#Brindisi: preso lo stragista. Ancora sconosciuto il movente!

MELISSA, IL KILLER CONFESSA: “HO FATTO IO LA BOMBA”. VOLEVA COLPIRE IL TRIBUNALE -FOTO

Giovedì 07 Giugno 2012 – 00:12
BRINDISI – È lui. L’uomo che ha ucciso Melissa e ferito altre cinque studentesse, il killer che ha seminato il terrore in tutta Italia con una bomba davanti ad una scuola e riportato il Paese indietro di trent’anni, ha un volto e un nome: a 18 giorni dall’attentato, inquirenti e investigatori hanno fermato Giovanni Vantaggiato, sessantottenne titolare di un deposito di carburanti agricoli di Copertino, un paese in provincia di Lecce. Dopo nove ore d’interrogatorio, l’uomo, sposato con due figli, avrebbe fatto le prime ammissioni su elementi che non poteva negare e ammesso le sue responsabilit…: «Sì, quella bomba l’ho fatta io da solo. L’ho pensata e l’ho costruita».

GIORNATA CHIAVE. La svolta nelle indagini arriva di prima mattina ed è lo stesso capo della polizia ad annunciarla, seppur in maniera molto vaga. «Su Brindisi ho sentito tante sciocchezze, la mafia locale, terrorismo brigatista, Cosa Nostra. Ma non c’entrano né la mafia né gli anarco-insurrezionalisti del Fai – dice Antonio Manganelli agli allievi della scuola di polizia interforze – noi ci troviamo di fronte ad indagini che devono dare una risposta e quando sapremo chi è stato sapremo anche la matrice. E ci arriveremo a chi è stato». Chi lo ha ascoltato non ha potuto non notare un certo grado di sicurezza nelle sue parole. E collegarlo ad un altro particolare: il direttore della Direzione anticrimine centrale, Franco Gratteri, proprio durante l’intervento di Manganelli, ha lasciato la sala due volte per rispondere ad una telefonata. Poi alla fine della lezione, si è appartato per diversi minuti con il capo della polizia. Manganelli in serata ha voluto sottolineare che la «definitiva svolta» è il frutto del «grande lavoro dei magistrati e della splendida sinergia tra carabinieri e polizia» che «si sono impegnati con passione e competenza, a dispetto di tutte le teorie emerse in questi giorni».

INTERROGATORIO. Nel pomeriggio la notizia è diventata di dominio pubblico quando si è saputo che il sessantottenne era nella questura del capoluogo salentino per essere sentito. Investigatori ed inquirenti erano fin da stamattina convinti che fosse proprio Vantaggiato l’uomo che ha premuto il pulsante che ha attivato l’ordigno davanti alla Morvillo-Falcone: per poterlo fermare, però, avevano bisogno di una serie di riscontri e di verifiche che sono arrivate solo a tarda sera. E così è scattato il provvedimento di fermo.

RISCONTRI. Sul sessantottenne era stata raccolta, ancor prima della sua confessione, una serie di elementi che più fonti hanno definito fin dal pomeriggio «altamente significativi». Ci sarebbe, innanzitutto, una somiglianza molto accentuata tra l’uomo ripreso la mattina dell’attentato dalle telecamere montate sul chiosco davanti alla scuola e il proprietario del deposito di carburanti. Il sospettato, inoltre, avrebbe una certa dimestichezza con le bombole e sarebbe in grado di realizzare l’ordigno che è esploso davanti alla Morvillo-Falcone. Ed avrebbe, anche, un problema al braccio destro, un elemento che era stato ipotizzato dagli investigatori subito dopo aver visto il video dell’attentatore. Sempre dalle immagini sarebbero poi arrivate altre due conferme importanti: alcune telecamere installate nella zona avrebbero ripreso due auto riconducibili a Vantaggiato. Una Punto Bianca che sarebbe passare più volte nei pressi della scuola prima dell’esplosione, e un’altra vettura che, dalla targa, è risultata intestata ad un membro della famiglia del sessantottenne. A fornire un ulteriore elemento sarebbero state le celle telefoniche: il telefonino dell’uomo avrebbe agganciato il ripetitore che copre la scuola Morvillo-Falcone, in orari compatibili sia con l’esplosione sia con il passaggio delle auto riprese dalle telecamere. Gli investigatori sarebbero invece ancora in attesa degli esiti della perquisizione effettuata nel deposito di carburante: alcuni elementi sarebbero già stati trovati ma quel che conta è la comparazione tra le sostanze contenute all’interno delle bombole esplose davanti alla scuola e quelle trovate nel deposito.

