#83 – Italiano, accusato di aver ucciso a pugni la madre

L’ennesimo litigio si tramuta in tragedia Uccide la madre a pugni Questo omicidio
poteva essere evitato?

Proprio una settimana prima il figlio era stato oggetto di un provvedimento di allontanamento. Questo omicidio poteva essere evitato?

Legnano, 22 luglio 2011 – L’ha picchiata, massacrata di botte fino a ucciderla. L’ennesima, violenta lite scoppiata fra madre e figlio quarantenne — scontri spesso immotivati, di cui i vicini erano quasi tutti al corrente all’interno del caseggiato di piazza Achilli visto che non rappresentavano più una novità — l’altroieri in tarda serata è andata incontro al peggiore degli epiloghi. Annunziata Romeo, 65 anni, ma da tutti conosciuta come “Tina”, a un certo punto non ce l’ha più fatta. È andata a letto dolorante e in lacrime ed è morta. A dare l’allarme, ma solo il giorno dopo, e cioè ieri intorno alle cinque e mezza del pomeriggio, è proprio il figlio, Salvatore.
Ed è l’equipaggio della Croce Bianca che interviene nell’appartamento a due passi da corso Magenta, in pieno centro, ad accorgersi che c’è qualcosa che non va. Sul corpo esanime diverse ecchimosi, in particolare sul viso e su un braccio.

Il decesso che, a una prima analisi, pare appunto risalire a diverse ore prima, assume così subito i contorni tipici dell’omicidio. Arrivano le forze dell’ordine. La presenza del figlio, lì in quel momento, suona subito sospetta. Proprio una settimana prima, infatti, era stato oggetto di un provvedimento di allontanamento da parte della polizia che era intervenuta per sedare un altro scontro fra genitore e figlio. Il passaggio in commissariato e le manette non gli avevano però impedito di tornare a scagliarsi contro la madre. E per motivi dei più futili. Soldi per le sigarette. Per qualche bevuta. Non era drogato, ma vittima dell’alcol. Come — sembra — del resto lo fosse almeno in parte anche la madre.

Una situazione al limite. Che alla fine è deflagrata. Lui, dopo anni di lavoro alla Crespi, azienda di lavorazione di materie plastiche, era da tre anni disoccupato. Lei, in pensione, aveva perso il marito nel 1998. Le altre due figlie se n’erano andate. Una giù in Calabria, a Tropea. Alla fine nell’appartamento erano rimasti soltanto loro due. Stretti in un rapporto divenuto morboso. «Sono mesi, per dire il meno, che la signora veniva picchiata — racconta una vicina sotto choc — ma quando le chiedevamo il motivo dei lividi che a volte aveva in faccia preferiva non parlarne». «Si truccava per coprire i segni», aggiunge un’altra. Fra i tanti che abitano nel condominio ieri c’era la netta sensazione di non aver fatto nulla per impedire la tragedia. Magari con una denuncia alle autorità, «ma allo stesso tempo era come se la Tina volesse nonostante tutto difenderlo, proteggerlo. “Sono sola”, diceva….».

Anche Annunziata Romeo sembra comunque che non fosse un soggetto facile. Un carattere un po’ “particolare” e con la quale «si finiva a litigare per un nonnulla». Due esistenze segnate. Salvatore era stato anche gonfaloniere alla vicina contrada di Sant’Ambrogio e aveva fatto parte del Collegio, ma ne era stato allontanato perché ritenuto una “testa calda”.

http://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/2011/07/22/548557-ennesimo_litigio.shtml

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