Uccide la ex fidanzata, arrestato a Vicenza
Un trentottenne dominicano ha accoltellato l’ex fidanzata, sua connazionale, di 26 anni, in un albergo di Vicenza
VICENZA – Un trentottenne dominicano ha ucciso con alcune coltellate l’ex fidanzata, sua connazionale, di 26 anni, in un albergo di Vicenza. L’immigrato e’ stato arrestato dai carabinieri poco dopo l’omicidio. Secondo quanto si e’ appreso, nel corso di una lite, poi degenerata, il dominicano ha colpito con alcuni colpi di coltello la sua ex e ha poi chiamato la madre di quest’ultima informandola di quanto aveva fatto. La donna ha immediatamente telefonato ai carabinieri fornendo loro il numero di cellulare dell’uomo Grazie alla centralina, e’ stato localizzato il punto dove si trovava il dominicano che e’ stato arrestato.
Si allunga una triste lista: sono 56 le donne uccise in questi primi mesi dell’anno. Intanto il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha firmato l’appello lanciato dal movimento ‘Se non ora quando’. “Massima attenzione e impegno nella lotta contro la violenza sulle donne e solidarietà a tutte le vittime di abusi”: con queste parole il ministro ha aderito alla petizione “Mai più complici” per fermare la violenza sulle donne.
“Il numero dei reati commessi dall’inizio dell’anno, ai quali potrebbero essere aggiunti anche quelli non denunciati, testimonia che la violenza contro le donne è un fenomeno allarmante, purtroppo in crescita, che va contrastato con determinazione e fermezza”, ha dichiarato il ministro Cancellieri. “Il ministero dell’Interno, insieme a tutte le forze dell’ordine, è impegnato, e non da oggi, a combattere e a tenere alta la vigilanza contro questo particolare tipo di reato. Ma, prima ancora della giusta e doverosa azione di repressione, le donne e gli uomini del ministero sono impegnati a praticare, coltivare e diffondere una cultura del rispetto che é l’unico antidoto vero contro qualsiasi forma di violenza”, ha concluso il ministro Cancellieri.
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/05/05/Uccide-ex-fidanzata-arrestato_6819706.html
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Vicenza, uccide l’ex a coltellate in un albergo
Il ministro Cancellieri firma la petizione antiviolenza Già 55 donne uccise nel 2012: è ‘femminicidio’
Il delitto al culmine di una lite: il 38enne omicida è stato arrestato. La vittima aveva 26 anni. Il capo del Viminale: “Massima attenzione e impegno contro il femminicidio”
Vicenza, 5 maggio 2012 – Ancora una donna uccisa dal suo ex. E’ avvenuto a Vicenza, dove un trentottenne dominicano ha accoltellato a morte l’ex fidanzata, sua connazionale, di 26 anni, in un albergo.
Secondo quanto si è appreso, nel corso di una lite, poi degenerata, l’uomo ha aggredito la donna con un coltello, poi ha chiamato la madre di quest’ultima informandola di quanto aveva fatto. L’ex suocera ha immediatamente telefonato ai carabinieri fornendo loro il numero di cellulare dell’uomo che, grazie alla centralina, è stato localizzato. L’extracominitario è stato arrestato.
PETIZIONE ANTIVIOLENZA – L’ennesimo ‘femminicidio’ si è verificato proprio nel giorno in cui il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha aderito alla petizione ‘Mai più complici’ promossa dal movimento ‘Se non ora quando’ contro la violenza sulle donne. Il capo del Viminale ha ribadito “massima attenzione e impegno” sottolieando che si tratta di “un fenomeno allarmante, purtroppo in crescita, che va contrastato con determinazione e fermezza”.