PERCHE’. Resta da capire il movente, che l’uomo finora non avrebbe fornito agli inquirenti. «Siamo ancora in alto mare» si lascia sfuggire un inquirente in una pausa dell’interrogatorio, anche perché‚ l’uomo alterna momenti di lucidità a periodi di confusione. Nel corso della giornata si sono inseguite diverse voci, nessuna delle quali confermata ufficialmente: vendetta privata per problemi di debiti o risentimento verso il preside della scuola Angelo Rampino. O, ancora, che alla base del gesto di Vantaggiato ci fosse una truffa subita da oltre 300 mila euro. Qualche settimana prima della strage, era arrivato a conclusione al tribunale di Brindisi – che si trova proprio alle spalle della scuola – un processo che vedeva coinvolto come vittima il titolare del deposito carburanti di Copertino. Vantaggiato sarebbe rimasto vittima di una truffa di oltre 300 mila euro per una fornitura di carburante e si sarebbe sentito vittima di malagiustizia, poiché‚ il processo non era finito con la condanna di tutti gli imputati. La decisione di prendere di mira la scuola sarebbe stata presa, dunque, senza alcun motivo specifico riconducibile all’istituto ma solo per evitare le misure di sicurezza davanti al palazzo di Giustizia.

http://www.leggo.it/news/cronaca/melissa_fermato_il_killer_ha_due_figlie_voleva_colpire_il_tribunale_foto/notizie/182700.shtml

Attentato a Brindisi, fermato un uomo
Ha confessato: “Vendetta contro la giustizia”
Si tratta di un uomo di Copertino, in provincia di Lecce, ascoltato per ore dagli inquirenti. E’ accusato di strage con finalità di terrorismo. A incastrarlo i filmati dellla sua Fiat Punto nei pressi dell’istituto Morvillo Falcone e la somiglianza con il personaggio ripreso dalle telecamere, nonché alcune intercettazioni. L’obiettivo iniziale sarebbe stato il tribunale vicino alla scuola
di FRANCESCO VIVIANO
L’attentatore ripreso dalla telecamera piazzata sul chioschetto di fronte alla scuola
TUTTO SULe bombe a BrindisiE’ lui, ha confessato. E’ un uomo di 68 anni l’autore della strage della Morvillo Falcone. Nei suoi confronti è scattato poco dopo le 22 un provvedimento di fermo firmato dai magistrati Cataldo Motta e Milto De Nozza. E’ il proprietario di un deposito di carburanti di Copertino, in provincia di Lecce. Si chiama Giovanni Vantaggiato. E’ accusato di strage, aggravata dalla finalità di terrorismo. Avrebbe agito per vendetta nei confronti della giustizia: secondo le ultime ricostruzioni, l’obiettivo dell’uomo sarebbe stato il tribunale non lontano dalla scuola.

La sua automobile, una Fiat Punto, è stata filmata a più riprese nei pressi dell’istituto Morvillo Falcone quel sabato 19 maggio, quando alle 7,45 l’esplosione di tre bombole del gas causò la morte della sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse, e nei giorni precedenti. Ma altri riscontri hanno indirizzato gli inquirenti sulle sue tracce. In primo luogo la somiglianza spiccatissima con la persona ripresa dalle telecamere del chiosco vicino alla scuola. E poi una contraddizione che sarebbe stata verificata tra alcune delle sue affermazioni agli inquirenti e il contenuto dell’intercettazione di un dialogo con la moglie. Tra le immagini
registrate dalle telecamere – secondo indiscrezioni – anche quella di un’altra auto, riconducibile alla famiglia del fermato.

FOTO LE IMMAGINI DEL KILLER

DOSSIER TUTTO SULLA VICENDA

Vantaggiato avrebbe agito per colpire la giustizia, perché in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. Le tre bombe avrebbero dunque dovuto colpire il Trinunale di Brindisi. La scuola Morvillo si trova a 200 metri dal Palazzo di Giustizia.

