Quando la violenza scoppia tra donne gay
A Roma la cooperativa BeFree ha studiato i comportamenti nei rapporti a rischio tra lesbiche
Il coming out, che è già difficile, può essere doppio, triplo. Ci sono donne che si trovano dinanzi a una scelta ardua: chiedere aiuto per i maltrattamenti subiti e “dover” dire di essere lesbica. “Coming out dalla violenza” è il nome dello sportello che per oltre un anno ha accolto le partner abusate all’interno di una relazione lesbica. E’ stato aperto a Roma presso la Casa internazionale delle donne dalla cooperativa BeFree, che opera contro la tratta, la violenza, le discriminazioni.
L’attenzione è sul nodo dei nodi: la donna lesbica è più esposta al rischio di violenza perché ricattabile, perché una relazione in cui una è visibile più dell’altra crea una disparità che genera tensioni. E soprattutto perché se denunci lei, dichiari chi sei. dapprima compare il sentimento poi si insinua l’abuso: “Rosaria e Viola si appassionano l’una dell’altra, lentamente Rosaria isola Viola dalle amiche. La accerchia. Iniziano le discussioni violente, finché Viola scopre che Rosaria la tradisce e se prova a lasciarla l’altra la minaccia di morte. Per strada Viola ha paura, cambia i percorsi soliti”.
Che fare? Dinanzi alla violenza subita da una donna lesbica la società mostra tutta l’oimofobia. “Molti centri antiviolenza non prendono in carico le lesbiche”, testimoniamo le operatrici BeFre che forniscono consulenza, assistenza psicosociale e legale. Non prevista dai sostegni sociali attrezzati ad accogliere le donne molestate, la lesbica abusata imbocca spesso una strada antichissima: il silenzio. E resta legata alla partner abusante che all’inizio aveva scelto ritenendola affidabile.
Chi accoglie una lesbica vittima di violenza deve tener conto, suggerisce BeFree, che spesso si tratta di una donna più isolata rispetto alla famiglia e alla società, che prova pudore a dire di se’, che trova sostegno con molta difficoltà, che con tanta sofferenza riesce a definirsi vittima della compagna. “E’ spiazzante subire violenza da un’altra donna, perché avere vicino una donna ti fa sentire “al sicuro”, confida una delle denuncianti.
In prevalenza tra i 25 e i 45 anni, la metà non sposate, due su tre senza figli, le lesbiche che si sono rivolte a BeFree subiscono violenza innanzitutto dall’attuale compagna, poi dalla famiglia d’origine e dall’ex partner. Quasi sempre dalla società.
Violenza fisica, stalking, ma non solo. A volte non denunciano per non mettersi contro il gruppo delle amiche della partner, o perché l’altra è collega al lavoro, o compagna “politica”. A volte se denunciano non sono credute – ci sono casi di donne che si sono recate invano 8 volte alla polizia. Notevole l’esposizione alla violenza psicologica. “La disparità economica può pesare, gli inizi sono sempre soft. Esempio: quella che ha di più decide le vacanze, poi si degenera. E’ diffuso il controllo tramite cellulare”, ha dichiarato Ileana Aiese Cigliano presidente di Arcilesbica Roma che ha promosso la ricerca Evacontroeva.
Dati alla mano, il 40 per cento delle intervistate decide di sentirsi controllata con chiamate frequenti, mentre il 38 per cento dice che la partner legge i messaggi sul cellulare. Il 41 per cento nasconde qualcosa alla compagna per paura delle sue reazioni, il 43 per cento è costretta a vivere situazioni antipatiche e penose, e almeno una su due litiga.
Serve consapevolezza di se’ per sfidare il grande scoglio: per la società le lesbiche non esistono e gli omosessuali se visti sono risibili. All’invisibilità sociale si agganciano i maltrattamenti dentro e fuori la coppia”. dichiarano ad Arcilesbica sottolineando la necessità di formare chi opera nei servizi (pochissimi al momento) per lesbiche gay e trans.
Come s’apparentano amore e violenza? Con “Seduzioni d’amore”, momento di studio estivo, BeFree ha provato a nominare il desiderio che si intorbidisce mischiandosi con l’abuso e ha analizzato oltre alla violenza attuale anche alcuni amori letterari: Sibilla e Lina con Antonella Petricone, le “fiamme” nei collegi con Alessia Muroni. Tra i dati una differenza, nella coppia lesbica, diversamente dalla etero, può accadere che si interroghi anche la donna abusante: “Mi scopro possessiva e violenza e questa cosa mi scatta solo con lei!”. Il quesito è aperto: cosa si nasconde dietro il sogno d’amore? Ti scelgo perché ti desidero, ma la violenza che agisci su di me la voglio?
“Viola si prende e si lascia con Rosaria, prova ad avere altre storie ma nessuna le sembra all’altezza di Rosaria”. Portiere di notte docet, l’abuso nella coppia non si comprende puntando i riflettori su una parte sola.
da L’Unità http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/04Sep2013/04Sep20132e95d3b1d611c5670df4556528364290.pdf