“Il ministero dell’Interno, insieme a tutte le forze dell’ordine – ha assicurato Annamaria Cancellieri – è impegnato, e non da oggi, a combattere e a tenere alta la vigilanza contro questo particolare tipo di reato. Ma, prima ancora della giusta e doverosa azione di repressione, le donne e gli uomini del ministero sono impegnati a praticare, coltivare e diffondere una cultura del rispetto che è l’unico antidoto vero contro qualsiasi forma di violenza”.
http://qn.quotidiano.net/cronaca/2012/05/05/707827-vicenza-uccide-ex-fidanzata-coltellate.shtml
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Lite degenera, dominicano uccide la ex a coltellate a Vicenza
(AGI) – Vicenza, 5 mag. – Brutale omicidio stamattina a Vicenza, in zona Borgo Casale: un dominicano di 38 anni ha ucciso la sua ex fidanzata, una connazionale di 26 anni, in un hotel. Secondo quanto e’ stato accertato finora dai carabinieri, intervenuti sul posto, l’uomo aveva litigato con violenza aggredendo la ragazza e colpendola quindi con alcune coltellate che l’hanno uccisa. L’omicida ha quindi chiamato la madre della vittima al telefono e ha confessato tutto. E’ stata proprio la donna a chiamare i carabinieri e a farli intervenire nell’hotel dove si e’ consumato l’omicidio. (AGI) .
http://www.agi.it/cronaca/notizie/201205051356-cro-rt10059-lite_degenera_dominicano_uccide_la_ex_a_coltellate_a_vicenza
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Uccise l’ex fidanzata in hotel
Dominicano condannato a 30 anni
Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo. Il 5 maggio del 2012 Gil Jesus Maria Paredes accoltellò la connazionale in un albergo di Vicenza
VICENZA – Trent’anni di carcere: è questa la sentenza pronunciata martedì pomeriggio dal giudice Stefano Furlani nei confronti di Gil Jesus Maria Paredes, il 38enne dominicano che il 5 maggio del 2012 ha ucciso a coltellate la connazionale ed ex fidanzata Julissa Dilia Reyes Feliciano, in una camera dell’hotel Dream di borgo Casale in città. Per il parrucchiere il pubblico ministero Cristina Gava, contestando l’omicidio della giovane ballerina, madre di una bambina di 2 anni, aveva chiesto l’ergastolo; cinque anni invece per lo stalking, le minacce e la violenza sessuale.
Il tutto ridotto di un terzo per il rito abbreviato, per una pena complessiva di trent’anni. Alla lettura della sentenza il 38enne, difeso dall’avvocato Rigoni Stern, è stato scortato dagli agenti di polizia penitenziaria fino in carcere, dove si trova rinchiuso dal giorno del delitto.
A farlo arrestare ci aveva pensato la mamma della 27enne, dopo che il connazionale l’aveva chiamata ridacchiando, e ubriaco le aveva annunciato: «Finalmente ho ucciso tua figlia». Fuori dall’aula martedì c’erano anche lei e le zie di Julissa, difese dagli avvocati Paolo Mele senior e Agron Xhanaj. Le parenti hanno preteso giustizia fin dal primo giorno. Costituitesi parte civile hanno chiesto – il più è per la piccola rimasta orfana di madre – 5 milioni e mezzo di euro di risarcimento. Soldi che difficilmente il parrucchiere potrà sborserà.
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/21-maggio-2013/uccise-ex-fidanzata-hotel-dominicano-condannato-30-anni–2221253455884.shtml
DILIA, LA TRISTE STORIA DI UNA MORTE ANNUNCIATA
Apprendiamo dal Giornale di Vicenza la triste notizia di un femminicidio
nella nostra città: Dilia Reyes, 25 anni, viene ammazzata a coltellate
dall’ex compagno Jesus Maria Paredes
Gil, in una stanza di hotel. Come riferiscono i parenti, l’omicida
poteva essere fermato: “Questo omicidio si poteva evitare – dice la
madre della vittima. -. La mia ragazza aveva paura di quell’uomo. Lui
era cattivo, violento, la perseguitava. E lei lo aveva denunciato. Solo
due giorni prima lui l’aveva minacciata di morte. Le aveva detto che
avrebbe ammazzato lei e tutti noi, la sua famiglia. E lo ha fatto sul
serio”. Non contento, ha telefonato alla madre della vittima ridendo.