Tra le prime ipotesi circolate, anche quella di una vendetta nei confronti del preside Angelo Rampino, che raggiunto al telefono dai cronisti aveva subito scartato questa possibilità: “Non c’è nessuno che possa aver motivo di avercela con me… Non ho nemici, e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe di benzina”. Rampino ha sempre escluso che la scuola fosse l’obiettivo dell’attentatore, “la scuola non c’entra”, aveva detto ai giornalisti mentre gli inquirenti scavavano nelle stanze, nei registri, nella storia dell’istituto alla ricerca di un possibile movente. Per Rampino è già stato disposto l’allontanamento dall’istituto.

LEGGI L’INTERVISTA Il preside: “Anch’io massacrato”

Che qualcosa si stesse muovendo sul fronte delle indagini l’aveva lasciato trasparire stamattina il capo della Polizia Antonio Manganelli, mettendo una serie di paletti alle ipotesi che circolavano sull’attentato. “Non c’entrano né la mafia né gli anarchici”, aveva esordito rivelando che il giorno della tragedia “i detenuti della Sacra corona unita hanno inviato un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo”. E anche per quanto riguarda la Fai, “faccio fatica a immaginare – aveva detto Manganelli – che sia opera loro un attentato così vigliacco”. “Arriveremo a chi è stato”, aveva però garantito il capo della Polizia. Una previsione che evidentemente era qualcosa di più che una speranza.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/06/06/news/manganelli_sul_matrice_attentato_n_mafia_n_anarchici-36646636/?ref=HREA-1

Attentato di Brindisi: la procura conferma Fermato il presunto colpevole
Si chiama Giovanni Vantaggiato, ha 68 anni
Avrebbe confessato di essersi costruito da solo la bomba

Melissa Bassi
MILANO – La svolta è arrivata poco dopo le 22. La conferma poco dopo l’1.30 della notte: avrebbe finalmente un volto e un nome il responsabile dell’attentato alla scuola «Morvillo» di Brindisi in cui è morta la 16enne Melissa Bassi ed altre cinque studentesse sono rimaste ferite. Il procuratore di Lecce Cataldo Motta ha confermato ai giornalisti le voci che si inseguivano da tempo: è stato fermato Giovanni Vantaggiato, un benzinaio di 68 anni di Copertino in provincia di Lecce. A quante pare il benzinaio avrebbe anche confessato, dicendo: «Sì, quella bomba l’ho fatta io da solo. L’ho pensata e l’ho costruita». Sembra anche che l’uomo abbia alternato momenti di lucidità a stati confusionali.
L’AUTO – La sua auto, una Fiat Punto, sarebbe stata ripresa dalle telecamere nei pressi della scuola Morvillo poco prima dell’esplosione. Una circostanza alla quale gli inquirenti attribuiscono grande importanza. Ma le telecamere della zona avrebbero ripreso anche un’altra automobile di un familiare del sospettato. L’uomo è accusato di strage aggravata alla finalità di terrorismo.

Attentato di Brindisi, il sospettato

IL MOVENTE – L’uomo avrebbe fatto tutto da solo e il movente sarebbe una vendetta privata. Si parla di rancori non nei confronti degli studenti o di loro familiari ma contro il preside della scuola «Morvillo» Angelo Rampino. Non ci sarebbe dunque alcun coinvolgimento della criminalità organizzata nè di terroristi. Ma il sua il preside della scuola, parlando a Corriere.it, afferma: «Non ho nemici e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe della benzina». Ma ci potrebbe essere anche un’altra ipotesi di movente secondo la quale l’uomo ce l’aveva con la giustizia per un torto subito in occasione di un processo. Avrebbe dunque deciso di colpire la scuola «Morvillo» perchè intitolata alla coppia di magistrati. Al momento si tratta solo di ipotesi perchè in procura il riserbo è massimo.

