Tramortisce la ex e la lancia dal viadotto assieme a lui. Sono feriti!

Pesaro, butta giù la ex fidanzata da un viadotto

Ipotesi omicidio-suicidio, il giovane non aveva accettato la fine della loro relazione

Non tollerava di aver perso l’amore della sua ormai ex fidanzata, e dopo un violento litigio l’ha tramortita e poi gettata giu’ da un viadotto alto 15 metri, per poi buttarsi a sua volta. Entrambi sono salvi: lui ha una prognosi di 60 giorni, lei è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. E’ il dramma che si e’ consumato in provincia di Pesaro.

Il giovane,un muratore di 23 anni, secondo gli inquirenti avrebbe avuto prima una furiosa litigata con la sua ex, di 18 anni, a casa di lei, poi l’ha tramortita con un pugno caricata in macchina e trascinata fino a un viadotto a Fossombrone, per gettarla nel vuoto. Poi si e’ buttato anche lui. Un volo di 15 metri da cui i due sono usciti miracolosamente vivi: i vigili del Fuoco e il 118 li hanno trovati in stato di semincoscienza. I due sono stati portati trasportati all’ospedale Torrette di Ancona.
Ai soccorritori che li hanno trovati su un terreno, 15 metri sotto il viadotto della superstrada ’73bis’, il giovane avrebbe ripetuto piu” volte “e’ tutta colpa mia”. E’ stata la mamma della ragazza ad avvisare i carabinieri: dopo essere scesa nell’atrio di casa, ed aver trovato sangue e un dente, segnali del violentissimo litigio accaduto qualche ora prima, intorno alle 5 del mattino, quando la ragazza stava rientrando a casa da una serata in discoteca. La ragazza, ora è in prognosi riservata

http://www.donnesulweb.it/notizie/pesaro-butta-giu-la-ex-fidanzata-da-un-viadotto.html


Stalking a Pesaro: 19enne in fin di vita
Malmenata e gettata da un viadotto dall’ex fidanzato, di 23 anni.

Una vettura dei carabinieri.

Saimo Luchetti, un muratore di 23 anni, e l’ex fidanzatina Andrea Toccaceli, 19 anni non ancora compiuti, studentessa di ragioneria a Cagli (Pesaro e Urbino), dove entrambi risiedono, si erano lasciati a ottobre. Lui non lo accettava, e così l’ha aspettata sotto casa, l’ha presa a pugni e poi l’ha trascinata su un viadotto della Statale 73 bis a Fossombrone spingendola oltre il guardrail e buttandosi a sua volta nel vuoto, con un volo di 15 metri.
«È SOLAMENTE COLPA MIA». Un miracolo che non siano morti sul colpo: la caduta è stata infatti attutita dal terreno molle. Sono stati entrambi ricoverati con politraumi nell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona: lei è la più grave. Sottoposta a un intervento chirurgico al fegato, è in prognosi riservata. Per Saimo la prognosi è più favorevole: 60 giorni. Ai primi soccorritori avrebbe detto: «È colpa mia. Tutta colpa mia».
Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri, Andrea e alcune amiche stavano trascorrendo la serata di sabato 17 marzo fuori quando Saimo ha cominciato a tempestarla di telefonate. La ragazza è apparsa contrariata. Con Saimo ha avuto una storia durata circa un anno, ma adesso non vuole più saperne. Lui, forse, l’ha seguita in auto negli spostamenti con le amiche, poi è andato ad aspettarla sotto casa alle 5 del mattino di domenica 18.
IL LITIGIO FURIOSO NELL’ATRIO DI CASA. Nell’androne del palazzo hanno cominciato a litigare e a quel punto Saimo l’ha riempita di pugni con una tale violenza (gli investigatori parlano di una furia di livello elevato) da spezzarle di netto un dente, un incisivo, ritrovato a terra, sul pavimento imbrattato di sangue. Alcuni vicini, tra cui una zia della ragazza, avrebbero sentito del chiasso e poi visto i due giovani allontanarsi in auto. La madre di Andrea, invece, stava dormendo e non ha sentito nulla, perché la sua camera da letto si trova dalla parte opposta rispetto a dove è avvenuta l’aggressione.
UN FOLLE SALTO DAL VIADOTTO STRADALE. Il giovane muratore ha fatto entrare la studentessa nell’auto e si è diretto verso la Fano-Grosseto. Si è fermato in una piazzola di sosta, poco prima di una galleria, ha fatto uscire dalla vettura la ragazza, l’ha trascinata, sorreggendola, dal lato opposto della carreggiata. Sempre secondo quanto ipotizzato dai Carabinieri, ha spinto Andrea oltre il guardrail (alto almeno un metro e mezzo) e poi si è lanciato anche lui di sotto. Si è in attesa di ascoltare i due ragazzi per avere una conferma. Il caso è statio affidato al sostituto procuratore di Urbino Simonetta Catani.

