Svelato il giallo del cadavere
nel borsone: arrestata la moglie
Il 56enne viveva a Trezzano sul Naviglio: trovato morto a settembre ad Abbiategrasso. Il giudice: «Lui era malato, lei non voleva più occuparsene»
L’ha narcotizzato. Poi lo ha soffocato, fino ad ucciderlo. Lo ha vestito con una tuta da jogging e lo ha messo in un borsone con la cerniera, di quelli utilizzati dai campeggiatori per trasportare picchetti. Ha caricato il corpo nel bagagliaio dell’auto prima di abbandonarlo accanto a una pista ciclabile, ad Abbiategrasso. Dopo, come se niente fosse accaduto, si è recata dai carabinieri a sporgere denuncia di scomparsa. «Mio marito è uscito da casa per andare a fare footing, ma non è più rientrato».
È questa la ricostruzione fatta dai carabinieri di Trezzano sul Naviglio, coordinati dal pm Paola Pirrotta e dal procuratore aggiunto, Alberto Nobili, sull’omicidio di Riccardo Rossi, 56 anni, ex tassista in pensione, trovato morto la notte dello scorso 16 settembre. Una ricostruzione che però ha finito col tradire la moglie della vittima, Lucia Fiore, 53 anni, arrestata ieri mattina con l’accusa di omicidio. «Ucciso – si legge nell’ordinanza del Gip, Stefania Pepe – con lucidità e freddezza». Movente? «Stanca di doversi occupare del marito malato e di dover vivere accanto a un uomo dal carattere difficile e affetto da disturbi psichici». Così quella notte, dopo aver accompagnato a casa di amici il figlio minorenne, Lucia Fiore decide di farla finita con il marito che, durante un interrogatorio, definisce «dal carattere irascibile e nervoso». Mentre lei si giudica «accondiscendete e accomodante». Gli fa perdere i sensi e lo soffoca. Quindi gli mette addosso una tuta e lo infila in un sacco. Un fardello pesante, tanto da chiedere a un vicino una mano per sistemarlo nel bagaglio della macchina. «Mi aiuta, per favore, da sola non ce la faccio, è un borsone pesante». E sarà proprio questa persona che, ascoltata dai carabinieri, si ricorda di quella richiesta. Un particolare non da poco che mette gli investigatori su un’unica pista, quella di Lucia Fiore. Prima viene sospettata e poi indagata per occultamento di cadavere. Lei però nega. Nega di averlo ammazzato, ma si contraddice diverse volte. «Mio marito è morto in casa e l’ho portato fuori perché sono stata presa dal panico». E ancora: «Ho temuto di essere rimproverata perché dopo tre ore non avevo chiamato i soccorsi».
Il puzzle intanto si arricchisce anche dei risultati degli esami tossicologici che rivelano l’assunzione di farmaci in quantità eccessiva, rispetto ai tanti che Rossi già prendeva per i suoi problemi di natura psichica. L’uomo quella sera perde i sensi e lei lo soffoca. «Determinata a uccidere – scrive il Gip – solo perché non sopportava più la situazione familiare, ormai deteriorata, e non tollerava di continuare a vivere con un uomo affetto da gravi disturbi della personalità e dal carattere problematico».
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_aprile_16/cadavere-un-uomo-borsone-arrestata-moglie-07b448ae-e40a-11e4-868a-ccb3b14253dc.shtml