Parla il preside «Io non ho nemici»
di Alfio Sciacca

Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto00132Link:CAUTELA DELLA POLIZIA – Per tutta la giornata, nonostante le indiscrezioni, la procura di Lecce, che coordina le indagini, ha mostrato estrema cautela per evitare di ripetere gli stessi errori fatti nei giorni successivi alla strage quando venne fermato un cinquantenne subito additato come l’assassino e che per questo rischiò il linciaggio, tranne poi risultare totalmente estraneo all’attentato. Per questo pomeriggio il procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce Cataldo Motta ha cercato di raffreddare gli animi. «Non c’è alcuna novità -ha affermato- novità non ci sono e se ci saranno vi informeremo al momento opportuno». Poi nella notte il capo della polizia, Antonio Manganelli ha voluto fare i complimenti al procuratore Cataldo Motta «e a tutti i magistrati che si sono impegnati in questa indagine con passione e competenza e a dispetto di tutte le teorie emerse in questi giorni»
Bomba davanti alla scuola intitolata a Falcone

CONTROLLI SUL TERRITORIO – La polizia ha invece diffuso i risultati di un’intesa attività di controllo sul territorio. Dopo l’esplosione all’Istituto «Morvillo» la Questura di Brindisi ha avviato «servizi di controllo del territorio eccezionali» con 1.400persone controllate e 32 perquisizioni domiciliari. «L’attività – si legge in una nota- è stata svolta da decine di volanti supportate da altrettanti equipaggi del Reparto prevenzione crimine Puglia». Oltre cento uomini che giornalmente presidiano la provincia di Brindisi. «Gli agenti presenziano all’ingresso e all’uscita degli studenti, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco». Un servizio che ha consentito di denunciare 28 persone per reati contro il patrimonio e un arresto.

http://www.corriere.it/cronache/12_giugno_06/brindisi-sospettato-attentato-vendetta-privata_9c947eae-afeb-11e1-8359-3661d1b45fc6.shtml

L’attentato di Brindisi verso la svolta
6 giugno 2012 19.07
(TMNews) – La svolta dell’attentato avvenuto a Brindisi nel quale è morta la sedicenne Melissa Bassi potrebbe essere a una svolta. Nel giorno in cui il capo della polizia Antonio Manganelli ha escluso la pista anarchica e quella mafiosa, si aprono nuovi sviluppi nell’inchiesta. Sarebbero in corso, infatti, diversi accertamenti da parte degli inquirenti su una persona sospettata di essere coinvolta nell’esplosione.

Un attentato su cui sono state dette “molte sciocchezze”, secondo Manganelli. “Abbiamo sentito di tutto”, ha aggiunto. “Dalle Br risorte, a Cosa nostra e alla mafia locale. Ma la mafia cerca consensi e non è certo oggi nella condizione di porsi come aggressore dello stato o come antistato”.

La mafia locale? Anche su questo punto, il capo della polizia ha richiamato l’attenzione sul fatto che in Puglia c’è soprattutto una criminalità ordinaria. Manganelli ha sottolineato che lo stesso giorno in cui è avvenuto il tragico attentato di brindisi, i detenuti di quella che era la Sacra corona unita hanno inviato un telegramma di solidarietà alla famiglia della giovane vittima dicendo che non erano stati loro. “È un segnale preciso”, ha detto.

“Faccio fatica a immaginare un attentato vigliacco fatto dalla Fai (Federazione anarchica informale) davanti a una scuola”, ha proseguito Manganelli. “Le indagini devono dare una risposta e io credo che dalla risposta capiremo la matrice, chi è stato e perché lo ha fatto”.

http://www.internazionale.it/?p=99177

Il killer: “Ho fabbricato io quella bomba
ditemi quanto dovrò stare in carcere”
Il procuratore Cataldo Motta dopo il fermo di Giovanni Vantaggiato: “Sul movente, questo signore, non ha voluto dire alcunché. Ce l’ha con il mondo”. “Quanto tempo dovrò stare qui?”, sono l’uniche parole pronunciate dal presunto killer in carcere. Riaperte le indagini su due vecchi attentati

TUTTO SULe bombe a Brindisi”Ho fatto tutto da solo, non so perché. Ho fatto esplodere la bomba di giorno perché di notte non c’era nessuno”. “Ho avuto un colpo di testa, che volete fare?”. Questo ha detto Giovanni Vantaggiato, il killer di Brindisi, agli inquirenti cui ha confessato la strage. Lo ha raccontato il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, che ha sottolineato le “finalità terroristiche del gesto”. “Perché lo scopo di gettare nel terrore l’Italia intera lo ha perfettamente raggiunto”. Il procuratore ha parlato di alcuni dettagli dell’arresto, altri filtrano da chi si occupa delle indagini. Come i particolari della confessione. Il papà di Melissa: “Ha rovinato la mia e la sua famiglia, ma giustizia è fatta”.

