Uomo, accusato di aver ucciso madre e figlio

Duplice omicidio a Firenze: madre e figlio omosessuale in una pozza di sangue.

Firenze. Duplice omicidio in un appartamento di via Baccio da Montelupo a Firenze. I corpi senza vita di Bruna Boldi e Gianni Coli, rispettivamente madre e figlio di 82 e 55 anni, sono stati ritrovati pochi minuti fa da una volante della squadra mobile della Questura di Firenze.
A dare l’allarme è stato un parente delle vittime, che non riusciva a contattarle. Quando gli agenti hanno fatto irruzione nell’abitazione hanno ritrovato madre e figlio in una pozza di sangue.

I due, secondo le prime indiscrezioni sarebbero stati colpiti da sette coltellate. Gli agenti hanno ascoltato alcuni condomini, che hanno dichiarato di aver notato un uomo aggirarsi tra le scale della palazzina intorno alle 21 di ieri sera. Si attendono sviluppi. Dalle prime indagini, Gianni Coli è risultato essere un tranquillo omosessuale.

http://www.mosinforma.org/2010/duplice-omicidio-a-firenze-madre-e-figlio-omosessuale-in-una-pozza-di-sangue/

Madre e figlio uccisi in casa
L’ultima intervista di Gianni
Gli investigatori della polizia si sono recati stamani in un’emittente locale, «Radio Studio 54», a Scandicci, per acquisire la registrazione di un’intervista fatta, una settimana prima di morire, a Gianni Coli

FIRENZE – Gli investigatori della polizia si sono recati in un’emittente locale, «Radio Studio 54», a Scandicci, per acquisire la registrazione di un’intervista fatta, una settimana prima di morire, a Gianni Coli, l’uomo di 55 anni trovato ucciso con la madre Bruna Boldi, 84, nella loro abitazione di Ponte a Greve giovedì scorso. È quanto ha annunciato in diretta il titolare della stessa radio, «GheriGuido», come si fa chiamare Guido Gheri. Nell’intervista, fatta durante una trasmissione di intrattenimento, si cercano elementi utili per individuare l’assassino. Gli inquirenti sono interessati anche a conoscere cosa Gianni Coli avrebbe raccontato agli speaker della radio a microfoni spenti. A loro l’ex parrucchiere, che frequentava ambienti omosessuali, avrebbe fatto i nomi di due suoi amanti, due fiorentini.

La radio in mattinata, ha mandato in onda spezzoni dell’intervista andata in onda venerdì 19 novembre, fatta a Gianni da due giornaliste dell’emittente radiofonica, Silvia e Alessandra. Nel corso dell’intervista, Gianni racconta quando ha scoperto di essere omosessuale: alla domanda «Gianni, quando ti sei accorto di essere attratto dal tuo stesso sesso?», il parrucchiere risponde: «Avevo 18 anni, ero in prima liceo, facevo l’artistico. Non si capisce quando non ti piacciono più le ragazze, succede che un giorno ti piace di più un uomo e quindi cambi strada. Ho avuto la mia prima relazione con un professore, un uomo più grande, ma una volta c’erano dei ruoli precisi, adesso i tempi sull’omosessualità sono cambiati. Attratto dalle donne? Sì se son bellissime. Del giudizio delle persone me ne sbatto». Alla fine dell’intervista, lui saluta e dice: «Mando un bacio al mio grande amore». E la giornalista: «Si tratta di Ruggiero?». «No, il mio grande amore è Dario».

Fuori microfono, racconta anche che davanti al Tenax ha conosciuto un giovane ragazzo marocchino. Alle giornaliste dice che lui riceveva a casa i suoi uomini, i suoi amanti, le persone alle quali teneva, il giovedì e venerdì: curava questi incontri in modo particolare: era vestito bene, preparava la cena, profumava le lenzuola, curava molto l’immagine. La sua morte risalirebbe proprio tra giovedì e venerdì. La mamma? «Lei andava in camera e non diceva niente». Gianni era una persona molto conosciuta, un bravissimo parrucchiere, un bell’uomo. Teneva i numeri di telefono in un’agenda nera di pelle un po’ vecchia, non aveva il pc, non era molto tecnologico, non era pratico di telefonini anche se ne aveva uno, che ancora non si trova.

Ma c’è di più: le due giornaliste la sera, dopo la trasmissione, venerdì 19 novembre, escono a cena con Gianni, poi lo accompagnano a casa, intorno alle 24.30. «Siamo andati a mangiare – raccontano – era agitato, aspettava qualcuno ma non sapeva se questa persona sarebbe venuto o no». Le donne lo hanno accompagnato a casa, ma una volta lì, hanno aspettato 40 minuti: «Eravamo curiose, volevamo vedere quali erano le persone che frequentava Gianni». Dopo un po’, Gianni, che era in attesa davanti alla porta, è entrato in casa. E nel portone è entrato quello che le giornaliste pensano sia il compagno di quella sera: «Era un uomo vestito di nero, cappotto o giubbotto non ricordo, brizzolato ma con pochissimi capelli, una persona elegante, sulla quarantina». Gianni a cena, avrebbe raccontato che lui era solito aspettare i suoi compagni sulla porta e poi li portava in casa. Prima della malattia, Gianni sarebbe stato compagno anche di persone molto in vista, dopo la malattia «si era un po’ lasciato andare e si accontentava».

La squadra mobile di Firenze ha ascoltato il Ruggiero di cui parla Gianni nell’ultima intervista, e sarà ascoltato anche Dario. I due sono gli amici a cui era legato sul piano sentimentale Gianni Coli. Dopo aver esaminato l’audio della registrazione, la polizia li ha individuati entrambi e rintracciati. Sono di Firenze e gli inquirenti sperano di trarre elementi utili dai loro racconti. Le indagini comunque continuano anche sul piano tecnico, con il sopralluogo nell’abitazione del gruppo Ert (Esperti ricerca tracce) della polizia scientifica di Roma. Altro problema viene dal telefono cellulare di Coli, che è sparito dall’abitazione contestualmente al duplice delitto, così come non è stata trovata l’arma usata per uccidere e infierire sui corpi delle due vittime: è un coltello che quasi sicuramente l’assassino aveva portato con sè.

Sulla collocazione temporale dei decessi servirà l’autopsia per stabilire la data esatta, visto che gli investigatori sono meno convinti che madre e figlio siano stati uccisi la sera del 9 dicembre, come ipotizzato all’inizio. Tra l’altro ci sono testimonianze discordanti su quando le vittime sono state viste l’ultima volta, e a questo punto l’autopsia, fissata per martedì all’Istituto di medicina legale di Firenze, potrà stabilire in modo preciso questo aspetto. Inoltre, sono stati disposti accertamenti sulla situazione medico-sanitaria di Coli che era affetto da una patologia grave ed era sotto cura. La polizia vuole accertare esattamente di cosa fosse malato e se ciò sia in qualche modo collegabile, oppure no, all’assassinio. Quanto alla rete di relazioni personali di Coli – elemento su cui gli investigatori stanno puntando fin dalle prime ore – proseguono negli uffici della questura i colloqui con amici e conoscenti del mondo gay frequentato dalla vittima.

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2010/10-dicembre-2010/madre-figlio-morti-montelupo-18148989479.shtml

Questa voce è stata pubblicata in Femminicidio, Violenza maschile. Contrassegna il permalink.