La notizia ci rattrista, ci sconvolge e ci fa indignare: eppure, stando
al sito “bollettino di guerra” (bollettino-di-guerra.noblogs.org),
questo è il sesto dall’inizio di maggio, in Italia; e tutti sono
avvenuti all’interno di un contesto familiare, o di coppia. La cronaca è
piena di questo tipo di uomini: uomini denunciati, accusati, processati,
condannati per maltrattamenti, stupro, stalking alla ex moglie, all’ex
fidanzata, all’ex convivente, all’ex compagna. Uomini che come Jesus
Maria hanno potuto girare liberamente, nonostante 6 denunce per violenze
all’attivo, nonostante avesse già provocato un aborto alla vittima, in
passato.
Viene scontato, quindi, chiedersi come mai ciò sia potuto accadere.
Perchè le denunce fatte dalla stessa Dilia non sono state prese sul
serio? Forse la risposta si trova poche righe più avanti, sempre sul
giornale locale: “Una coppia sballata, destinata a scoppiare”. Lei viene
descritta come “bella, dalla vita disordinata, ma madre e figlia sensibile”.
Quello che i giornali non esitano a descrivere con i toni romanzati e
stereotipati della “tragedia d’amore”, con la femmina troppo illusa e
troppo ingenua e il maschio troppo possessivo e geloso, non è altro che
l’ennesimo femminicidio in uno dei Paesi europei, l’Italia, col più alto
tasso di violenze di genere.
E come ogni cronaca italiana che si rispetti, l’operetta ad uso
domestico è servita: lei giovane, straniera, ballerina, mamma; lui meno
giovane, connazionale, senza fissa dimora e “volto già noto alle forze
dell’ordine”.
E se la professione di lei serve a tessere la trama giustificativa della
gelosia di lui, che “non accettava che lei facesse la ballerina in un
locale pieno di uomini e voleva che si licenziasse”, l’accento sulle sue
caratteristiche di “mamma” e “troppo innamorata” servono a mitigare,
nello svolgersi del romanzo, il clichè della donna facile e del macho
geloso, con buona pace delle chiacchiere da parrocchia dal sapore
nostrano. Tanto vale per il personaggio maschile di questa storia, così
rassicurante perché è straniero e senza fissa dimora, figura così
lontana dal maschio nordestino padre di famiglia e indefesso lavoratore,
da far pensare a un risvolto esotico della trama, in cui l’antitesi del
buon selvaggio è strumento utile ai lettori di questa “storia d’amore e
sangue” affinchè possano sentirsi, infine, tranquilli: è una cosa che
non li riguarda, una realtà che non li appartiene, o una questione da
demandare alla pubblica sicurezza, come sottolineano gli abitanti di
Borgo Casale. The end. Fine della storia.
E invece no, non è così. Questa storia non ha inizio e questa di certo
non è la sua fine. E’ una storia in cui non troviamo personaggi fittizi,
eroine sacrificali, troppo amore e troppo odio.
E’una, sono due, tre migliaia di storie all’anno, in Italia, con nomi
veri, vite vere, padri, nonni, mariti, fidanzati od ex tali che hanno
ucciso, stuprato, picchiato, segregato.
E loro, le donne di queste storie, non sono mogli disubbidienti,
fidanzate che tradiscono, amanti sfuggenti, femmine dalla dubbia vita,
matrigne crudeli; altrettanto dicasi per quei mariti gelosi, fidanzati
troppo innamorati, padri severi, uomini frustrati dal lavoro e dal peso
delle loro relazioni.
Alla luce delle statistiche, a noi sembra invece che, più che una vita
definita moralisticamente come “disordinata”, più del lavoro che si
sceglie, il Leitmotiv sia la presenza nell’esistenza di queste donne di
uomini violenti, che sono tollerati (quando non approvati) dalla società
e che possono agire in maniera indiscriminata.
Questo, più che la pericolosità del sonnolento quartiere Borgo Casale,
teatro casuale del fatto, che gli abitanti ora definiscono
pittorescamente “il bronx”, deve farci riflettere; Quante donne si
ritrovano con il proprio personale inferno privato, quante hanno il
coraggio di parlare, quante vengono ascoltate? E’ ora di dire “Basta”
alle violenze sulle donne, facendo chiarezza su chi sono le vittime di
un sistema culturalmente accettato e di silenzio che sta mietendo una
morte al giorno.
C’è una lunga battaglia culturale da combattere.
Ciao Dilia, non ti dimenticheremo.
Assemblea We Want Sex