FOTO: IL KILLER

“CE L’HA CON IL MONDO” – “Sul movente, questo signore non ha voluto dire alcunché – ha aggiunto Motta – solo indicazioni generiche. Se ci fermassimo qui sarebbe un’indagine zoppa. Ma sicuramente Vantaggiato non è organico a organizzazioni”. “I risultati – ha spiegato ancora Motta in conferenza stampa, dopo il fermo della notte scorsa – sono stati tempestivi, ma non esaustivi”. Il procuratore ha ribadito che l’uomo è il titolare
di un deposito di carburanti. Il movente è quello che manca. “Ha accennato a problemi economici, ma non si capisce come questo sia collegabile a un gesto talmente eclatante”. Vantaggiato ha raccontato “di avercela con il mondo, vediamo se si tratta di quello giudiziario”.

“LA BOMBA CON POLVERE PIRICA, L’HO FABBRICATA IO” – “La bomba l’ho fabbricata io nel deposito. Ho comprato fuochi d’artificio e li ho svuotati mettendo dieci chili di polvere pirica in ciascuna bombola”. Questo avrebbe ammesso Giovanni Vantaggiato durante l’interrogatorio. “Le bombole – ha detto ancora l’imprenditore – le ho portate la sera prima con la Fiat Punto sul luogo dell’attentato. La mattina dopo sono andato lì con la Hyundai (l’altra auto di famiglia, intestata alla moglie, ndr) e ho pigiato il telecomando”.

VANTAGGIATO IN CARCERE: “QUANTO STARO’ QUI?” – “Quanto tempo dovrò stare qui?”, è l’unica domanda che Vantaggiato ha fatto nel carcere di Lecce. L’uomo mantiene “un atteggiamento remissivo, passivo”.

INCASTRATO DALLE AUTO RIPRESE DALLE TELECAMERE – A incastrare l’assassino, ha spiegato il magistrato, sono stati i filmati delle due auto parcheggiate nei pressi della scuola. “Vantaggiato ha competenze elettrotecniche più che elettroniche – ha proseguito Motta – ha una condanna per truffa per piccoli episodi, risalenti nel tempo”, “non si può escludere la presenza di un complice”.

LA FINALITA’ TERRORISTICA – All’uomo è stato contestato anche il concorso in strage aggravata dalle finalità di terrorismo “per coprire ogni eventualità”. Certamente la bomba l’ha messa lui. “E’ lui – ha assicurato Motta – l’autore dell’ordigno, ed è capace di intendere e volere”. “L’indagine – ha concluso il procuratore – è a un punto di partenza, cosa che ci permette di andare in una determinata direzione. Ora abbiamo una pista privilegiata e continuiamo su questa strada”.

LE PERQUISIZIONI – In magistrato ha confermato: “Da questa notte sono in corso perquisizioni ma il telecomando che ha azionato l’ordigno non è stato trovato”. A quanto si apprende, in particolar modo il deposito di carburante di Copertino (FOTO) di proprietà dell’uomo in queste ore è passato al setaccio dagli investigatori. Anche le due auto usate da Vantaggiato e immortalate dalle telecamere, che hanno costituito una traccia fondamentale, sarebbero state sequestrate e sottoposte ad approfondita analisi.

