Sulla base di quanto si diceva QUI, quest’anno la numerazione seguirà un criterio differente e speriamo più chiaro. Saranno numerati i delitti relativi questioni di “genere” ovvero relativi ai ruoli di genere e ai doveri attribuiti, assegnati e riconosciuti per cultura patriarcale. Lo scorso anno abbiamo numerato includendo quelle che definivamo vittime collaterali, quindi anche uomini e bambini. Quest’anno divideremo la numerazione distinguendo, per forza di cose, in base alle vittime (e non in base a chi commette il delitto) tra il maschile, il femminile, intesi in senso queer e includendo gay, lesbiche, trans, e i/le bambini/e.
La divisione delle vittime ci consentirà di osservare meglio come e da chi viene agita la cultura patriarcale e di analizzare i delitti in base alle motivazioni.
Perché non basta che sia assassinata una donna per dire che si tratta di Femminicidio. Dunque dal conteggio saranno escluse le vittime per ragioni altre, furti, rapine, conflitti che nulla hanno a che fare con il genere. Riporteremo comunque anche di altre tipologie di delitti per meglio avere chiara la distinzione tra le varie categorie di crimini commessi.
Si intende che questo è un approccio che ci consente di realizzare analisi a partire dalle quali speriamo di individuare misure preventive da proporre e indicare per la risoluzione della violenza di genere.
Ricordiamo che il nostro è un blog di ricerca e documentazione militante ed è uno strumento utile solo in questo senso e dunque non considerateci un osservatorio nazionale sulle vittime di violenza perché quello dovrebbe essere realizzato dalle Istituzioni.
Già lo scorso anno abbiamo più volte avvisato del fatto che la nostra numerazione seguiva criteri indipendenti e non per forza condivisi dal mondo intero. Ciò nonostante i numeri del nostro conteggio, che appunto includeva vittime che nulla avevano a che fare con il femminicidio, sono stati considerati affidabili da chi li ha fatti diventare quasi l’unico riferimento perfino della stampa nazionale.
Vogliamo perciò sottrarci alla responsabilità della disinformazione e dire ancora che noi non siamo riferimento utile in quel senso e che – se volete – potete seguire il nostro itinerario ben sapendo però cosa stiamo facendo.
Perciò grazie a chi vorrà seguirci e buona lotta a tutti/e.