Italiano, accusato dell’omicidio della ex fidanzata

Svolta nel delitto Mollicone
indagati ex fidanzato e sua madre
Il corpo di Serena fu ritrovato dieci anni fa in un boschetto di Anitrella. Avvisi di garanzia anche per altre tre persone per omicidio volontario e occultamento di cadavere

Il colpo di scena nell’indagine per l’omicidio di Serena Mollicone è arrivato con l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex fidanzato di Serena, Michele Fioretti, e della madre Rosina Partigianoni. I due, insieme all’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, al figlio Marco e a un altro militare, Francesco Suprano, si sono visti notificare un avviso di garanzia per i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Appena appresa la notizia, il papà di Serena, Guglielmo Mollicone, ha commentato: ”La mia ostinazione viene ripagata oggi da un’indagine scrupolosa. Comincio a vedere finalmente un po’ di luce, i primi importanti risultati per scoprire chi ha ucciso mia figlia. Sono anni che faccio i nomi degli assassini e nessuno mai mi ha denunciato. Come mai? Se fossero stati innocenti mi avrebbero massacrato”.

Dopo 10 anni senza soluzione, dunque, il giallo di Arce arriva forse ad una svolta. Serena Mollicone, 18 anni, di Arce, era scomparsa il primo giugno 2001 e fu ritrovata uccisa dopo due giorni in un boschetto di Anitrella, nel Frusinate, legata e imbavagliata. La procura di Cassino non ha mai smesso di indagare e nelle ultime settimane c’è stata un’accelerazione nelle indagini. Per li pm, segnatamente il procuratore capo Mario Mercone titolare dell’indagine, i cinque indagati – non in concorso tra loro – avrebbero potuto causare la morte della 18enne di Arce. In particolar modo nell’avviso di conclusione indagine la Procura spiega: “Gli indagati Mottola Marco, Mottola Franco e in alternativa con Francesco Suprano, potrebbero rispondere dell’accusa di omicidio volontario e di occultamento di cadavere oppure in alternativa con Fioretti Michele e Partigianoni Rosina oppure in concorso con ignoti”.

L’avviso di garanzia servirà a far sottoporre i cinque indagati all’incidente probatorio con la perizia specialistica del medico legale di natura genetica per l’accertamento dei profili ricavabili dagli indumenti indossati da Serena Mollicone. Questo ai fini della comparazione tra le tracce genetiche eventualmente ora individuate e quelle appartenenti agli indagati nonchè con i profili genetici appartenenti al brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Santino Tuzzi, morto suicida nell’aprile del 2008. Gli accertamenti saranno utili a stabilire se Serena Mollicone il giorno della sua scomparsa si sia recata o meno presso la stazione dei Carabinieri di Arce.

”Noi abbiamo come elemento certissimo che sul nastro adesivo che legava le gambe di Serena vennero repertate due impronte papillari – ha spiegato il criminologo Carmelo Lavorino, consulente della difesa di Carmine Belli, assolto dalla Cassazione nel 2006 dall’accusa di omicidio per il delitto – una di queste impronte ha dodici punti, detti punti particolari, che sono stati ben definiti. Quindi abbiamo l’impronta papillare dell’assassino o del complice che ha legato Serena. Mi sembra molto strano che all’epoca non abbiano fatto queste comparazioni, anche perché ricordo che presero le impronte di Michele Fioretti, della madre e anche del figlio del maresciallo. Mi auguro che abbiano realmente dei reperti biologici dell’assassino o del soggetto complice per fare queste comparazioni del dna, però ricordo che all’epoca non venne trovato nulla di biologico che potesse essere interessante”, ha aggiunto Lavorino.

Comunque sia, l’iscrizione sul registro degli indagati di queste persone, ha sottolineato il criminologo, ”è un ulteriore riconoscimento del fatto che Carmine Belli si fece ingiustamente 17 mesi di carcere e che si salvò soltanto grazie al nostro intervento. Il padre di Serena, Guglielmo Mollicone, si disse fermamente convinto della colpevolezza di Carmine Belli, poi finalmente aveva convenuto con me che Belli era stato incastrato dal vero assassino anche con prove false”, ha detto. Secondo Lavorino ”sarebbe il caso che gli inquirenti si decidessero a seguire le indicazioni sul profilo criminale esecutivo, comportamentale e del tipo psicologico che tracciammo a suo tempo e di cui loro sono in possesso”.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/06/27/news/svolta_nel_giallo_di_arce_indagate_5_persone-18268665/?ref=HREC2-1

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