LA CONFESSIONE, MA MANCA IL MOVENTE – “Non appena si arriva a parlare del movente – dice un investigatore che ha interrogato l’uomo – si chiude e non fornisce versioni plausibili”. Nel corso dell’interrogatorio Vantaggiato ha ammesso le sue responsabilità per quanto riguarda tre aspetti dell’attentato: il confezionamento della bomba, il trasporto dell’ordigno davanti alla scuola e l’utilizzo delle due auto, l’aver premuto il pulsante che ha attivato la bomba. Nulla, invece, sul perché. Ed infatti gli investigatori e gli inquirenti, dopo aver raccolto la sua confessione su questi aspetti, si stanno concentrando sul movente e sulla scelta del luogo. Non escludendo che possa non aver agito da solo e che la reticenza di Vantaggiato possa essere una scelta precisa per nascondere qualcosa o qualcuno a lui molto vicino. Anche per questo non convince investigatori ed inquirenti l’ipotesi che l’uomo sia stato mandato da qualcuno: troppi gli errori commessi e troppo a rischio il soggetto. “Andiamo avanti scientificamente, cercando di ricollocare il tutto partendo dai fatti certi ed accertati – dice un investigatore – per arrivare ai perchè. E arriveremo anche a quello”.

RIAPERTE LE INDAGINI SU PRECEDENTI ATTENTATI – Vantaggiato aveva subito in passato una truffa da oltre 300mila euro per forniture di combustibile non pagate, e una delle ipotesi sul movente del gesto è che abbia agito per vendetta nei confronti della giustizia, per ‘protestare’ contro il Tribunale di Brindisi, al quale si sarebbe rivolto senza, a suo giudizio, ottenere giustizia. Il presunto responsabile della truffa, un imprenditore agricolo di Torre Santa Susanna, nel Brindisino, avrebbe poi subito due attentati. Il primo nel 2008, scampando all’esplosione di un ordigno realizzato con una bombola di gas, collocato nel giardino della sua abitazione. L’uomo rimase ferito gravemente al torace e all’addome. Il secondo episodio risalirebbe allo scorso anno, con un incendio della sua autovettura, un’Audi A8, in sosta nel centro di Torre Santa Susanna. Ora gli investigatori starebbero nuovamente indagando anche sulle due vicende.

IL PAPA’ DI MELISSA – “Questa persona non so nemmeno come chiamarla, non riesco a trovare il termine giusto. Per me è come se non esistesse”. Massimo Bassi parla nella sala consiliare del Comune. Con lui anche la moglie, dimessa da poco dall’ospedale. “Immagino questi 20 giorni che ha trascorso con la sua famiglia, con le sue figlie, ha mangiato insieme e come tutti gli italiani avranno commentato la notizia dell’attentato. Per me questa persona, sempre se la possiamo definire persona, non è un padre. Ha spezzato la mia famiglia, ha spezzato anche la sua famiglia e coinvolto un sacco di altri ragazzi in questa brutta esperienza”

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/06/07/news/brindisi-36715721/?ref=HREA-1

Vantaggiato, convalidato il fermo
“Ho provato le bombe in campagna”
La decisione del gip dopo le tre ore l’udienza nel carcere di Lecce per l’uomo accusato di aver causato lo scempio davanti alla scuola Morvillo Falcone. Il pianto davanti ai magistrati, l’annuncio di una lettera ai genitori di Melissa Bassi. “Ho messo la bomba perchè avevo subito due truffe, il luogo l’ho deciso pensando alla fuga”
Giovanni Vantaggiato
TUTTO SULe bombe a BrindisiIl gip del tribunale di Lecce, Ines Casciaro, ha convalidato il fermo di Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore reo confesso dell’attentato di Brindisi del 19 maggio ed ha emesso una ordinanza di custodia in carcere nei suoi confronti. Confermata l’ipotesi di reato di strage in concorso con finalità di terrorismo. Il provvedimento è stato depositato nella tarda serata. La contestazione dell’aggravante di finalità di terrorismo conferma la competenza della direzione distrettuale antimafia di Lecce a continuare l’inchiesta.

La decisione dopo le tre ore di interrogatorio nel carcere di Lecce. Vantaggiato ha fornito al gip nuovi dettagli sulle modalità di realizzazione dell’innesco dell’ordigno e ha rivelato di aver fatto delle prove in campagna prima di trasportare, da solo, le bombole davanti all’ingresso della scuola Morvillo Falcone nella notte tra il 18 e il 19 maggio scorsi. L’uomo ha quindi negato di aver agito con la complicità di altre persone e ha dimostrato una notevole competenza in materia elettronica, affermando di aver ricavato da un’enciclopedia le informazioni necessarie e costruire l’ordigno.

