dell’arresto, avvenuto in flagranza di reato.

DENTRO CASA Il termine stalking è comunemente usato in Italia solo da qualche anno; deriva dal verbo inglese “to stalk”, che significa inseguire, appostarsi durante una battuta di caccia e indica una sistematica violazione della libertà personale. Descrive un vasto campionario di comportamenti: telefonate, lettere anonime, sms, pedinamenti ossessivi, inseguimenti, intrusioni continue nella vita privata e lavorativa, persecuzioni tramite internet. Nella maggior parte dei casi, lo stalker è un ex partner. Da qualche tempo anche in Ogliastra non sono più rare le denunce per questa tipologia di reato. L’ambito familiare è il terreno dove le tensioni sfociano più spesso nella violenza psicologica. Ma troppo spesso la paura condiziona le vittime a non sporgere denuncia.

http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/197488

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