Uomo, accusato di aver massacrato di botte e morsi la moglie e la figlia di tre anni

Terrore a Voltabarozzo: padre massacra
a botte e morsi la moglie e la figlioletta

La furia scatenata da una banalità: 40enne pesta a sangue le
congiunte, compresa una bimba di 3 anni, e si barrica in casa

di Lino Lava
PADOVA – «Aiuto mi uccide, ho una bimba in braccio. Aiutatemi». Le urla della donna fanno rabbrividire a quell’ora di notte. Ma le sue parole sono coperte subito dalla voce bestiale del marito. «Andate via, altrimenti ammazzo anche voi». Fuori della porta di un appartamento di via Del Cristo, a Voltabarozzo, ci sono i carabinieri del Nucleo Radiomobile. I militari non possono fare nulla. La porta è blindata. E dentro c’è un mostro che sta uccidendo la moglie e la figlioletta di neanche tre anni.

Sono momenti drammatici. Metterli insieme, uno dopo l’altro, fanno un tempo insopportabile. Le urla della donna e della bambina squarciano la notte e sono accompagnate dai rumori del mostro blindato che sta distruggendo tutto. E i vicini tremano, sulle scale, nelle terrazze del condominio, in strada. Sono le 2,30 di ieri mattina quando uno degli abitanti telefona per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. No, non è solo una lite in famiglia. Le richieste di aiuto sono drammatiche. E adesso da dietro la porta blindata fanno accapponare la pelle anche ai carabinieri. Ci sono anche i vigili del fuoco, ma neanche loro riescono ad abbattere la porta blindata del condominio. Bisogna fare presto, quello sta ammazzando la moglie e la figlioletta.

Il blitz per salvare la donna e la bambina. Intanto, il tempo passa. Forse sono già quindici o venti minuti che i carabinieri sono bloccati fuori della porta. Anche loro urlano, ma il mostro non li sente. Arriva la scala mobile dei pompieri e adesso è fatta.
Due carabinieri indossano il giubbetto antiproiettile e salgono fino al secondo piano. La serranda del terrazzo non è abbassata del tutto. L’aggressore sente che i carabinieri stanno arrivano in terrazzo e li minaccia. Dice che ha una bomba, farà saltare tutto in aria. E quando i carabinieri alzano la serranda si scaglia contro di loro. Uno lo centra in pieno e gli causa un trauma facciale.

Ma ormai i militari sono sopra di lui. È un uomo grande e grosso. Ha una quarantina d’anni e pesa più di cento chili. Ma i carabinieri riescono ad ammanettarlo. Per immobilizzarlo, due militari devono stare seduti per più di mezz’ora sopra di lui. Fino a quando i sanitari del Suem gli fanno un’iniezione per calmarlo. Le scene che hanno davanti gli investigatori della Radiomobile sono indescrivibili.

Moglie e piccola picchiate e massacrate a morsi. La moglie, una signora quarantenne, è irriconoscibile. Ha il volto tumefatto e lesioni da ogni parte. E anche la bambina ha il viso sfigurato. I medici del pronto soccorso del Policlinico troveranno sul corpo di madre e figlia anche i segni di morsi. La casa è distrutta. C’è sangue dappertutto. E anche ciocche di capelli. La porta della cameretta della bambina è sfondata. Evidentemente la donna ha cercato inutilmente di trovare rifugio lì dentro.

La furia scatenata da una parola detta dalla bambina. Tentato omicidio, lesioni personali aggravate, maltrattamenti in famiglia, resistenza a pubblico ufficiale. Sono queste le accuse che il pubblico ministero Roberto D’Angelo contesta all’individuo. Dopo una breve parentesi in psichiatria, ieri mattina il quarantenne è stato portato nella casa circondariale di strada Due Palazzi. I motivi del dramma? Nessuno. Una banale lite per una cosa che ha detto la bambina di neanche tre anni.

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=157942&sez=NORDEST&npl=N

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