Video L’avvocato: “Ha chiesto perdono”

Vantaggiato vuole poi scrivere una lettera ai famigliari di Melissa Bassi e alle altre ragazze che sono rimaste ferite dalla
sua bomba, per chiedere perdono. E’ una delle cose che ha detto stamane al gip del Tribunale di Lecce, Ines Casciaro, durante l’interrogatorio nel carcere del capoluogo salentino, durante l’udienza. L’uomo si è dichiarato pentito del suo gesto.

“Ho fatto un gesto dimostrativo perché ho subito due truffe e perché il fatturato negli ultimi anni è diminuito”, ha insistito, specificando di non riuscire a sopportare l’idea di non dover essere risarcito da un suo cliente, Cosimo Parato, e da un fornitore di Avetrana, dai quali non ha ricevuto circa 400.000 euro. I suoi affari, inoltre, avrebbero subito un forte ridimensionamento (da quattro a un milione di litri) da quando era cessato l’appalto con la Provincia per alcune scuole superiori di Brindisi, tra le quali proprio il professionale “Morvillo”, istituto vicino al tribunale e alla superstrada per Lecce. L’appalto era comunque cessato – a quanto si sa – nel 2003.

Vantaggiato ha quindi negato di aver agito con la complicità di altre persone, dimostrando ai magistrati la sua notevole competenza in materia elettronica. Riferendosi al movente dell’attentato, ha ribadito come movente i problemi economici, spiegando di aver dovuto ridurre da sei a una unità il personale della propria azienda e di aver perso all’incirca il 70 per cento del fatturato. L’uomo sostiene di aver scelto come obiettivo la zona della scuola “Morvillo-Falcone” perché più comodo logisticamente, in quanto vicino alle vie di fuga e alle strade che portano alla superstrada che gli avrebbe consentito di allontanarsi velocemente da Brindisi.

Durante l’interrogatorio di mercoledì sera, al termine del quale era stato fermato con l’accusa di strage aggravata da finalità terroristiche, Vantaggiato aveva detto comunque di aver agito di giorno e non di notte perché in questo secondo caso non ci sarebbe stato nessuno. E ha spiegato già nei giorni scorsi di aver riempito le tre bombole di gas sistemate in un cassonetto con la polvere da sparo ricavata da fuochi di artificio e poi di aver azionato un telecomando a distanza.

Al termine dell’udienza il giudice Casciaro si è riservata la decisione. Erano presenti per l’accusa il sostituto procuratore della distrettuale antimafia salentina Guglielmo Cataldi e il pm della procura di Brindisi Milto De Nozza. Vantaggiato era difeso dall’avvocato Franco Orlando ed è accusato di strage in concorso con altri per finalità di terrorismo. “E’ stato un interrogatorio lungo e drammatico” – ha detto poi il legale, spiegando che il suo cliente ha pianto quando “ha avuto un pensiero per la ragazza morta e per la sua famiglia”.

Le dichiarazioni di oggi “sembrano compatibili” con l’impostazione della pubblica accusa, che ipotizza il reato di strage aggravata da finalità di terrorismo. E’ stato questo il commento del procuratore distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta. “Su questa strada – ha aggiunto – abbiamo chiesto al gip la convalida del fermo e l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere”. In ogni caso “ancora nulla è da escludere. Un fatto così grave – ha detto ancora Motta – non può essere chiarito in così breve tempo. Una persona è stata fermata solo due giorni fa. Secondo me è necessario un approfondimento per evitare che restino punti oscuri, si rischierebbe di non acquisire altri elementi”. “E’ necessario – ha concluso – che l’indagine sia completa”.

La prima confessione fatta da Vantaggiato, com’è noto, non convince del tutto gli investigatori, almeno per quanto riguarda il movente e gli eventuali complici. Se da una parte magistrati e vertici delle forze dell’ordine sono convinti che sia stato proprio lui quella mattina del 19 maggio a premere il telecomando che ha fatto saltare in aria il gruppo di studentesse dell’istituto Morvillo Falcone, uccidendo Melissa e ferendo in maniera grave altre quattro, dall’altra sono sicuri che l’uomo abbia ancora tanti segreti da raccontare. “Forse copre un complice, forse addirittura un mandante”, è stato scritto nel decreto di fermo.

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