Mia figlia Carmela stuprata, suicida e senza giustizia…”
«Stato, istituzioni, giustizia, ministri … dove siete? Quanti secoli vi occorrono per celebrare finalmente questi maledetti processi?». Lo scrive in una lettera aperta Alfonso Frassanito, padre di Carmela, la 13enne di Taranto vittima di uno stupro di gruppo che il 15 aprile del 2007 si tolse la vita lanciandosi dal settimo piano di un palazzo del rione Paolo VI. «Venne stuprata per quattro giorni… poi ricoverata al centro Aurora di Lecce, una struttura per minori che hanno subito violenze. “Curata” con dosi massicce di psicofarmaci. Fu lei ad essere rinchiusa, non i suoi stupratori. Liberi ancora oggi di vivere la loro vita. Una vita che Carmela non ha più».
Alfonso Frassanito ricorda che il processo a carico di tre maggiorenni accusati di aver stuprato la ragazzina «si trascina stancamente, e sono state celebrate solo quattro udienze, mentre altri due giovani (all’epoca dei fatti minorenni) hanno evitato la condanna, nonostante la confessione, con il riconoscimento della messa in prova ai servizi sociali per soli 15 mesi».
Sul suo diario la tredicenne scriveva sempre: “Io sono Carmela”. A quelle pagine, ritrovate dopo il suo suicidio, la ragazzina affidò il suo dolore e la sua rabbia. E oggi quell’Io sono Carmela è diventato il nome dell’associazione nata dopo la sua morte.
«Un’associazione che vuole proteggere i minori abusati, che vuole ricordare mia figlia… una bambina violentata e ancora senza giustizia, figlia, suo malgrado, di questo paese ipocrita e incivile, che con il suo silenzio e la sua indifferenza si rende complice di queste atrocità». «Ogni martedì – accusa Frassanito – in quello stesso tribunale di Taranto si svolgono le udienze per il delitto, altrettanto vergognoso della piccola Sarah Scazzi mentre per il processo contro gli stupratori di Carmela quel tribunale “riesce” a fare solo un’udienza ogni sei mesi. Tutte le vittime devono essere uguali».
La prossima udienza per lo stupro e la morte della piccola Carmela si celebrerà il 27 aprile, a oltre cinque mesi di distanza dall’ultima udienza.
«Non ci saranno telecamere, non ci sarà nessuno. Ci saranno solo le persone che l’hanno amata… ci saranno la mamma di Carmela, i nostri figli… ci sarò io che non sono riuscito a proteggerla da quei maledetti. Io che oggi chiedo e pretendo giustizia per mia figlia».
http://blog.panorama.it/italia/2012/04/16/mia-figlia-carmela-stuprata-suicida-e-senza-giustizia-audio/
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13enne stuprata si suicida, niente processo dopo 5 anni Il papà: “Traditi dallo Stato”
Carmela si suicidò nel 2007 perché era stata violentata e nessuno le credeva. Il dolore del papà: “Quanti secoli vi occorrono per celebrare finalmente questi maledetti processi?
“Stato, istituzioni, giustizia, ministri… dove siete? Quanti secoli vi occorrono per celebrare finalmente questi maledetti processi?”.
Aula di un tribunaleIngrandisci immagine
L’urlo di dolore è di Alfonso Frassanito, padre di Carmela, la 13enne che si tolse la vita il 15 aprile del 2007, lanciandosi dal balcone di un palazzo del rione Paolo VI di Taranto, perché era stata violentata e nessuno le credeva.
In una lettera aperta alle istituzioni l’uomo ricorda che il processo a carico di tre maggiorenni accusati di aver stuprato la ragazzina si trascina “stancamente e sono state celebrate solo quattro udienze, mentre due giovani (all’epoca dei fatti minorenni) hanno evitato la condanna, nonostante la confessione, con il riconoscimento della ‘messa alla prova’”. Oggi, scrive Frassanito, presidente dell’associazione “Io so Carmela”, ricorre “il quinto vergognoso anniversario senza giustizia per Carmela, figlia, suo malgrado, di questo paese ipocrita e incivile, che con il suo silenzio e la sua indifferenza si rende complice di queste atrocità”. “Ogni martedì, in quello stesso tribunale di Taranto – ricorda Frassanito – che per il processo contro gli stupratori di Carmela di udienze ‘riesce’ a farne solo una ogni sei mesi si svolgono le udienze per il delitto, altrettanto vergognoso della piccola Sarah Scazzi”.
“Sembra di essere a Hollywood, telecamere dappertutto, imputati divenuti vip e calca di curiosi – dice Frassanito – disposti a perdere giornate di lavoro pur di apparire davanti alle telecamere”. Ma dove sono, sottolinea Frassanito nella lettera aperta alle istituzioni, “quando la giustizia la si chiede per Carmela e per altre vittime come lei? Basta – conclude l’uomo – con l’eccessivo garantismo nei confronti di chi stupra e ammazza (anche e soprattutto quando ad uccidere è lo stesso Stato) calpestando invece sempre e comunque i diritti delle vittime”.
http://www.ilgiornale.it/cronache/13enne_stuprata_si_suicidaniente_processo_dopo_5_anniil_papa_traditi_stato/alfonso_frassanito-lettera-giustizia-processo-stupro/15-04-2012/articolo-id=583172-page=0-comments=1