http://www.lettera43.it/cronaca/43978/stalking-a-pesaro-19enne-in-fin-di-vita.htm

Tu morrai senza di me, ma non si uccide per amore

Getta il corpo dell’ex-ragazza, probabilmente tramortito dalle percosse ricevute, dal viadotto e poi si getta anche lui. Accade a Cagli Saimo, 23enne con la fiera convinzione di sentirsi ‘uomo’, ha il forte disagio di essere stato lasciato da Andrea, studentessa 18enne, così la attende sotto casa al rientro di una serata con le amiche, la picchia selvaggiamente, al punto di farle saltare un dente. Non soddisfatto la trascina in auto e la conduce sul viadotto di Fossombrone, gettando il suo corpo da un’altezza di 15 metri. Poi forse preso dai rimorsi o in preda a visioni shakespeariane, si getta anche lui per coronare il suo sogno d’amore-morte. Sopravvivono entrambi, lui ha ferite guaribili in 60 giorni, lei, invece, lotta contro la morte.

Era destino, direbbe qualcuno. Il soggetto agente di questa tragedia, il protagonista è lui: per questo, come in ogni copione, sembra coerente che sia lui a sopravvivere. Lui che organizza, lui che opera, lui che picchia, percuote e massacra. Lui che getta il corpo e che ‘per amore’ decide di gettarsi. Ma lei dove è? Lei è una studentessa, lei è una che ha lasciato, lei è solo un corpo. Un corpo che dopo un delicato intervento lotta tra la vita e la morte. Un corpo di cui disporre a piacimento, un corpo da punire perché ha osato liberarsi.

La tragica violenza subita dal corpo di Andrea sembrerebbe attenuata dalla pazzia di Saimo. Di lui molti direbbero uomo vile, dall’anima ignorante e bestiale, dalle mani incontrollabili, ma non rappresenterebbero a pieno la sua viltà. La violenza che Saimo ha esercitato sulla persona (non sul corpo) di Andrea non si riduce a bassezza d’animo, è intrisa di qualcosa che si conserva nella storia umana attraverso i secoli e al di là dei confini culturali: la proprietà della donna.

Andrea era sua proprietà, Andrea non aveva il diritto di scegliere, Andrea non doveva permettersi di lasciarlo. Saimo sicuramente crede di aver architettato tutto ciò per amore, ne è candidamente convinto, come lo sono stati tutti i suoi predecessori e,anche se alla mente lucida risulta illogico definire un simile gesto come ‘sentimentale’, il violento non percuote, malmena o pesta per disprezzo, picchia per amore. Per quella malsana convinzione che laddove non arrivino le parole, i regali o le dichiarazioni possa arrivare la violenza. Il ‘mia o di nessun altro’ non si riduce a un motivo letterario. Il Don Rodrigo manzoniano è solo un esempio di una simile forma mentis, non tutti i ‘proprietari di donne’ sono, infatti, come La bestia umana di Émile Zola. Non tutti i predatori si percepiscono come psicotici, la maggior parte, se assecondati, possono addirittura rappresentare l’uomo perfetto. Se Lucia avesse favorito Don Rodrigo, probabilmente, avrebbe vissuto nello sfarzo e nell’agiatezza: una bambola in una casa a grandezza umana. Se avesse, ma non l’ha fatto e, per questo, è stata imprigionata. Paradossalmente c’è da chiedersi poi, se pur cedendo all’uomo-padrone, la bambola sarebbe felice per sempre. La risposta è banalmente sconta, vi è il serio rischio che il gioco diventi stancante e che la bambola invecchi, sostituita da una nuova di zecca.

La violenza contro le donne è sì ignoranza e arretratezza, ma è soprattutto un retaggio culturale, narrato e vissuto nei secoli per varie ragioni più volte accennate (mancanza di indipendenza economica, organizzazione sociale, ruolo della famiglia etc etc) ma non trattabili in questa sede. La battaglia per l’emancipazione è sorta con l’obiettivo di liberare anima e corpo delle donne, dare loro voce senza, però, capovolgere il sistema: non si è, infatti, mai razionalmente prospettato un sistema matriarcale. Volendo metaforizzare, con un’immagine nota agli studi femministi: la colonizzata ha sempre e solo chiesto il diritto all’autogoverno. Ma qui, purtroppo, non si parla di teoria, non si disserta sulla grandiosità del pensiero di Spivak o chi per lei. Andrea rischia, infatti, di pagare con la vita il suo diritto alla scelta di essere libera, perché, per molti uomini come Saimo, ancora libera non è.

http://www.linkiesta.it/blogs/women-must-go/tu-morrai-senza-di-me-ma-non-si-uccide-amore

GETTA LA EX 18ENNE GIÚ NEL VIADOTTO.
LUI: “È TUTTA COLPA MIA” -FOTO

PESARO – Stavolta la ferita d’amore che spesso si traduce in stalking ha colpito due giovanissimi: Saimo Luchetti, un muratore di 23 anni, e l’ex fidanzatina Andrea Toccaceli, 19 anni non ancora compiuti, studentessa di ragioneria a Cagli, dove entrambi risiedono. Si erano lasciati a ottobre. Lui non lo accettava, e così l’ha aspettata sotto casa, l’ha presa a pugni e poi l’ha trascinata su un viadotto della Ss 73 bis a Fossombrone spingendola oltre il guardrail e buttandosi a sua volta nel vuoto, con un volo di 15 metri.

Un miracolo che non siano morti sul colpo: la caduta è stata infatti attutita dal terreno molle. Ora sono entrambi ricoverati con politraumi nell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona: lei è la più grave. Sottoposta a un intervento chirurgico al fegato, è in prognosi riservata. Per Saimo la prognosi è più favorevole: 60 giorni. Ai primi soccorritori avrebbe detto: «È colpa mia. È tutta colpa mia». L’escalation di rabbia e follia che porterà a tutto questo inizia nella notte. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Andrea e alcune amiche stanno trascorrendo la serata fuori quando Saimo comincia a tempestarla di telefonate (almeno due-tre). La ragazza appare contrariata. Con Saimo ha avuto una storia durata circa un anno, ma adesso non vuole più saperne. Lui, forse, la segue in auto negli spostamenti con le amiche, poi va ad aspettarla sotto casa, una palazzina quadrifamiliare dove vive la mamma di Andrea insieme agli altri due figli, un quindicenne e una bimba di tre anni.

Sono le 5 del mattino. La giovane scende dall’auto delle amiche, lui aspetta che arrivi al portone di ingresso e infili la chiave e la raggiunge. Nell’androne del palazzo cominciano a litigare e a quel punto Saimo la riempie di pugni con una tale violenza (gli investigatori parlano di una «furia di livello elevato») da spezzarle di netto un dente, un incisivo, che verrà ritrovato a terra, sul pavimento imbrattato di sangue. Alcuni vicini, tra cui una zia della ragazza, avrebbero sentito del chiasso e poi visto i due giovani allontanarsi in auto. La madre di Andrea, invece, stava dormendo e non ha sentito nulla, perchè la sua camera da letto si trova dalla parte opposta rispetto a dove è avvenuta l’aggressione. Comunque, dopo averla tramortita, il giovane muratore fa entrare la studentessa nella propria auto e si dirige verso la Fano-Grosseto. Si ferma in una piazzola di sosta, poco prima di una galleria, fa uscire dalla vettura la ragazza, chiude a chiave l’auto e poi trascina la ex, sorreggendola, dal lato opposto della carreggiata. Sempre secondo quanto ipotizzano i carabinieri, spinge Andrea oltre il guardrail (alto almeno un metro e mezzo) e poi si lancia anche lui di sotto. Fin qui il ‘film’ del dramma d’amore ricostruito dagli investigatori, ma bisognerà ascoltare i due ragazzi per avere una conferma. Il caso è affidato al sostituto procuratore di Urbino Simonetta Catani.

http://www.leggo.it/news/cronaca/pesaro_rapisce_e_picchia_lex_18enne_poi_si_lancia_con_lei_dal_viadotto_foto/notizie/171435.shtml

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